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Montefalcone nel Sannio

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Dal ritrovamento di monete italiche viene logico ipotizzare le sue origini legate ai Sanniti; fu occupata da Marcello Console nel 212 a. C. Fu dominio degli angioini e feudo della famiglia Cantelmo, ebbe diversi proprietari fino al 1861 che vide la propria autonomia con un Decreto. Per distinguersi dagli altri comuni omonimi Italiani venne aggiunto “Del Sannio“ e con la costituzione della regione “Molise“ fu aggregato alla provincia di Campobasso.

Monumenti
Chiesa di S. Silvestro I papa: risalente al sec. XI con interessante portale gotico dell'ingresso principale sistemato sulla sommità di una scalinata in pietra locale del 1886. L'interno si presenta a tre navate e falsa cupola nell'intersezione tra la navata centrale e il transetto. Altari e decori sono di artisti locali dell'ottocento e soffitto a botte. Lungo la navata centrale vi sono tele realizzate dal pittore molisano Giovanni Leo Paglione; nelle vetrate policrome vi sono raffigurati i simboli dei Santi custoditi nella Chiesa.
Un'insigne reliquia del corpo di S. Antonio da Padova patrono della cittadina, è nell'ancona che custodisce la statua lignea; essa fu donata dalla basilica di Padova il 25 settembre 1993, la quale originale e autentica venne prelevata dalla tomba del Santo durante la ricognizione canonica del 1981 ed è costituita da una piccola porzione di “massa corporis ex cute” dei resti mortali del Santo.
Custodisce inoltre al suo interno numerose statue lignee di ottima fattura e di artisti locali databili tra il XV e il XIX sec. Un capolavoro pregevole e degno di ammirazione è il busto ligneo di S. Anna del sec. XV, ma non di meno pregio sono le statue lignee della Madonna Immacolata, S. Antonio Abate del sec. XVIII e di probabile creazione dell'artista Paolo Saverio di Zinno.
Un organo a canne del sec. XVIII in legno dorato è posto sulla cantoria. Sulla torre campanaria vi sono collocate cinque campane: due a servizio dell'orologio civico e tre a servizio della Chiesa per le funzioni religiose. Di esse una detta “la grossa“ pesa circa 18 ql. E negli anni quaranta fu salvata dalle razzie fasciste ordinate dal Duce onde soddisfare il crescente bisogno di armamenti bellici dell'Italia.
Chiesa di S. Maria delle Grazie: è parte integrante dell'attiguo convento dei frati cappuccini. Con la soppressione del 1811 dal re Gioacchino Murat il convento venne abbandonato dai frati. L'interno della Chiesa è a navata unica con due cappelle laterali, nella cappella dedicata a S. Vincenzo Ferreri si ammira un altare ligneo intagliato risalente al 1700 dotate di tre nicchie in cui sono custodite: la statua di S. Felice da Cantalice sec. XVII; S. Vincenzo Ferreri sec. XVIII e S. Antonio da Padova del XVII sec.
Nella seconda all'interno di un altare del seicento a stucchi, vengono custodite le reliquie del Beato Giso Abate le cui origini sono di Montefalcone e visse tra il X e XI sec. nell'antico monastero benedettino di S. Pietro sito al confine tra Montefalcone e Castelmauro. Accanto all'altare con le spoglie del Beato vi sono due busti lignei di S. Gennaro e S. Teodora risalenti al sec. XVIII, mentre nella parete della stessa cappella vi è la statua di S. Felice papa del XVII sec.
Sull'altare maggiore è collocata la pala della scuola napoletana del 1600 raffigurante la Vergine delle Grazie in trono circondata da Angeli e Santi ad opera del pittore Giovan Bernardino Azzolino. Altrettante notevole è lo stesso altare in legno intarsiato dotato di un tabernacolo a cupola, opera di fra Bernardino da Montone risalente al sec. XVIII.
Mura ciclopiche: si trovano sul versante del monte Rocchetta con importanti resti di fortificazioni sannite. Secondo alcuni studiosi trattasi dell'antica Maronea Sannita dove secondo lo storico “Tito - Livio 59 a. C. - 17 d. C. storico romano autore di una monumentale storia di Roma gli – Ab Urbe Condita libri CXLII” il Proconsole Marcello ebbe la meglio sui Cartaginesi nel 212 a. C. In tempi meno remoti e più vicino a noi sarebbe di un cippo marmoreo, il quale era conservato all'interno dell'orto della sagrestia della Chiesa di S. Silvestro I papa e nel corso degli anni perduto; su di esso sono pochi a testimoniare che vi fosse inciso il nome “Maronea”.
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