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Assisi

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Antico centro Umbro; i romani lo chiamarono Asisium e ne fu un florido municipio.
Nel medioevo fece parte del Ducato Longobardo di Spoleto, nel XII sec divenne poi libero comune di parte Ghibellina in continua lotta con Perugia.
Nel 1200 la città, ribellatasi all'Imperatore, si dette alla Chiesa vivendo un lungo periodo di prosperità.
Nel secolo successivo, subì il dominio di varie Signorie, passando infine stabilmente al papato nella seconda metà del 1400, epoca in cui fu dilaniata al suo interno dalle lotte fra le fazioni capeggiate dalle famiglie dei Nepis (parte di sopra) e dei fiumi (parte di sotto).
S. Francesco, nato ad Assisi nel 1181 (o 1182), visse nel periodo in cui fioriva la civiltà comunale e, massimo interprete della crisi religiosa del tempo, iniziò quì la sua predicazione di rinnovamento spirituale.
Fondò l'ordine dei frati minori, la cui regola fu approvata da papa Onorio III nel 1223, quello delle Clarisse e il terzo ordine per i laici.
Al movimento Francescano sono legate le vicende artistiche della città, particolarmente nei secoli XIII e XIV.

Monumenti
- Porta S. Francesco: è l'accesso principale alla città che conserva quasi intatto l'antico aspetto medievale e tutt'ora è cinta lungo tutto il perimetro (di quasi 5 km) dalle mura urbane con otto porte.
- Piazza inferiore di S. Francesco: è circondata da un basso porticato costruito nel XV sec per ospitare i pellegrini; su di essa domina l'imponente mole della Basilica e l'alto campanile (1239) adorno di archetti e lesene, con bifore, trifore e arcate; nella piazza si aprono l'ingresso alla Chiesa inferiore, di fronte alla quale prospetta il quattrocentesco Oratorio di S. Bernardino da Siena e l'accesso principale al sacro convento (completato nel 1239 e in seguito ampliato; per rinforzarlo furono elevate le costruzioni ad arcate sovrapposte che danno al complesso, l'aspetto di un maestoso bastione).
- Via S. Francesco: dalla Basilica sale verso il centro abitato, affiancata da pittoreschi edifici medievali e da qualche palazzo barocco, tra cui la Casa dei maestri Comacini (duecentesca e rimaneggiata nel 1400).
- Palazzo Vallemanni (XVII sec): costruito e affrescato da G. Giorgetti; vi ha sede la biblioteca comunale, ricca di antichi manoscritti.
- Oratorio dei Pellegrini (XV sec): con affreschi di P. A. Mezzastris e di Matteo da Gualdo.
- Portico del Monte Frumentario del 1267 e Fonte Oliviera del XVI sec.
- Dal Seminario, si continua a salire tra antiche case per la via omonima e quindi per la via Portica dove, nella cripta della Chiesa di S. Nicolò, è allestito il Museo civico che raccoglie materiale Etrusco e romano; dalla cripta, si passa al piazzale dell'antico foro con resti di costruzioni romane.
- Piazza del comune: situata nell'area sovrastante il foro, è il centro della città.
- Palazzo del capitano del popolo: duecentesco con l'alta torre del popolo, coronata da merli Ghibellini a fianco della quale vi è il Tempio di Minerva (di età Augustea, con elegante pronao esastilo a colonne scanalate, capitelli corinzi e frontone) la cui cella, trasformata in Chiesa, venne poi rifatta in forme barocche dal Giorgetti.
- Palazzo dei Priori: formato dall'unione di quattro edifici; ora comunale.
- Pinacoteca comunale: ha sede nel Palazzo dei Priori; ospita un interessante raccolta di affreschi staccati di scuola Umbro-Giottesca e Umbro-Senese (del 1300) di pittori Umbri (dei secoli XV, XVI e XVII) tra cui: O. Nelli, N. Alunno, Tiberio d'Assisi; contiene altresì tele di Dono Doni, del Sermei e del Giorgetti.
- Chiesa nuova: fu costruita nel 1615 sui resti di una casa medievale che si ritiene appartenesse a Pietro Bernardone (padre di S. Francesco); dietro la Chiesa vi è l'Oratorio di S. Francesco Piccolino, sorto sulla stalla dove si racconta che la madre Pica, avrebbe partorito sulla paglia il futuro Santo.
- Duomo: dedicato a S. Rufino (Patrono della città), fu edificato nel XII sec su una precedente Chiesa. Ha una bellissima facciata a coronamento triangolare, tripartita da una galleria e da un cornicione ad archetti, con tre portali finemente scolpiti e sormontati da tre ricchi rosoni, ornata da vaie sculture. Al suo fianco si eleva il possente campanile. Nell'Abside, vi è un pregevole coro ligneo cinquecentesco.
- Museo capitolare: ospita tra l'altro, un bel trittico di N. Alunno; dal Museo si accede alla cisterna romana.
- Rocca Maggiore: la si può raggiungere, salendo dal Duomo e nei pressi di Porta Perlici; sono visibili i resti dell'Anfiteatro romano. L'attuale fortezza, opera di Ugolino di Montemarte, fu fatta ricostruire dal Cardinale Albornoz nel 1300, sui ruderi della precedente, distrutta dagli Assisiati insorti contro il Barbarossa. E' formata da una cinta trapezoidale con torri agli angoli e dal castello con alto mastio, dal quale si gode un magnifico panorama.
- S. Chiara: Chiesa gotica del XIII sec. Nella facciata a fasce di pietra bicolore e tripartita da cornici, ha un bel portale e un ricco rosone. Sul fianco si ergono tre archi rampanti e l'alto campanile. L'interno ripete il modello della Chiesa superiore di S. Francesco. Nell'Abside è conservato un crocifisso su tavolo di fine 1200 del cosiddetto maestro di S. Chiara e, nella Cappella delle reliquie (a destra) è presente il Crocifisso dipinto della Chiesa di S. Damiano che, secondo la tradizione, parlò a S. Francesco. Nella cripta è l'urna con il corpo di S. Chiara.
- S. Maria Maggiore: la Chiesa è antichissima, ricostruita in forme romaniche nel XII sec; ha un bel rosone nella sobria facciata e un campanile trecentesco. Al suo interno, resti di affreschi del XIV sec e, nella cripta avanzi di una casa romana.
- Vescovado: sito a destra della Chiesa di S. Maria Maggiore, è quì che S. Francesco fece la solenne rinuncia alle ricchezze paterne.
- S. Pietro: la costruzione romanico gotico duecentesca, è sorta su una Chiesa più antica; nella facciata vi sono tre bei rosoni; al suo interno sono conservate quattro tombe del 1300 con intarsi marmorei.

