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Alcamo

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Di origine araba; La prima testimonianza sull'esistenza di Alcamo risale al 1154 grazie ad un passo del libro di Ruggero II, scritto dal geografo Berbero Idrisi per ordine del re normanno. Dal sec. XI al XIX fu proprietà di famiglie nobili dei Peralta – Chiaramonte – Ventimiglia.

Monumenti
Casa di Ciullo d'Alcamo: poeta del sec. XIII; si presenta con portale d'ingresso e finestra ad arco circolare realizzati in calcarenite travertinoide, sopra il portale vi è una decorazione ad altorilievo con al centro uno scudo con compasso e una squadra, fra due grandi draghi cavalcati da due angioletti con un tridente in mano.
Ex loggia comunale: risale al 1500 con base in travertino e la parte superiore in calcarenite. Venne utilizzato come loggia dal 1525 al 1767.
Palazzo Aversa: si presenta con balconi in pietra intagliata e lo stemma con un leone rosso il quale guarda una cometa rossa.
Palazzo comunale: del 1843 in stile neoclassico.
Palazzo De Ballis: risale al 1490 reca una torre quadrata merlata del cinquecento adorbata da un arco a tutto sesto, il quale contiene al suo interno due finestre, una bifora e una trifora.
Palazzo Diana: reca due piccole colonne all'angolo, una bifora murata con lo stemma della famiglia Diana e una cornice simil-gotica sull'ingresso.
Palazzo Di Gregorio: del sec. XVII in stile neoclassico.
Palazzo Fraccia: del 1700 in stile barocco.
Palazzo Palmerini: reca una torre quadrata e una cornice dentellata, sagome gotiche sostenute da mensolette e una cornice del cinquecento.
Palazzo Perla: risale al 1700 stile Livigny.
Molti altri palazzi abbelliscono la cittadina.
Chiesa di S. Maria Assunta: risale al trecento e sostituisce la Chiesa di S. Maria della Stella abbandonata e quasi un rudere. Si presenta a pianta basilicale a tre navate divisa da due file di colonne con fusti monolitici in marmo rosso; gli stucchi sono opera della famiglia Curti mentre il pavimento dall'architetto Giuseppe Patricolo.
Al suo interno sono presenti 38 affreschi dipinti da Guglielmo Borremans nella volta risalenti al 1735, i quali raffigurano l'Assunzione della Vergine con la Trinità e i Santi Anna e Gioacchino, Giuseppe, Giovanni Battista, Davide e i patriarchi, cherubini angeli e arcangeli (nel primo vano).
Incoronazione della Vergine con in petto il verbo eucaristico la Trinità e angeli (nel secondo vano).
Madonna Regina Incoronata e sedente fra nubi con lo scettro in mano con ai lati S. Pietro e S. Paolo, in basso Santi e Sante tra cui S. Rosalia. (terzo vano).
Nelle pareti laterali vi sono i dipinti del Borremans; le cappelle laterali sono dotate di altari e decorate.
Museo d'arte sacra: una porta della navata della Chiesa conduce alla sagrestia dove vi è allestito il museo con opere pittoriche, scultoree e oreficeria.
Ex Chiesa di S. Giacomo de Spada: anteriore al 1379 oggi è sede della biblioteca Multimediale dal 1998.
Chiesa di S. Tommaso Apostolo: risale al 1450; il portale esterno si presenta a sesto acuto e riccamente intagliato il quale unisce il modulo svevo dell'arco a quello chiara-montano degli intagli; il tutto è sovrastato da una monofora intagliata e arricchita da due colonne incassate nel muro. l'interno a navata unica diviso da un arco a sesto acuto poggiante su due colonne a muro. Il soffitto è coperto da due volte a crociera a sesto acuto con costole e chiavi rilevate e sagomate, interrotte da capitelli all'altezza della volta le quali si prolungano fino a terra, trovando una base comune con quella delle colonne che portano l'arco. Uno dei capitelli è decorato a foglie di acanto e l'altro ad intreccio di vimini.
Chiesa di S. Maria del Gesù: fu fondata nel 1450 dal Beato Arcangelo Placenza da Calatafimi con l'attiguo convento dei Padri Minori Osservanti. Il portale di ingresso si presenta in marmo di Carrara e attribuito a Bartolomeo Berrettaro scultore del sec. XV. Sulla volta vi è un affresco che raffigura l'Assunzione ad opera di Leopoldo Messina, il quale ha dipinto anche S. Francesco su di una parete nell'atto di contemplare Gerusalemme; altri tre affreschi raffiguranti la vita di S. Francesco sono opera del padovano Carlo Righetto del 1901.
Un affresco di Giovan Leonardo Bagolino del sec. XVI è posto in una parete dietro l'abside. Una piccola statua in marmo di S. Giovanni Battista opera di Giuliano Mancino e due medaglioni in marmo della scuola del Gagini si trovano nel Battistero.
