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Sciacca

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Di età antichissima denominata “Thermae Selinuntinae” dai romani; divenne importante centro agricolo sotto gli arabi che la chiamarono “Sciacca”. Fu fortificata sotto i normanni e dominata da più famiglie locali; fu travagliata dalle contese tra le casate dei Luna e dei Petrollo che sfociarono in una guerra nel sec. XVI.
In quello stesso secolo il vicerè aragonese la cinse di mura in parte ancora visibili. La sua condizione migliorò solo nel sec. XVIII. La sua attuale struttura urbana deriva dall'operato degli arabi,i quali ricorrevano a quartieri recintati da mura e dei normanni che ampliarono le mura al fine di facilitare la convivenza tra Normanni, Arabi, Greci e Franchi.
Di conseguenza le sue mura risalenti a varie fasi di costruzione rappresentando un complesso unitario, sono molto spesse e quelle più recenti del 1550 si sovrapposero a quelle più antiche del 1330. Si chiamano ancora con il nome del viceré “Giovanni De Vega“ il quale ne diresse i lavori fortificandole con appositi bastioni armati e furono chiamati: Porta – Bagni – Alfiere – S. Agata – S. Margherita e dei Vega.

Monumenti
Chiesa di Maria SS del Soccorso: o Duomo risale al sec. XII, fondata nel 1108 da Giulietta o Giuditta la Normanna figlia del conte Ruggero. Si presenta con tre ampie navate con monumentali archi in stile normanno e colonne ioniche. La facciata mostra delle colonne e dei portali ad arco curve e tre sculture di Giandomenico e Antonino Gagini.
Un affresco di Tommaso Rossi abbellisce la volta della navata centrale raffigurante la vita di S. Maria Maddalena. Al suo interno sono custoditi i sarcofagi di Bartolomeo Tagliavia e di Gerardo Noceto e numerose opere del 1400/1500 di artisti come: Giandomenico e Antonino Gagini – Francesco Laurana – Giuliano Mancino e Bartolomeo Berrettaro.
Chiesa del Collegio: risale al cinquecento con portale a timpano triangolare; l'interno a navata unica con cappelle incassate e nel presbiterio una tela del Domenichino, mentre una cappella custodisce una Madonna del 1655 di Michele Blasco.
Chiesa di S. Domenico: e convento dell'Ordine dei Predicatori di S. Domenico risalenti al 1176; esempio di architettura, la Chiesa in stile barocco a navata unica con otto cappelle.
Chiesa di S. Margherita: del 1342 fatta erigere da Eleonora d'Aragona moglie del Peralta. Nel 1595 fu abbellita da colonne angolari con architravi, fregi e cornici; viene utilizzata per mostre, convegni e concerti. Dotata di ingresso catalano con portale marmoreo realizzato nel 1468 da Pietro de Bonitate.
L'interno a navata unica in stile barocco e custodisce stucchi policromati ed affreschi del sec. XVII opera di Ferraro. Un'icona in marmo del 1507, una statua in legno del 1544 che raffigura S. Margherita e opera di Frigia ed un organo ligneo del 1641 arricchiscono l'altare. Sei grandi riquadri e tanti medaglioni realizzati nel 1529 dal Portulani abbelliscono la navata.
Chiesa dello Spasimo: risale al 1632 e nel vicino Convento vi è il cortile del Palazzo Fazzello il quale risale al cinquecento.
Chiesa di S. Michele: risale al 1371 per volere di Guglielmo Peralta; si presenta con portale archi-travato e portale gotico. L'interno a tre navate con colonne ed archi al centro e custodisce un Crocifisso del quattrocento, due acquasantiere del cinquecento, una scultura ed un polittico del cinquecento nonché una statua in legno di S. Michele del seicento.
Chiesa di S. Maria dell'Itria: e l'annesso monastero, la Chiesa è detta anche Badia Grande ed è del 1776 ma la fondazione risale al 1380 e sono state erette per volontà del Peralta.
Chiesa di S. Nicolò La Latina: risale al sec. XII con prospetto decorato tipico dell'architettura arabo-normanna.
Chiesa di S. Maria delle Giummare: risale al 1103 e fu voluta da Giuditta ed è fiancheggiata da due torri merlate. L'interno a navata unica custodisce la cappella della Madonna delle Grazie risalente al cinquecento; il rilievo di S. Gerolamo; un'acquasantiera del quattrocento; un Crocifisso del cinquecento ed una Vergine con il bambino attribuito a Laurana, arricchisce l'altare maggiore.
Chiesa di S. Agostino: del 1753 al suo interno custodisce una statua della Vergine risalente al 1538 e portali barocchi di Giacomo Gagini.
Altre Chiese minori del sec. XII al XVIII arricchiscono la già ricca cittadina. Sul monte Cronio si trovano le stufe naturali, un antiquarium conserva le testimonianze rinvenute nella grotta di S. Calogero risalenti al neolitico, la Basilica e il Santuario di S. Calogero del sec. XVIII con una ricca decorazione barocca la statua del Santo opera del Gagini.
Casa museo Scaglione: presenta oggetti artigianali, ceramiche, tele e oggetti vari d'inestimabile valore.
Palazzo Manno: del settecento non più visibile com'era in passato per le ristrutturazioni eseguite ed oggi è adibito a struttura ricettiva.
Statua di Notre Dame de Fourviere: sita in cima a una colonna votiva fatta erigere per volere di Don Michele Arena in seguito alla precipitazione del dirigibile francese “Dixmude“ nel 1923.
Palazzo S. Giacomo: dei Tagliavia sec. XV con facciate in stile impero.
Palazzo Steripinto: o Sortino del sec. XVI con facciata a bugne di diamante, coronamento merlato e finestre aperte a bifore; esempio d'arte spagnola.
Altre pregevoli costruzioni dal sec. XIII in poi arricchiscono la città.
Torri: meritano una particolare attenzione: Torre campanaria poco distante dalla Chiesa di S. Michele del 1550; Torre medievale sec. XV; Torre del Pardo del sec. XV divisa in tre piani di cui nel primo piano una finestra la cui cornice è retta da due cariatidi.
Castello nuovo: eretto nel 1380 da Guglielmo Peralta si presenta a pianta poligonale, si compone di cinta muraria, torre grande (mastio) ne resta la base e torre cilindrica a due piani accostati a coltello.
Castello vecchio: del sec. XII dal normanno conte Ruggero insieme alle prime mura che come una morsa chiudevano la cittadina. Fu distrutto nel 1529 dai partigiani di Sigismondo Luna; di esso resta la porta d'accesso ad arco sita nel cortile Chiodi e in cui vi è scolpito lo stemma dei Perollo, che lo ereditarono in seguito al matrimonio di Giulietta figlia di Ruggero con Gilberto Perollo.
Castello incantato: sono teste scavate e scalpellate nella roccia ad opera di Filippo Bentivegna ( 1888 – 1967) esse sono tutte diverse e raffigurano personaggi famosi e non famosi. Alcune sue opere sono conservate presso il museo “Art Brut di Losanna“.
Porta Palermo: del 1753 durante il Regno di Carlo III di Borbone; dotata di colonne in cima adornate da un gruppo scultoreo con una grande aquila in stile barocco.
Porta S. Salvatore: sec. XVI ricca di sculture rinascimentali.
Porta S. Calogero: del 1536 funge d'ingresso al quartiere S. Michele.
Archeologia: nelle acque al largo del picco Cammordino sono state rinvenute parti di due imbarcazioni medievali francesi del sec. XVI, tre cannoni in bronzo e su di uno è riportata la salamandra che estingue il fuoco; in un altro è disegnata la “F“ (Francesco I) e il terzo ha inciso le lettere “B e D“ con incisione di un fiore a cinque patali, conservati nella sede del comune.
Nella strada verso S. Giorgio è presente un “Dolmen“ e in contrada Carabollace è stato rinvenuto un insediamento africano con ceramiche e lucerne risalenti al sec. X.
In contrada Locogrande sono state rinvenute delle “Hexas di Akragas“ antiche monete risalenti al quattrocento a. C. quando vi era la dominazione greca.
In contrada Tranchina sono state rinvenute tombe, vasi, ciottoli e dentalium (collane fatte con pezzi di conchiglie) risalenti all'Eneolitico.
Rocca Nadore: risale all'eparchia cartaginese, periodo in cui si combatteva contro Dionigi I, con struttura quadrangolare, ceramiche variopinte e oppida (città fortificata priva di un confine sacro) dell'era normanna.
Collezione Veneroso: di epoca preistorica dichiarata di eccezionale interesse storico e archeologico; prende il nome dall'Avv. Primo Veneroso uomo di cultura e appassionato di archeologia che ha studiato e ampliato la collezione di famiglia accorpata a fine ottocento, costituita da ceramica preistorica, bronzi e diversi esemplari di ceramica greca di epoca storica e monetazione greca e romana.