Basilica di S. Francesco
E' uno dei più famosi Santuari del mondo Cristiano, promossa e progettata da Frate Elia, eletto da S. Francesco Vicario dell'ordine. La costruzione ebbe inizio nel 1228 (due anni dopo la morte del Santo) e fu consacrata nel 1253 da papa Innocenzo IV.
Gli affreschi e le vetrate furono eseguiti nel XIII sec, epoca in cui venne aggiunto il transetto d'ingresso e le cappelle laterali della parte inferiore.
La Basilica, intatta nella sua struttura originaria, è formata da due Chiese sovrapposte:
- quella inferiore, bassa e austera destinata ad accogliere le spoglie di S. Francesco, fu edificata in forme romanico-gotiche;
- la Chiesa superiore, realizzata in limpido stile gotico Italiano è, in opposizione simbolica alla prima, slanciata e luminosa.
Negli affreschi di cui sono entrambe ricoperte, domina il parallelismo tra la vita di S. Francesco e quella di Gesù.

Chiesa Inferiore
Si entra in un ricco doppio portale del 1200 con mosaici e rosone, preceduto da un protiro aggiunto nel 1400.
L'interno è a una navata con duplice transetto e abside semicircolare.
Dai tozzi pilastri partono i costoloni delle volte e le basse arcate a tutto sesto che dividono la navata in cinque campate, su cui si aprono gli stupendi archi ogivali delle cappelle.
Sulla sinistra del transetto d'ingresso, è la cappella di S. Sebastiano con affreschi di G. Sermei e G. Martelli (XVII sec); a destra vi sono due monumenti sepolcrali gotici e una tribuna.
Seguono la Cappella di S. Antonio Abate, dalla quale si passa nell'antico cimitero e la poligonale Cappella di S. Caterina (a destra), con scene di vita della Santa, affrescate da Andrea da Bologna (1368), che forse eseguì anche i cartoni delle belle vetrate.
Le pareti della navata sono ornate da affreschi da alcuni attribuiti ad un seguace di Giunta Pisano detto il maestro di S. Francesco (XIII sec) che rappresentano: (a destra) le storie di Cristo e (a sinistra) le storie di S. Francesco.
Alla parete sinistra della terza campata, è una tribuna gotica cosmatesca con pulpito e un interessante affresco "Incoronazione di Maria" di scuola Giottesca.
Nelle volte a crociera, dipinte come un cielo stellato, risultano le vivaci decorazioni geometriche dei costoloni.
A metà della navata, si scende nella cripta dov'è il corpo di S. Francesco in un urna di pietra.
A destra della navata si susseguono le Cappelle di S. Stefano, S. Antonio da Padova e della Maddalena, affrescate rispettivamente: da Dono Doni (XVI sec), dal Sermei, da Giotto e allievi.
La prima a sinistra, la Cappella di S. Martino, è decorata da bellissimi e raffinati affreschi di Simone Martini (1322-26) con Santi e storie della vita di S. Martino, ed è illuminata da tre vetrate disegnate, probabilmente, dallo stesso pittore.
Le pareti e la volta del transetto destro sono coperte da affreschi con storie di Cristo, di S. Francesco e di cinque Santi, tra cui la dolcissima immagine ritenuta di S. Chiara (attribuita a Simone Martini); gli affreschi di questo ambiente sono tutti ad opera di Giotto e seguaci (fatta eccezione per la mirabile "Madonna con bambino, Angeli e S. Francesco" che è uno dei capolavori del Cimabue in cui, la figura del Santo è considerata il suo ritratto più fedele).
