Montagna
Montefiascone
Sorse sul luogo dov'era il santuario di Voltumna (centro di adunanza della confederazione etrusca), quando le invasioni barbariche spinsero gli abitanti della pianura a trovare un luogo meno accessibile per il loro insediamento. Fece parte dello Stato della Chiesa e sede di numerose signorie.
Monumenti
Chiesa S. Flaviano: Chiesa romanica del 1100 sorta su di una precedente costruzione pagana e rielaborata nel secc. XIII e XIV comprende due edifici sovrapposti. Nella facciata a arcate gotiche sormontate da un lungo balcone a loggetta si apre un grande portale a lato un campanile a vela romanico.
La Chiesa inferiore a tre navate con colonne e pilastri dissimili presenta tre absidi disposte a semi cerchio. A destra dell'ingresso è la pietra tombale dell'Abate di Magonza Johannes Defuk al quale è legato un celebre episodio. Essendo grande bevitore l'Abate durante il suo soggiorno in Italia, mandava avanti il suo servo ad assaggiare il vino delle varie località che egli attraversava e nelle locande dov'era migliore il servo apponeva la scritta: “est”. Avendone scoperto a Montefiascone di gusto eccezionale il servo scrisse: “ Est, Est, Est!”. Defuk bevve tanto di questo vino che ne morì.
Il nome Est, Est, Est, fu dato al vino locale che ancora oggi è così chiamato.
Il fedele servo Martino che ne curò la sepoltura fece incidere sulla lapide in peperino grigio della tomba l'iscrizione: “ Est, est, est, pr nim est hic joDe Fuk do meus mortuus est” che sta per :” Est, est, est, propter nimium est hic Johannes De Fuk dominus meus mortuus est” (per il troppo est! Qui giace morto il mio signore Johannes De Fuk) può essere letta ancora oggi.
Le pareti della Chiesa sono ornate di affreschi del XIV – XVI sec. Sulla penultima colonna di destra, una buffa figura barbuta che in una scritta latina prende in giro gli sciocchi. Si sale alla Chiesa superiore, di orientamento opposto a quella inferiore e alla quale è collegata al centro con un'apertura rettangolare: è a tre navate e vi si conserva il tronetto di papa Urbano IV.
Chiesa Montedoro: realizzata da Antonio da Sangallo il giovane, ha la forma di un tempietto ottagonale; all'ottagono è unito un coro semicircolare lungo 21 metri, mentre il perimetro ne misura 31, in sei angoli dell'ottagono si trovano semi colonne rettangolari sovrapposti da capitelli dorici, sopra i quali scorre un fascio di modanature. Nel mezzo di ogni lato sono disegnate finestre non tutte aperte; al di sopra si trova il tamburo dal quale si eleva un rozzo muro che cela la piccola cupola eretta sul tamburo. All'interno cinque cappelle laterali e la grande cappella semi circolare dell'altare maggiore, tutte le cappelle sono affrescate. Ricordiamo: quella riguardante la Crocifissione; l'altra presenta la Madonna col Bambino; un'altra è rapresentata La Resurrezione.
Chiesa S. Margherita: del XV sec, fu costruita quando papa Urbano V istituì la diocesi di Montefiascone; l'edificio dalla cripta al tamburo fu eretto tra il 400 e il 500 opera di Michele Sammicheli con la collaborazione di Antonio da Sangallo il giovane. Ideata a due livelli con la Chiesa inferiore; al suo interno ancora ospitante le reliquie di S. Lucia Filippini e le spoglie del Cardinale Marco Antonio Barbarigo.
Per motici economici la cupola fu edificata a seguito di un incendio opera di Carlo Fontana con una cupola costolonata ed evidenti scanalature; le torri campanarie e la facciata sono opera di Paolo Gazola. Le statue di S. Flaviano e S. Margherita, un timpano classico sorretto da colonne ioniche e sormontate dallo stemma del Cardinale Macchi, sono gli elementi di decorazione. Degni di nota sono la statua marmorea e le spoglie di S. Margherita di Antiochia e un raffinato crocifisso ligneo nonché la cripta attribuita al Bramante.
Rocca: fu eretta nel periodo delle invasioni barbariche e presto divenne meta privilegiata di papi, costretti a scappare da Roma assediata, scegliendola come meta del loro esilio. La zona della Rocca rappresenta ancora oggi una delle principali attrattive del luogo dal quale si gode di un suggestivo panorama.
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