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Bonorva

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Interessante paese agricolo. Il poleonimo deriva dal latino: 'Bonus Orbis' e significa: 'Buona terra', oppure dalla radice latina 'Urbs urbis' significherebbe 'città buona'. Divenne importante nel periodo della civiltà neolitica e nuragica, nonchè importante via consolare nel periodo romano. Per la purezza della lingua sarda 'logudorese' che si parla nel paese, è denominata: 'la Siena sarda'.

Monumenti
Chiesa di S. Giovanni Battista del 1174 sorge su di un preesistente impianto medievale, al suo interno custodisce un pregevole altare ligneo e un quadro del pittore 'Baccio Gorini' del cinquecento il quale raffigura gli angeli musicanti e i Santi: Carlo Borromeo, Antonio Abate e Gavino di Torres.
Chiesa di S. Vittoria XVII sec. Anch'essa sorge su di un preesistente impianto medievale e sita nel centro storico dove si sviluppò il primo nucleo del borgo. Al suo interno custodisce le statue di S. Francesco Saverio, della Vergine e di S. Maria de Cunzadu.
Chiesa di S. Simeone con l'omonimo sito archeologico ubicato nell'altipiano di Campeda.
Chiesa di S. Lorenzo di Rebeccu risalente al XII sec. È una Chiesa campestre sita su di una piccola altura in prossimità dell'antica strada che conduce a 'Rebeccu' un villaggio medievale abbandonato il quale era appartenuto alla curatoria di Costavalle e sede del Magistrato del cantone. Da un sigillo in piombo rinvenuto nella Chiesa, appartenuto a Barisone II – giudice di Torres nel periodo 1147 – 1186, porta a collocare l'esistenza dell'edificio al XII sec. Eretto in conci calcarei alternati a pietra basaltica, facciata bicroma arricchita da cinque archetti e campaniletto a vela.
Il portale d'ingresso architravato è sormontato da una lunetta, mentre l'interno a navata unica con illuminazione garantita da quattro monofore latrali e due finestrelle cruciformi posizionate sui frontoni anteriori e posteriori.
Chiesa della natività di Maria o (S. Maria Maggiore) stile tardogotico del 1582 come inciso nel fastigio della facciata. L'interno a navata unica e quattro cappelle laterali, l'abside quadrata con volta a crociera; l'aula è suddivisa in quattro campate da archi trasversali a sesto acuto con le csappelle a botte, fatta eccezione della 'capilla mayor' la quale è voltata a crociera costolata.
Chiesa di S. Giulia: è una Chiesa campestre ubicata nella frazione di Rebeccu risalente al sec. XII.
Chiesa di S. Lucia: del sec. XIV essa sorge a breve distanza dalla 'necropoli preistorica di S. Andrea Priu' - il 1 maggio diventa oggetto di pellegrinaggio in onore della Santa, da numerosi fedeli provenienti da tutta la Sardegna per chiedere grazia o sciogliere un voto.
SITO archeologico: necropoli di S. Andrea Priu risalente all'epoca Neolitico della civiltà Prenuragica; è uno dei più importanti complessi della Sardegna composto da una ventina di tombe ipogeiche del tipo 'domus de janas', di cui una con 18 vani è una delle più ampie fra quelle presenti nel bacino del mediterraneo.
La necropoli occupa il fronti di un affioramento trachitico alto circa 10 metri e lungo 180; cronologicamente esso si colloca nella cultura di Ozieri del Neolitico 3500 – 2900 a. C. Fra le domus che compongono la necropoli vi è la tomba del capo, la tomba a capanna circolare e la tomba a camera, rivestendo una particolare importanza per la loro spettacolarità e l'ottimo grado di conservazione.
La tomba del capo è composta da 18 vani ed ha un'estensione di circa 250 mq. È una delle più spettacolari con il piccolo atrio che funge da ingresso, una sorta di vestibolo e due ampie stanze da cui dipartono altre stanze più piccole, le quali a loro volta conducono in altri ambienti con loculi e piani per la deposizione dei defunti. Durante il periodo romano e poi bizantino venne trasformata in una Chiesa rupestre.
L'anticella della tomba è un ambiente semi-circolare di circa 20 mq caratterizzato da un soffitto lavorato con travetti a rilievo i quali simulano fedelmente le travi di legno della copertura delle capanne. Il pavimento è interessato dalla presenza di numerose coppelle votive preistoriche . Molti affreschi presenti in alcuni ambienti sono ben conservati e raffigurano scene del Nuovo Testamento evidente che risalgono al periodo cristiano.
Tomba a camera: è un ipogeo con vani di piccole e grandi dimensioni i quali raggiungono anche il metro e ottanta in altezza. Il vano principale misura 4,70 x 3,05 metri con soffitto finemente lavorato.
Tomba a capanna: è una domus de janas a pianta circolare dal diametro di circa tre metri; è interessata da un soffitto decorato da una raggiera di solchi incisi nella roccia i quali alludono alle travature destinate a sostenere il tetto di frasche, tipico delle capanne eneolitiche del tempo. La sua altezza al culmine raggiunge i due metri e trenta.
Il campanile: è un costone che ospita le 'domus de janas' e si leva una singolare formazione rocciosa di circa 4,40 x 2,50 x 1,90 di altezza, essa viene indicata come 'il campanile' ma da molti è rinominata 'il toro sacro' poichè ha la forma simile a quella di un grosso bovino.
Curiosità: il 12 agosto 2017 in concomitanza con la sagra del Zichi si è svolta la seconda edizione del 'su ballu tundu' il quale ha visto la partecipazione di oltre 90 gruppifolk di tutta la Sardegna, a cui hanno partecipato oltre 620 ballerini entrando nel 'Guinnes world record' per su ballu tundu più grande del mondo, superando il loro stesso record del precedente anno.

Escursioni
- S. Niccolò di Trullas a 6 km. Piccola Chiesa lungo la strada per Pozzomaggiore del XII sec. Stile romanico-pisana, ornata di belle maioliche;
- di S. Andrea Priu a 9 km. Poco distante dalla Chiesa di S. Lucia che conserva elementi originari del 1200, si tratta di un complesso di domus de janas, scavato in un roccione rossastro, la necropoli risale al 2400 – 1800 a. C.
- Cossoine: a 8 km. testimonianze di presenza umana, risalgono al neolitico e sono presenti in diversi domus de janas; tombe dei gignti; nuraghi.
Non mancano testimonianze di altri popoli tra cui i Romani e i bizantini. Nell'XI sec. Venne citata per la prima volta la Chiesa di S. Maria Iscalas di curin, evoluto poi in cossein e l'odierno Cossoine.
Nel medioevo, fece parte del Giudicato di Torres per passare ai Doria, poi al Giudicato di Arborea e agli Aragonesi.
Tra i suoi monumenti, la Chiesa campestre di S. Maria Iscalas di stile bizantino, alle falde del monte Traessu.
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