La Chiesa custodisce anche: Crocifisso antico in legno – statua lignea di S. Francesco d'Assisi opera di Giovanni Piscitello del 1912 – statua in marmo di S. Maria di Gesù opera di Bartolomeo Berrettaro e Giuliano Mancino – tela del settecento raffigurante S. Filippo, S. Lucia e S. Barbara – Madonna in trono con S. Francesco e S. Chiara – Custodia marmorea del 1557 di Baldassare Massa raffigurante il Padre Eterno, S. Francesco, S. Antonio, Gesù e gli Apostoli – dipinto del sec. XV raffigurante la Madonna delle Grazie o Madonna Greca con il bambino Gesù in braccio e ai lati S. Francesco d'Assisi e San Benedetto, in ginocchio tre paggi vicino al conte Federico Enriquez e tre damigelle accanto ad Anna I Cabrera.
Ai piedi si trovano le spoglie del Beato Arcangelo Placenza composte in un'urna di vetro, provenienti dalla Chiesa di S. Michele Arcangelo di Calatafimi e qui sistemate nel 1961; la lastra tombale del Beato è visibile su di una parete laterale. Di autore ignoto è la statua in legno di S. Antonio da Padova.
Nella sacrestia vi è una statua lignea di S. Pasquale Baylon ad opera di Giovanni Stellino nel 1835 e nel convento vi è la statua lignea di S. Antonio Abate, nonché un'antica tela di S. Bernardino da Siena.
Ex Chiesa di S. Maria del Soccorso: fondata nel 1470 è una delle più antiche; si presenta con portale centrale in pietra bianca, con stipite e architrave con modanature ed è sormontato da una lunetta attribuita al Berrettaro e raffigurante S. Maria del Soccorso fra Angeli.
Al suo interno custodisce le seguenti opere: Scultura di Bartolomeo Berrettaro della Madonna del Soccorso rimaneggiata dal Gagini nel 1545 – Natività di Nostro Signore di Olivio Sozzi del 1735 – tela della Madonna di Monserrato del 1735 di Olivio Sozzi – tela di S. Carlo Borromeo sec. XVI – dipinto del sacerdote Francesco Alesi del 1925 raffigurante la SS. Trinità e un altro raffigurante S. Onofrio – dipinto di Giovan Leonardo Bagolino del 1566 raffigurante la Madonna delle Grazie e si trova nella cappella della Madonna di Fatima dentro la basilica.
Chiesa del SS: Salvatore: o Badia grande trovasi attigua al monastero ed esisteva già nel 1300; il prospetto è in stile classico il campanile a forma quadrata con quattro archi a tutto sesto. L'interno a navata unica con volta a botte e cinque altari; la Chiesa è arricchita da dieci statue in stucco; due grandi Angeli nel presbiterio e otto statue allegoriche alle pareti del 1758 dall'allievo del Serpotta Bartolomeo Sanseverino.
All'altare maggiore una tela di Carlo Brunetti del 1759 raffigurante la Trasfigurazione; sulla volta gli affreschi raffigurante S. Benedetto fra una schiera di Santi e l'Agnello fra gli Angeli. La statua di S. Benedetto da Norcia in atto di benedire con indosso il piviale del 1545 realizzata dal Gagini. L'estasi di S. Teresa di Pietro Novelli con l'Assunzione e l'Annunciazione di Baldassare Massa.
La custodia Eucaristica di Antonio Gagini e Baldassare Massa risale al 1557 è un altorilievo ci circa quattro metri. Il ciborio è fra quattro Angeli inginocchiati ed è sormontato da un Crocifisso al di sopra delle figure di S. Giovanni Apostolo, Maria SS. E dello Spirito Santo in forma di colomba fra le teste degli Angeli.
Chiesa di S. Oliva: risale al 1533; essa è provvista du due portali e su quello laterale vi è posta la statua di S. Oliva, su di un angolo vi è la torre campanaria sprovvista di cuspide. Al suo interno ospita altari in marmi policromi, le pareti ornate da stucchi creati da Gabriele Messina nel 1756 e da Francesco Giuseppe Russo nel 1771.
Una tela delle anime del Purgatorio liberate per il sacrificio della messa di Pietro Novelli del 1639. Gruppo marmoreo di Antonino e Giacomo Gagine del 1545; la statua di S. Eligio in marmo di Carrara scolpita dal Pennino nel 1767; Crocifisso in legno di Giovan Pietro D'Angelo da Erice; la statua di S. Oliva del Gagini 1511 e altre statue di Santi eseguite nell'anno novecento.