In fondo, è la poligonale Cappella di S. Nicola, con affreschi - storie di S. Nicola - eseguiti da seguaci di Giotto, nonchè una tomba gotica cosmatesca.
Nel presbiterio, l'altare maggiore su venti colonnine, con archi trilobati e mosaici, è un'elegante opera cosmatesca del XIII sec.
Nelle quattro vele della volta, sono pregevoli gli affreschi attribuiti ad anonimo Giottesco detto il maestro delle vele che rappresentano l'allegoria della povertà, della castità, dell'obbedienza e l'Apoteosi di S. Francesco (Gloriosus Franciscus).
Nell'abside vi è un magnifico coro ligneo del XV sec intagliato e intarsiato e, alle pareti un affresco del Sermei "Giudizio Universale".
Nel transetto sinistro, gli affreschi della volta sulla destra con scene della passione, sono opere di Pietro Lorenzetti (sec XIV).
I rimanenti affreschi sono esclusivamente del Lorenzetti, che quì ha dipinto alcuni suoi capolavori, come "la grande crocifissione", la straordinaria "Madonna col bambino e i SS. Francesco e Giovanni", la "discesa della croce", di esasperata intensità drammatica e la "deposizione nel sepolcro".
Alla fine del transetto, si apre la Cappella di S. Giovanni Battista dove troviamo un altro bellissimo affresco del Lorenzetti "Madonna, bambino e SS. Francesco e Giovanni Battista".
Dai transetti si sale a un terrazzo che da ad un chiostro grande a due ordini di arcate, attribuito ad Andrea da Como (XV sec), su cui prospettano le due absidi sovrapposte della Basilica.
Dal terrazzo, una scala conduce alla Chiesa Superiore.

Chiesa Superiore
E' a una navata con transetto e abside poligonale. La navata è divisa in quattro campate da agili pilastri, dai quali partono i costoloni delle volte a crociera. Sotto le bifore, lungo le pareti, vi è un ballatoio che si svolge per tutto il perimetro della Chiesa.
Il transetto e l'abside hanno le pareti ornate da affreschi (risalenti al 1277 ad opera di Cimabue e aiuti) in buona parte deperiti; nel braccio destro: storie di S. Pietro; nel braccio sinistro: scene ispirate all'apocalisse e alla crocifissione, di altissima drammaticità. Nell'abside: storie della vita di Maria. Splendido il grandioso coro ligneo con 102 stalli intarsiati di D. Indivini e aiuti (1491 – 1501).
Nelle vele del presbiterio, sopra l'altare maggiore cosmatesco (1253), sono i quattro evangelisti in cattedra con vedute delle città evangelizzate, affrescati dal Cimabue.
Le pareti della navata, al di sopra del ballatoio, sono decorate da 34 affreschi suddivisi in due zone sovrapposte con scene dell'antico Testamento (parete destra) e del nuovo Testamento (parete sinistra e parete d'ingresso).
Gli affreschi molto deteriorati, affiancano belle vetrate del 1200, furono iniziati nel 1277 e sono attribuiti a Jacopo Torriti e altri pittori di scuola romana, nonché a seguaci del Cimabue, fra i quali: Duccio di Buoninsegna e lo stesso Giotto.
Lungo la parte inferiore delle pareti, si svolge il celebre ciclo di 28 affreschi con la vita di S. Francesco, che Giotto dipinse a partire dal 1296 (salvo gli ultimi riquadri affidati agli allievi) e in cui viene espressa mirabilmente l'originalità e la potenza della sua arte.

