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Paternò

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La sua fondazione risale all'epoca anteriore a quella greca, di origine vulcanica e abitato fin dall'età di Thapsos (civiltà testimoniata dai ritrovamenti archeologici di un grande centro sito nella penisola di Magnisi tra Augusta e Siracusa che i greci chiamarono “Thapsos“.
Nel IV millennio a. C. fu abitato dai Sicani assumendo il nome di “Hybla Gereatis“; intorno al 460 a.C. fu conquistata dai greci e nel 243 a. C. fu conquistata dai romani. Secondo il geografo Strabone I i villaggi di Aitna e Hybla scomparvero intorno al II sec. a. C.; alla caduta dell'impero romano la Sicilia passò sotto il dominio bizantino e secondo alcuni storici, fu questo il periodo in cui nacque il toponimo di Paternò.
Il geografo arabo Al-Muqaddasi nella sua descrizione della Sicilia del 988 denomina la città come “Batarnù“ affermando che il toponimo era preesistente alla dominazione araba. Alla conquista Normanna del 1061verrà denominato “Paternionis“.

Monumenti
Palazzo di città: ex palazzo Alessi sorto nel 1787 oggi è sede del municipio dopo anni di abbandono; è caratterizzato da una lunga facciata dove fanno mostra diversi portali e balconi in pietra lavica lavorata. Interessanti sono gli interni con vasti saloni dai soffitti dipinti e una grande corte che da sul retro usata per cerimonie e serate di gala.
Palazzo Moncada: palazzo storico del 1627 eretto su di una precedente costruzione del quattrocento; la lunga facciata è a ridosso della porta medievale del borgo e caratterizzata da elementi in pietra lavica (balconi, portali e mensoloni). Al suo interno i saloni sono riccamente affrescati e stuccati.
Portale Las Casas: è ciò che resta dell'antico e seicentesco palazzo il quale mostra elementi architettonici interessanti: il mascherone e le decorazioni in stile plateresco spagnolo del 1500.
Palazzo Cutore-Recupero: risale al 1700 dotato di una lunga facciata che si eleva su due piani dove fanno bella mostra numerosi balconi ed eleganti portali in pietra bianca, più una grande terrazza angolare delimitata da una bellissima balaustra. L'interno è caratterizzato dalle numerose stanze con tetti dipinti e stuccati; in qualche stanza del piano terra restano tracce di una preesistente costruzione che risale all'epoca bizantina.
Villa Coniglio: risale al settecento e abbandonata nel sec. XX; nel 2005 è stata ristrutturata dal comune e adibita a centro anziani.
Palazzo Cutore: sorto nell'ottocento su tre elevazioni, reca due facciate caratterizzate da balconi e portali decorati da timpani neoclassici e altri ornamenti con il portale d'ingresso molto particolare. L'interno è arricchito da stanze con soffitti dipinti.
Castello Normanno: eretto nel 1072 dal Gran conte Ruggero in forma parallelepipeda, è un “donjon“ come quelli francesi e inglesi fortificati nello stesso periodo. Nel sec. XVIII fu utilizzato come carcere e poi abbandonato, in seguito diverse campagne di restauro gli hanno restituito l'antica possenza.
E' a pianta rettangolare su quattro livelli raggiunge un'altezza di metri 34; i monconi che si notano sul maniero era la merlatura ghibellina del seicento. L'effetto di bi-cromatismo di crea tra il colore scuro della muratura e le cornici delle aperture in calcare bianco.
Al piano terra si trova la cappella di S. Giovanni ornata da pregevolissimi affreschi del sec. XV; al primo piano vi è il grande salone d'armi il quale viene illuminato da una serie di bifore e all'ultimo piano vi sono quattro ambienti i quali erano adibiti all'abitazione del re, disimpegnati da un vano dalle dimensioni del sottostante salone il quale è chiuso su entrambi i lati da due grandi bifore gotiche che dischiudono lo sguardo verso il Simeto e l'Etna.
Attraverso le scale intagliate nelle mura si arriva fino alla terrazza superiore da cui si ammira un panorama mozzafiato.
Porte di Paternò: nel periodo normanno la città venne fortificata con nove porte di cui oggi ne restano tre, le altre furono assorbite da nuove costruzioni o andarono in rovina nel sec. XVII.
- Porta del borgo: detta anche arco della matrice in quando essa conduce alla Scalinata che arriva alla Chiesa della Madonna dell'Alto del sec. XII.
- Porta Lentini: sita nei pressi del Santuario della Madonna della Consolazione.
- Porta della Ballottola: anticamente era costituita da due fornici e deve il suo nome alla caratteristica dei Massoni che vi transitavano furtivamente appollaiati nei loro mantelli.
- Porta dei Falconieri: è un arco a sesto acuto stile gotico, sito al termine di una stradella che scende lungo il fianco destro dell'omonima Chiesa.
Torre dei Falconieri: risale all'età medievale come avamposto di guerra, dal sec. XVII funge da torre campanaria della Chiesa della Madonna dell'Itria. E' interamente costruita in pietra lavica e nella parte inferiore vi è un contrafforte che risale ad epoca posteriore alla sua costruzione. La parte superiore è la più interessante con finestre e stipiti, gli angoli ornati con pietra lavica e pietra bianca in alternanza.
Santuario della Madonna della Consolazione: risale al cinquecento e intitolato alla Madonna del pietoso ma nel 1616 vi si insediò la confraternita della Madonna della Consolazione a cui si deve l'attuale denominazione; è fiancheggiato dall'alto e snello campanile in stile neo romanico alto circa 50 metri.