Santuario di Maria SS dei Miracoli: fu eretto nel 1547 dal governatore di Alcamo e capitano di giustizia Don Fernando Vega, in seguito al ritrovamento dell'icona in una cappelletta abbandonata. Il Santuario è raggiungibile a piedi attraverso un sentiero acciottolato il quale termina con un ampia scalinata.
E' in stile barocco-rinascimentale interno a navata unica con otto altari; abbelliscono le decorazioni in stucco del 1762 ad opera di Nicolò Curti. Sulla volta campeggia un affresco raffigurante l'apparizione della Madonna dei miracoli a un gruppo di donne e un altro con il ritrovamento dell'icona, realizzato dal catanese Alessandro Abate nel 1947.
Custodisce al suo interno: sarcofago manierista in marmo scolpito nel 1557 da Rocco di Rapi, il quale contiene i resti di Don Ferdinando Vega. Tela di Giuseppe Patania raffigurante la natività della Vergine Maria e un dipinto dello stesso autore raffigurante la Sacra Famiglia. La cappella dedicata a Maria SS dei Miracoli è circondata da un arco a tutto sesto in marmo rosso.
All'altare maggiore la tela di Patania datata 1828 la Madonna dei Miracoli con S. Rocco, S. Sebastiano e S. Rosalia, durante la cessazione della peste del 1575; dello stesso autore è la tela del 1851 raffigurante l'Annunciazione e un dipinto del 1847 la Crocifissione. Vicino all'ingresso vi è un'acquasantiera del sec. XVII in marmo bianco; sulla parete un medaglione in marmo che rappresenta Giuditta del Gagini.
Nella sacrestia vi è il dipinto di Sebastiano Bagolino raffigurante il ritrovamento dell'immagine della Madonna; la natività della Vergine opera di fra Felice da Sambuca e l'Immacolata di fra Felice da Sambuca.
Chiesa del SS Crocifisso: risalente al 1550 con facciata del 1695 a forma convessa di stile rococò; a navata unica con cinque altari abbellita da stucchi di Nicolò Curti del 1750. Al suo interno custodisce le seguenti opere: Crocifisso in scultura lignea di Francesco Marino sec. XIX. SS. Trinità con i due Santi Cosma e Damiano, S. Rosalia e S. Francesco di Sales datato 1750 di autore ignoto.
Scultura lignea raffigurante la Madonna di Fatima; un S. Biagio del settecento di autore ignoto. Statua lignea del Sacro Cruore di Gesù. Madonna del miracoli con S. Francesco di Paola e S. Francesco di Sales di autore ignoto. Scultura lignea di Filippo Quattrocchi raffigurante S. Francesco di Paola.
Scultura lignea raffigurante S. Anna dell'ottocento. Statua in gesso dell'Immacolata e statua lignea di S. Vito. L'acquasantiera è del 1606; quattro antiche tele con cornici in stucco e episodi della vita di S. Francesco di Paola. Altre opere sono custodite in sacrestia.
La cittadina è ricca di molte altre Chiese del sec. XVI – XVII – XVIII e XX.
Castello dei conti di Modica: risale al sec. XIV e nel 1535 vi soggiornò Carlo V. Durante il Regno d'Italia e Fino agli anni sessanta fu adibito a carcere. La sua struttura è a forma romboidale con quattro torri delle quali due quadrate negli angoli e due circolari unite da cortine.
Castello dei Ventimiglia: di origine medievale restano alcuni confini delle mura, la torre maestra e le prigioni sotterranee.
Castello di Calatubo: risale al periodo alto-medievale e nello stesso sito vi è anche l'antica necropoli del sec. VII a. C.
Torre Calandrino: sita nel centro storico risale al periodo arabo o al 1350, e costituisce una delle più antiche opere architettoniche del centro storico trovandosi in perfette condizioni di conservazione. Nel 1400 fu utilizzata come torre campanaria della vicina Chiesa madre e al suo interno una scala a chiocciola interna con 84 gradini portano al terrazzo.
Monte Bonifato: un suggestivo percorso panoramico conduce al monte dove si trovano il sacello dedicato alla Madonna dell'Alto e resti di mura e torri del diruto castello medievale.

Aree Naturali
Di interesse naturalistico vi sono le spiagge di Alcamo Marina; la riserva naturale Bosco di Alcamo: il parco sub-urbano S. Francesco e le acque termali segestane che presentano una temperatura costante di 50°. Secondo i racconti di Diodoro Siculo furono create dalle ninfe per favorire il riposo di Eracle durante il suo viaggio da Piloro a Erice.
La riserva naturale del bosco di Alcamo copre una superficie di 199 ettari con pini, lecci, frassino, la rovella e la tipica prateria ampelodesma che viene sfruttata per la legatura delle viti e la realizzazione di corde e ceste.
La fauna è composta da volatili rettili e numerosi mammiferi.
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