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Capua

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Sorge nell'area dell'antico porto fluviale di: Casilinum e prende il nome dell'antica città di Capua, che invece occupa la zona dell'attuale S. Maria Capua a Vetere. Fu conquistata da Roma nel 217 a. C., al VI secolo fu abbandonata per risorgere nel IX sec., per volere del Longobardo Landone I e vi si riversarono gli abitanti dell'antica Capua, superstiti delle scorrerie saracene; divenne principato nel X sec.
Seguì un florido periodo di conquiste e di benessere. Nel 1059 fu feudo normanno sotto Riccardo Drengot, iniziando la fase di decadenza, che si concluse con l'annessione al Regno di Sicilia nel 1156. Nel XV sec., la occuparono Braccio da Montone e Carlo VIII. Nel 1501, fu brutalmente aggredita da Cesare Borgia che ne sterminò gli abitanti.
Nel periodo successivo, seguì le sorti di Napoli.
Il centro storico è ricco di monumenti e di edifici storici di epoca medievale, nonché di resti del periodo preromano e periodo romano, come le effigi del palazzo del municipio e le pietre del castello normanno, entrambi originarie dell'anfiteatro campano di Capua antica.

Monumenti
Museo: provinciale campano di Capua, ha sede nel palazzo Antignano con interessante portale spagnolesco, conserva la più importante collezione mondiale di: Matres Matutae (mitologia romana – era la dea del mattino); è diviso in sezioni: archeologica, medievale e una notevole biblioteca, il lapidario: Mommsen e numerose stele funerarie romane, tutti reperti provenienti dalla Capua Vetere.
Nella sezione medievale, con decorazioni architettoniche dal X al XIII sec., vi sono ordinate sculture del classicismo Federiciano , provenienti dal castello capuano di Federico II di Svevia, la cui rarità di questi esempi del romanico meridionale del 1200, ne ha fatto un punto di interesse mondiale.
Ponte romano: e torri di Federico II – oggi si possono ammirare solo le testate del ponte, distrutti dai bombardamenti del 1943 e le basi delle due torri; al museo campano, sono conservate alcune statue ornamentali.
Castello: delle pietre e dei principi normanni, del 1062 (delle pietre: furono usate pietre provenienti dall'anfiteatro di Capua).
Castello di Carlo V: voluto dall'imperatore Carlo V come parte integrante del rafforzamento difensivo della città, eretto nel 1542 al posto di un'antica fortezza Longobarda; attualmente è sede dello stabilimento militare “pirotecnico” del Ministero della difesa.
Duomo: eretta nel IX sec., dedicata ai Ss: Stefano e Agata, ricostruita nel 1700, gravemente danneggiata con i bombardamenti dell'ultimo conflitto, fu riportata alle forme primitive; un atrio sorretto da 20 colonne di spoglio del III sec., precede la Chiesa; alla sua destra il robusto campanile del IX sec., aperto da bifore e ornato da rilievi marmorei, provenienti dall'anfiteatro campano.
L'interno a tre navate, con tombe e sarcofagi di varie epoche; un magnifico candelabro del cero pasquale risalente al 1200, con ornamentazioni a fasce figurate; dietro l'altare maggiore: un'Assunta di Francesco Solimena e nella cripta, sotto il presbiterio: un'addolorata del Canova.
Porta Napoli: dedicata a Filippo II del 1577, su progetto dell'architetto Capuano: Ambrogio Attendolo, il quale si ispirò a Porta Capuana di Napoli.
Bastioni: e mura difensive, furono più volte ricostruite e rafforzate, ma l'aspetto odierno caratterizzato da bastioni poligonali e cortine inclinate, costituisce uno dei più importanti esempi Italiani di fortificazione alla moderna (Italiana) del XVI sec.
Chiesa S. Caterina: 1383 in stile gotico, ristrutturata nel 1510 con l'aggiunta delle navate laterali e di una statua della Santa; la facciata e il campanile sono del XVIII sec., nel cinquecento, le famiglie nobili finanziarono il chiostro e i cittadini, in segno di ringraziamento, scolpirono i loro stemmi alla base delle colonne, mentre dentro la Chiesa, vennero dedicate a loro le cappelle laterali.
Chiesa di Monte Vergine: e ex monastero duecentesco da Bartolomeo di Capua; dal 1795 il monastero è adibito a seminario e conserva un pozzo nel chiostro del 1769 con lo stemma Verginiano, scolpito sotto il portico dell'ex monastero; nel 1611 venne sepolto Cesare Falco.
Chiesa di Santa Maria delle Grazie: o della Santella, del 1761 in ricordo del miracolo della Madonna che avrebbe fermato la strage degli abitanti nel 1501, ordinata da Cesare Borgia; in precedenza vi era una cappella accudita da tale: Camilla Santella, di cui il nome.
Chiesa di S. Eligio: costruita alla fine del XIII sec., riedificata nel 1700, arricchita dal vicino duecentesco arco S. Eligio.
Palazzo Fieramosca: costruzione del XIII sec., nel 1400, appartenne a Rinaldo Fieramosca, padre di Ettore che difese l'onore Italiano contro i Francesi nella storica disfida di Barletta.
Chiesa SS. Annunziata: del 1200 e ricostruita nel XVI sec., con successive aggiunte barocche; sulla facciata le statue di S. Lucia e S. Rocco, la Chiesa è sormontata dall'alta cupola di Domenico Fontana. L'interno a navata unica, è caratterizzato dalla galleria barocco che scorre sull'ingresso e sulle cappelle, il soffitto ligneo, distrutto dai bombardamenti, è stato rifatto.
Chiesa di S. Marcello: eretta nel IX sec., ricostruita nel XII, con un pregevole portale sul fianco, ornato da rilievi romanici.
Altre Chiese, palazzi, monumenti arricchiscono il fantastico centro storico.

Escursioni
S. Angelo in Formis: a 5 km., in questo piccolo centro agricolo, si trova una delle Chiese romaniche più importanti della regione. La Basilica di S. Angelo in Formis è stata eretta sul tempio di Diana Tifatina nell'epoca Longobarda VI sc., donata ai monaci di Montecassino nel 1072, l'allora Abate Desiderio, (futuro papa Vittore III eletto nel conclave tenutosi a Capua nel 1086) ricostruì la Basilica rispettando gli elementi architettonici di origine pagana.
A lui si devono gli affreschi di scuola bizantino – campano che decorano l'interno e che costituiscono, tra i più importanti e meglio conservati cicli pittorici dell'epoca nel sud Italia. Al XII sec., risalgono il portico antistante la Chiesa con nuovi affreschi e una ricostruzione del campanile.
L'interno è tripartito da colonne e triabsidato, il pavimento apparteneva al tempio e un'iscrizione fornisce la data: “74 a. C.”, un'ara romana rielaborata e un capitello medievale, fungono di acquasantiere; anche il fonte battesimale è riadattato da colonne antiche.
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