Facciata della Chiesa Dà sulla piazza Superiore di S. Francesco, è in semplici forme gotiche, con portale gemino e un ricchissimo doppio rosone cosmatesco, circondato dai simboli degli evangelisti in rilievo.
Il tesoro raccoglie codici miniati, reliquiari, arredi sacri, arazzi e dipinti fra cui interessantissimi e splendidi quelli della collezione "Perkins".

Escursioni
S. Damiano (circa 3 km): Fu in questo luogo, nell'antico oratorio di S. Damiano che il Crocifisso ordinò al giovane Francesco, la via da seguire dicendogli: "Va e restaura la mia casa". Nel 1212, il Santo raccolse S. Chiara con le sue compagne in questo Oratorio che fu restaurato dal Santo stesso, conservando tutt'ora l'originario aspetto duecentesco. La nuda facciata in pietra della Chiesetta è preceduta da un portico sotto il quale si apre la Cappella di S. Girolamo con affreschi di Tiberio d'Assisi. Nel semplice interno a una navata vi sono affreschi del 1300, un crocifisso intagliato da Frà Innocenzo da Palermo (1637) e, nell'Abside un coro ligneo cinquecentesco. Dalla Chiesa, per un vestibolo si passa prima nel piccolo coro poi si sale al giardinetto di S. Chiara dove si ritiene che S. Francesco abbia iniziato a comporre il cantico delle creature; si passa quindi all'Oratorio di S. Chiara, con cimeli e reliquie, nonchè il dormitorio dove la Santa morì. Dal chiostro si accede al refettorio povero e suggestivo, dalle basse volte a crociera che conserva i tavoli e i banchi del 1200.
Eremo delle carceri (circa 4 km): E' sito alle pendici del Subasio, in mezzo a un fitto bosco di querce e di lecci. In origine era un piccolo Oratorio circondato da grotte, dove S. Francesco si ritirava in preghiera con i suoi fraticelli e dove costruì, addossato alla roccia, un piccolo convento, ampliato nel 1400 con l'aggiunta dell'attuale Chiesa. Si entra nell'Eremo da un portale che si apre su un cortiletto (su cui si affaccia la Chiesetta) dove si trova il pozzo di S. Francesco dal quale, secondo la leggenda, sarebbe miracolosamente scaturita l'acqua. Si possono visitare l'antico Oratorio e, scendendo per una ripida scala, la grotta del Santo.
S. Maria degli Angeli (circa 5 km): Sorge in pianura presso il moderno centro di S. Maria degli Angeli. E' un imponente Basilica costruita tra il 1569 e 1679 su progetto di Galeazzo Alessi. L'interno è a tre navate con Cappelle barocche. Sotto la cupola vi è la Cappelletta della "Porziuncola", un piccolo Oratorio nel bosco dove vissero S. Francesco e i suoi compagni, con edicoletta gotica, affreschi all'esterno e il rozzo interno con frammenti di affreschi e un polittico di Ilario da Viterbo (XIV sec). Nel presbiterio a destra, vi è la Cappella del transito: la cella in cui S. Francesco morì, con affreschi dello Spagna (XVI sec). Sull'altare è presente una espressiva statua del Santo in terracotta smaltata, opera di Andrea della Robbia; nella cripta vi è uno splendido dossale in terracotta dello stesso autore. Sulla destra della Chiesa sono visibili il roseto di S. Francesco, la cui Cappella è ornata da affreschi di Tiberio d'Assisi (1506 – 1518); è visibile altresì l'antico convento quattrocentesco, sede un museo etnografico missionario e di un piccolo museo arricchito, tra l'altro, da un crocifisso dipinto da Giunta Pisano (XIII sec). All'interno del museo è ancora presente la notissima tavola con il ritratto del Santo di ignoto pittore che da essa prese il nome di "Maestro di S. Francesco".
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