La venerata immagine è ricca di ex voto tra cui la corona in oro massiccia del peso di oltre 5 kg. Tempestata di pietre preziose, la quale fu donata dal mecenate paternese “Michelangelo Virgillito“.
Ex monastero della SS. Annunziata: del sec. XVII antico monastero delle monache benedettine nella parte bassa della cittadine, parte di esso oggi è sede della biblioteca comunale; l'annessa Chiesa del settecento è caratterizzata da una grande cupola, essa fu la cappella delle monache. Nell'atrio è possibile ammirare un dipinto del 1579 della celebre pittrice Sofonisba Anguissola raffigurante la Madonna dell'Itria (nata dalla nobile famiglia piacentina degli Anguissola – Cremona 2 febbraio 1532 – Palermo 16 novembre 1625 fu una delle prime esponenti femminili della pittura Europea).
Chiesa di S. Barbara: risale al tardo cinquecento e si presenta con vasta facciata a due ordini arricchita da statue e fregi. L'interno a navata unica a croce greca è interamente ricoperta di preziosi stucchi policromi i quali la rendono unica nel suo genere, lascia incantato il visitatore la grandiosa cupola alta 37 metri e ricoperta da bellissimi stucchi.
In marmi policromi è l'altare maggiore con le tele degli altari laterali; nella sacrestia si trova un mobilio ligneo con affreschi. La Chiesa custodisce le reliquie della Santa patrona e bellissimi reliquiari in argento cesellato, tra cui il preziosissimo simulacro in argento del settecento arricchito da migliaia di gioielli in oro donato nei secoli come segno di devozione alla veneratissima S. Barbara.
Chiesa del Carmine: del cinquecento e inizialmente dedicata alla Madonna della Catena; nel 1573 fu donata ai monaci carmelitani dai Moncada e assunse tale denominazione, fu sede fino all'ottocento di un monastero e di un ospedale.
Chiesa di S. Caterina d'Alessandria: risale al settecento fu più volte danneggiata da eventi sismici; durante gli ultimi lavori di restauro è stato rinvenuto un condotto sotterraneo, che collegava la Chiesa al monastero delle monache distante circa 300 metri oggi, non più fruibile a causa della strada e le abitazioni circostanti.
Chiesa di Cristo al monte: del sec. XVI su iniziativa della Compagnia dei Bianchi e nel sec. XVIII fu modificata in stile rococò.
Chiesa di S. Domenico: detta anche del Rosario risale al 1562 fu inizialmente dedicata a S. Tommaso e poi fu sede della confraternita della Madonna del Rosario e dei Padri Domenicani.
Chiesa della Madonna dell'Itria: fu uno delle prime Chiese della parte bassa e fu sede dei cavalieri teutonici.
Chiesa di S. Maria dell'alto: risale all'epoca normanna e rimaneggiata nel 1342 e nel sec. XVIII l'interno fu adeguato alla decorazione in stile barocco.
Chiesa di S, Maria della valle di Josaphat: risale al 1092 dalla contessa Adelasia, dotata di un portale gotico è detta anche “Chiesa della Gancia” con l'annesso palazzo delle arti il quale fu ospedale del SS Salvatore e oggi è sede del museo ed ospita vari eventi.
Chiesa di S. Margherita: del settecento si presenta con la torre campanaria la cui cupola ha forma simile a quella delle Chiese orientali.
Chiesa del Pantheon: del sec. XVII dopo la prima guerra mondiale fu destinata alla sepoltura dei caduti paternesi.
Chiesa di S. Marco: di epoca romana risale al sec. XII.
Cimitero monumentale: sito nella parte occidentale della collina storica, inaugurato nel 1887 ospita tombe di personaggi illustri e cappelle con particolari caratteristiche architettoniche.
Fonte Maimonide: sorto dopo il 1733 ospita l'omonima sorgente idrica e fino agli anni sessanta del sec. XX fu un bagno pubblico.
Mulini di Paternò: risalgono all'epoca normanna ma oggi una gran parte di essi non esiste più, i pochi rimasti sono in uno stato di abbandono o utilizzati per altri scopi.
Scalinata della matrice: fu realizzata nel 1782 e collega il sagrato della Chiesa madre con la porta del borgo, il quale fu l'antico ingresso principale della cittadina nella parte mediana della collina storica.
Giardino Moncada: è considerato il polmone verde della città; al suo interno vi è un laghetto con numerose papere.
Musei: sono presenti tre musei, quello civico con la sezione archeologica presso l'ex carcere borbonico e l'etnoantropologica (museo della civiltà contadina). Galleria d'arte moderna che raccoglie collezioni donate da artisti che in passato hanno esposto le opere nella città.
Siti archeologici: acquedotto romano di Catania il quale fu la maggiore opera di convoglio idrico nella Sicilia romana.
Ponte romano di Pietralunga: è un antico ponte romano costruito interamente in pietra lavica; tutt'oggi esistono alcuni tratti del ponte i cui resti vengono utilizzati come canali d'irrigazione per le campagne. Il ponte è dominato dalla montagna “Castiddazzu” con numerose tracce di insediamento riferibile all'età del bronzo.
Aree naturalistiche: Oasi di Ponte barca è un'area naturale protetta e deve il suo nome alle rovine di un antico ponte; è popolato da numerose specie di uccelli.
Salinelle di Paternò: area geologico-naturalistica con veri e propri vulcani di fango; fenomeno unico.
Curiosità: a Paternò sono stati girati diversi film come: Cavalleria rusticana nel 1939; i fidanzati nel 1963; La piovra 7 nel 1995; Vipera nel 2001; la matassa di Ficarra e Picone nel 2009.
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