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Cercemaggiore

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Dai rilevamenti archeologici si evince che il territorio era abitato all'epoca italica e controllato dai sanniti, successivamente venne colonizzato dai romani e poiché nelle sue vicinanze passava il tratturo, l'economia principale era basata sulla pastorizia. Il nuovo nucleo sorse nel sec. IX sotto il dominio dei Longobardi e dopo il mille successero i Normanni. L'origine del toponimo “Cerce“ è la traduzione fonetica dal latino tardo “Cercia“ il quale nella lingua corrente indica “Quercus cerris“ (albero di cerro), il quale è l'emblema storico araldico del paese.
Con l'abolizione del feudalesimo nel 1806 la cittadina venne assegnata dalla Capitanata alla provincia molisana e successivamente nel 1861 alla Campania con la nuova provincia di Benevento. Unico fra i tanti comuni del Molise rientrò nella provincia di Campobasso nel 1927, dopo 66 anni di lunghe battaglie politiche.

Monumenti
Convento di S. Maria della Libera: risale al sec. XV e si presenta con il portale principale a semplice trabeazione con lunetta sovrastante. L'interno è a navata unica con cinque campate e dieci cappella; ai lati del settecentesco altare fanno bella mostra due leoni del sec. XIV, già presenti nella precedente Chiesa del convento. Sculture e affreschi nonché una statua lignea della Madonna della Libera risalente al 1412 sono ben conservate.
Un affresco raffigurante S. Domenico si trova nel refettorio del convento, mentre nella navata interna con volta a botte vi è il dipinto dell'ultima cena.
Chiesa di S. Maria della Croce: era una cappella del vecchio castello, la quale venne danneggiata dal terremoto del 1456 e ricostruita ex novo nel 1582; presenta una pianta a croce latina con navata unica. La facciata molto semplice stile rinascimentale con portale classico, mentre il campanile è una robusta torre. Al suo interno custodisce tele del pittore Benedetto Brunetti raffiguranti La Madonna di Costantinopoli tra i Santi Filippo Neri e S. Francesco di Paola risalente al 1690.
Palazzo Baronale: è la ricostruzione del vecchio castello longobardo il quale nel sec. XVI venne trasformato da Don Diomede Carafa. Esso si erge su di una posizione dominante, a pianta irregolare e circondato ancora dalle mura e dai bastioni del castello. L'ingresso è dotato di un arco con lo stemma nobiliare e immette in un chiostro.
Chiesa di S. Maria al monte: risale al sec. XII ed una delle costruzioni più antiche; è alquanto deturpata dai ripetitori fonici e radio-televisivi. Si presenta a tre navate con pareti intonacate e spoglie, eretta su di un'area di culto frequentata in età repubblicana che studi hanno scoperto un'epigrafe sannita e un'altra di età medievale, nonché di un rilievo altomedievale con due colombe affrontate.
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