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Brisighella

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Ritrovamenti archeologici ne attestano la presenza di civiltà preistoriche; ma le sue origini risalgono al duecento, quando Maghinardo Pagani edificò su uno dei tre scogli di selenite quella che divenne la roccaforte. Nel 1300 venne fortificata da Giovanni Galeazzo Manfredi; nel XVI sec. passò sotto il dominio del Valentino, poi dei veneziani e infine della Chiesa.
Fa parte dei circuiti “BORGHI PIU' BELLI D'ITALIA“ e “Cittaslow”.

Monumenti
Pieve di S. Maria in Tiberiaco: è ubicata sul Monte Mauro e fu eretta nel VI sec. per volere dell'imperatore bizantino Maurizio (582 – 602), egli stesso la dedicò alla Vergine Assunta conferendole il titolo di diritto imperiale: “Beata Vergine Assunta in Tiberiaco”. La Chiesa dopo attraversato le epoche storiche nel sec. XX fu ridotta a rudere e nel sec. XXI si è concluso il restauro.
Pieve di S. Giovanni in Ottavo: risale al sec. XI e fu eretta su di una precedente struttura del sec.V, prendendo il nome dalla sua collocazione all'ottavo miglio da Faenza lungo la strada per Firenze. Per la sua costruzione venne utilizzato materiale di recupero e in stile romanico. L'interno è a tre navate e custodisce il paliotto dell'altare risalente al VII sec.; la cripta conserva vari reperti tra cui una tomba romana e un'antica macina di olive per uso familiare.
Chiesa dell'Osservanza: eretta nel 1520 e al suo interno custodisce una Madonna con Bambino e Santi coeva alla Chiesa ad opera del Palmezzano.
Santuario del Monticino: è ubicato sul terzo colle di Brisighella e immerso tra i cipressi. Si tratta di una ceramica impressa e realizzata nel 1626, in origine era posta su di un pilastro all'entrata del paese e nel 1662 venne trasferita in un romitorio il quale fu abbattuto nel 1758 e ricostruito nell'attuale, il quale nella parte absidale presenta affreschi opera di Savino Lega; l'altare principale è rivestito di marmi pregiati, circondati da capitelli ionici, stucchi e decori.
Rocca di Brisighella: conosciuta anche come Rocca Manfrediana o Rocca dei veneziani, risale al 1228 sita sul secondo dei tre pinnacoli rocciosi di selenite ed è caratterizzata da torri cilindriche di cui la più alta risale al 1503. La prima roccaforte venne eretta nel 1310 per volere di Francesco Manfredi signore di Faenza e la Santa sede ne detenne direttamente il possesso fino al 1376 che fu ceduta ai Manfredi nominati vicari pontifici. Nel 1500 fu conquistata da Cesare Borgia e poi dai veneziani i quali l'ampliarono e la dotarono dell'imponente torrione circolare.
Entrò a far parte dello Stato pontificio con una breve sospensione napoleonica, ritornò al papa fino al 1860 con l'entrata del Regno d'Italia della Romagna. Nel sec. XXI il castello è stato completamente restaurato, rinforzato le strutture murarie e valorizzato il complesso architettonico con un'illuminazione speciale. Al suo interno è stato allestito un percorso espositivo, il quale espone il rapporto tra uomo e gesso che ha da sempre caratterizzato l'economia del borgo.
Curiosità: all'interno della rocca è stato ambientato il drammatico finale del romanzo storico “il figlio del Cardinale” della scrittrice irlandese “Ethel Lilian Voynich”.
Torre dell'orologio: era il fortilizio eretto nel 1290 da Maghinardo Pagani con massi squadrati di gesso per controllare le mosse degli assediati nel vicino castello di Baccagnano; fino al 1500 insieme alla rocca, era il sistema difensivo del centro abitato. Nel 1850 con la sua ristrutturazione venne posto anche l'orologio con un quadrante a sei ore; il colle è un punto panoramico per ammirare il paese, i gessi e i calanchi (formazioni di argille azzurre dilavate dagli agenti atmosferici).
Torre del Marino: eretta nel 1460 dai Naldi per scopi di avvistamento poiché trovasi in posizione dominante; in seguito alle vicende belliche della II guerra mondiale, sono crollati il soffitto e le volte di sostegno dei vari piani interni; conserva tracce di scale e resti di un camino monumentale. Priva di merlatura presenta ancora interessanti soluzioni di architettura militare rinascimentale.
Torre Cavina: risale al sec. XIV.
Torre Cavina-Pratesi: risale al 1510 da Antonio Menini detto “il Pratese” discendente dalla stirpe dei Cavina. Nel sec. XVII in seguito all'introduzione delle armi da fuoco la torre venne convertita a casino di caccia e al suo fianco venne costruita una casa colonica nell'ottocento.
La torretta: è una fortificazione medievale del XV sec. in pietra arenaria, il cui nome è ciò che resta di una torre di avvistamento a breve distanza dal luogo dove sorgeva l'antico “castrum“ di Fognano del XIII sec.
Via del borgo: o via degli asini derivante dall'usanza di far passare le carovane di animali, i quali trasportavano materiali delle vicine cave di gesso; è una suggestiva via sopraelevata quasi del tutto coperta da archi di ampiezze differenti; poggiando su una larga base di roccia rivestiva una funzione difensiva, solo in seguito venne scavato lo zoccolo per ricavarne stalle, fondaci e negozi.
Fontana vecchia: del 1490 ed è la più antica fontana pubblica del paese.

Musei
Museo civico “G. Ugonia” è costituito dal lascito di 400 opere del pittore e litografo Giuseppe Ugonia (1881 – 1944); in seguito è stata aggiunta la donazione di mille incisioni di vari autori del XIX e XX sec.
Museo del lavoro contadino: del 1975 allo scopo di conservare e preservare gli utensili adoperati nei lavori agricoli e il museo ha la sua sede nella rocca.
Museo della Resistenza “Cà Malanca”: del 1990 documenta il periodo 1944/45.
Terme: conosciute già in epoca romana erogano acque solfuree e salso-bromo-iodiche, le quali vengono utilizzate nella cura delle malattie dell'apparato digerente, delle vie respiratorie, artrosiche e ginecologiche; lo stabilimento è ubicato in mezzo a un parco con alberi secolari.
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