Escursioni
Santuario di S. Calogero, sull'omonimo monte a 7 km dal quale, a secondo dell'aria tersa e nitida, si può intravedere l'isola di Pantelleria. Famoso anche per le stufe Salinuntine – grotte sature di vapore radioattivo usate come sudatori. Il Santuario al suo interno custodisce la statua del Santo opera del Gagini nel cinquecento.
Caltabellotta a 20 km. È uno dei centri più caratteristici della provincia di Agrigento, molti studiosi pensano sia l'antica Triokala, importante sotto i romani e dominata dagli arabi. famosa per il trattato di pace che qui venne firmato tra Angioini e Aragonesi nel 1302. Nella zona sono state rinvenute tombe preistoriche.
Chiesa madre edificata dai Normanni nell'XI sec. e portale di epoca gotica. Al suo interno opere del Gagini e dei suoi allievi; interessante è anche la piccola Chiesa di S. Salvatore di origine gotica. Inoltre è da ammirare la Chiesa di S. Lorenzo con portale gotico e al suo interno la deposizione in terracotta colorata realizzata nel 1552 da A. Ferraro presso la Chiesa di S. Agostino.
Tramite una scalinata si accede al monte dove si trovano i resti del castello eretto dagli arabi e abitato poi dai Normanni. Scavi hanno evidenziato tracce di fortificazioni con torri risalenti al sec. VI a. C.
Sambuca di Sicilia a 30 km. Importante per la vicinanza con il monte Adranone che domina una strada antica; il suo nome “Adranone“ è identificabile con il villaggio che secondo Diodoro Siculo nel 263 a. C. fu conquistato dai romani. Alcuni scavi hanno portato alla luce un insediamento indigeno dell'età del ferro con capanne e necropoli; quest'ultima fu sostituita da un abitato greco nel sec. VI a. C., del quale sono visibili tracce di mura del sec. IV a. C. Nel perimetro dell'acropoli sorge un Santuario e una cisterna.
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