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Collina

Santa Maria Capua Vetere

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Antichissimo insediamento Osco chiamato: Volturnum, divenne città Etrusca nel VI sec. a. C. con il nome di Capua. Passò ai sanniti e ai romani. Durante la seconda guerra punica (216 a. C.) offrì ad Annibale e alle sue truppe, un'accoglienza ricca di svaghi, che ne spense l'ardore combattivo; un periodo che fu detto: ”ozi di Capua”.
Nel I sec. a. C. era chiamata: Altera Roma (l'altra Roma) da Cicerone. Nel 392 vi si svolse il concilio Mariano e S. Ambrogio la definì: Portum Tranquillitatis (porto di tranquillità). Con la caduta dell'impero romano, la città fu centro importante dell'Italia meridionale, chiusa nelle mura lunghe sei miglia, diede vita a un pregevole artigianato di bronzi e terrecotte dallo stile inconfondibile.
Con i continui saccheggi del periodo barbarico e dopo l'ultimo del IX sec., ad opera dei saraceni, la popolazione si trasferì dove oggi sorge la Capua moderna.

Monumenti
Anfiteatro campano: la grandiosa costruzione, seconda solo al Colosseo di Roma, sorse nel I sec. E fu arricchita in seguito da altri imperatori. Ha la tipica forma ellittica degli anfiteatri, lunga 170 metri e larga 140; la cinta esterna era a quattro ordini, il più alto a lesene, gli altri tre aperti da 80 arcate ciascuno.
Quanto rimane, è sufficiente ad avere l'idea della sua grandezza, si vedono la cavea e alcuni ambulacri, i sotterranei con 10 corridoi decorati e un ambiente, usato successivamente come oratorio e affrescato in epoca paleocristiana.
Antiquarium: vi sono conservati marmi, sculture, frammenti architettonici, terrecotte, vasi e mosaici.
Arco di Adriano: originariamente a tre fornici e dedicato all'imperatore che aveva restaurato l'anfiteatro, scavalcava la via Appia, ne resta un unico fornice e parte dei pilastri aperti da nicchie.
Mitreo: era il luogo di culto del Dio Mitra (divinità proveniente dalla Persia) risale al II sec., una grande sala ha il soffitto decorato da stelle bicrome a sei punte: Mitra che uccide il toro, è rappresentato a fresco su una parete e altri affreschi non chiaramente leggibili, mostrano i sette gradi dell'iniziazione al culto del Dio; lungo le pareti si trovano i banchi dei fedeli.
La Conocchia e Carceri Vecchie: poco fuori l'abitato sono due interessanti sepolcri romani; il primo, più famoso è a pianta quadrata delimitata da quattro torri cilindriche, con tamburo alla sommità ornato da colonne; il secondo a forma circolare, sormontato da una struttura cilindrica.
Basilica S. Maria maggiore: eretta nel 432 da S. Simmaco che dedicò la basilica alla Madonna, dopo che il concilio di Efeso (fu il terzo concilio ecumenico e si tenne nel 431 a Efeso – Asia minore- sotto il regno dell'imperatore d'Oriente Teodosio II) aveva proclamato Maria Madre di Dio.
Nei secoli ha subito interventi di ingrandimento, ristrutturazione e decorazione. All'interno della Chiesa, nel 787, Arechi II principe di Benevento, stipulò con Carlo Magno il trattato di pace.
Lavori di consolidamento del settecento, diedero alla Chiesa la struttura odierna: la costruzione di sei pilastri di sostegno fra gli archi delle mura perimetrali della navata maggiore e l'elevazione della grandiosa volta ad incannucciata.
La tela alta cinque metri e larga tre raffigurante l'Assunta è datata 1770, a firma dell'artista Giacinto Diano. Il simulacro di Maria SS. Vergine Assunta in cielo, fu donato nel 1837 dall'Università S. Maria Maggiore (oggi comune di S. Maria Capua Vetere) opera dello scultore Antonio Migliorini. Scultura interamente realizzata in legno di olmo, decorata con polvere bianca e azzurra di lapislazzuli; la cornice della base è dorata con la tecnica cosiddetta di argento a mistura.
L'abito è realizzato interamente in seta laminata d'argento puro (che ancora oggi si produce esclusivamente nelle seterie di S. Leucio con telai funzionanti a mano) alla quale è sovrapposta una fitta rete d'oro, su cui sono applicate pietre dure e ricami di splendidi motivi floreali in filo d'oro.
Le soprammaniche sono pure in rete d'oro, il manto azzurro è adornato di stelle e gigli d'oro.
Il velo: simbolo di umiltà e verginità di Maria, è realizzato in tulle tessuto a mano, su cui sono applicati ricami di stelle e gigli d'oro.
La corona usata per l'incoronazione: simbolo della vittoria di Maria SS. Sul dragone satanico e della sua partecipazione alla vittoria finale di Gesù risorto, insieme all'abito d'oro: simbolo delle nozze eterne di Cristo con la Chiesa, realizzata secondo l'uso del tempo in oro 12 karati, così come le 12 stelle: simbolo delle 12 tribù del nuovo Israele, che contornano il capo della Madonna.
Dei due rimanenti abiti: uno in seta laminata d'argento e ricamata finemente in oro e pietre dure, mentre l'altro,( quotidiano) in seta bianca per la veste ed azzurra per il manto, con ricami in oro più semplici, una corona e un'aureola con dodici stelle in argento.
Al di sotto degli abiti, similmente agli usi femminili della nobiltà meridionale dell'ottocento, la statua della Vergine è rivestita di numerosi capi di finissima biancheria antica.
Fra i numerosi ori votivi: il prezioso collare in medaglioni d'oro e corniola del 1854, dal I lancieri esercito delle due Sicilie. (a tale reparto era assegnato il padre di Giulia Salzano nata a S. Maria il 13 ottobre 1846, fondatrice della Congregazione delle suore catechiste del Sacro Cuore, proclamata Santa da papa Benedetto XVI il 17 ottobre 2010)
Borgo S. Prisco: vi si trova la Chiesa di S. Prisco, costruita dal Vanvitelli con facciata settecentesca, al suo interno, alla fine della navata destra, si apre la pregevole cappella di S. Matrona, risalente al VI sec., la volta splende di bellissimi mosaici, anch'essi del VI sec.
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