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Gravina in Puglia

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Di origini preistoriche, fu un centro peucetico; attivo sotto il dominio romano; in età tardo antica fu devastata dai barbari. Risorse nel V sec. con il nome di Civitas Gravinae; fu teatro delle dispute tra Longobardi e Bizantini e alla fine del X sec. fu saccheggiata dai Saraceni.
Fu possedimento normanno, degli Aleramici, dei de Say e di altre famiglie nobili. Nel 1420 passò agli Orsini che la mantennero fino ai primi del XIX sec.
Il territorio fu amato da Federico II di Svevia che lo definì “giardino di delizie”: vi fece costruire un castello che doveva ospitare lui e i suoi uomini dopo le battute di caccia; oggi ne restano solo i ruderi.
Nella città ancora oggi si svolge la “fiera di S. Giorgio” che si ripete dal 1296 il 25 aprile, giorno della Liberazione.
Nel territorio vi sono diversi suggestivi itinerari di interesse rupestre, archeologico, naturalistico lungo le gravine e antichi tratturi, pensati come una sorta di viaggi nel tempo e nel mito, nel cuore del tipico paesaggio murgiano, che affaccia sulle vallate circostanti. Lungo i percorsi sono stati collocati: pannelli didattici, pannelli informativi, tabella segna via.
Monumenti
Duomo: costruito dai Normanni attorno all'anno mille, fu riedificato in seguito a un incendio, da maestranze Dalmate nel XV sec.; elementi romanico-gotico sussistono ancora sui fianchi, raccordati all'elegante facciata rinascimentale; il campanile é del 1600; l'interno, grandioso a tre navate, ha un notevole coro ligneo e un soffitto in legno intagliato con inserzione di cinque tele;
Chiesa di S. Michele: é una particolarissima chiesa-grotta, casa madre della comunità cavernicola. Scavata nella roccia viva, é spartita in cinque navate da pilastri monolitici. Vi si trovano resti di pitture a fresco medievali di gusto orientale (X-XIV sec.);
Chiesa del Purgatorio: fu eretta nel XVII sec. da Ferdinando III Orsini e sua moglie Giovanna Francipane della Tolfa, genitori di Pier Francesco Orsini, futuro papa Benedetto XIII, come sacello funebre degli Orsini; al suo interno si trovano un pulpito ligneo del Settecento e la cantoria con l'organo del 1790. Attualmente la chiesa é sconsacrata e ospita convegni, manifestazioni culturali, mostre;
Chiesa di S. Sofia: del XV sec., al suo interno custodisce il cinquecentesco monumento funebre di Angela Castriota Scanderberg, morta nel 1518, eseguito probabilmente da B. Ordonez; arricchisce l'edificio un coro ligneo tarlato e indorato;
Museo Pomarici Santomasi: ha sede nel seicentesco palazzo omonimo; comprende una Sezione Archeologica con numerosi reperti: ceramiche, bronzi, monete ecc.; una Pinacoteca, con opere del Sei-Settecento; una Sezione sulle Arti e Costume della Civiltà Contadina delle Murge. Interessante é la ricostruzione della cripta rupestre di S. Vito Vecchio con affreschi bizantineggianti eseguiti nel 1200;
Ponte Acquedotto: é il simbolo dello straordinario inserimento paesaggistico dell'abitato; viadotto della Madonna della Stella, edificato nel XVII sec. (figura per la prima volta in un atto notarile del 1686), fu ricostruito dai feudatari Orsini dopo il crollo del sisma 1722; alto 37 metri, lungo 90 e largo 5, serviva in principio per permettere l'attraversamento della gravina di Botromagno e raggiungere la cChiesa rupestre della Madonna della Stella. Per volere degli Orsini fu adibito anche ad acquedotto, per portare acqua dalla vicina sorgente S. Angelo. L'acquedotto serviva le due fontane, ancora visibili, alle due estremità del ponte, che era costituito da 25 archi lungo la spalliera, rimossi in seguito all'alluvione del 1855 e sostituiti da una spalliera in tufo. Nel 1860 l'intera struttura fu messa in sicurezza con la posa di tiranti di ferro.
Gravina sotterranea: Michele Parisi, imprenditore edile e speleologo dilettante, con un gruppo di amici, ha portato alla luce una città sotto la città, composta da: grotte, cantine, gallerie; un affascinante mondo sotterraneo di archeologia;
Cantina di Palazzo Orsini: é una cantina realizzata in tufo, profonda 20 metri, dove sono custodite alcune botti e un torchio. In un'altra cantina, situata nelle vicinanze della Cattedrale, vi é un tornio in legno di almeno 200 anni; in un'altra, sita nel centro storico, vi é un pozzetto coperto da una pietra in tufo, contenente vino invecchiato da almeno 200 anni, perfettamente conservato e mai evaporato.
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