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Di origini preistoriche fu insediamento sicano; dal 408 a. C. fu abitata dai transfughi della distrutta Imera. Fu conquistata da Roma e decadde con le scorrerie barbariche per poi rinascere con gli Arabi e i Normanni. In seguito fu possesso degli aragonesi, austriaci e dei Borbone.
Si articola in due nuclei: la città alta con il suo centro storico mentre quella bassa è sul promontorio.

Monumenti
Duomo di S. Nicola: fu riedificato in epoca barocco, nelle nicchie della facciata vi sono collocate le statue di S. Giovanni Battista; S. Pietro apostolo e S. Giacomo Maggiore; copie degli elementi del retablo marmoreo di Giuliano Mancino e Bartolomeo Berrettaro, gli originali sono custoditi al suo interno. Le tre porte sono ricche di maestosi portali e colonne in stile composito e sul portale centrale vi è collocato il gruppo marmoreo raffigurante il Beato Agostino Novello con angeli, un'opera di Filippo Sgarlata del 1925.
L'interno a tre navate, le campate sono dotate di cappelle con Santi, dipinti e opere scultoree rinascimentali e barocche. Di pregio un Crocifisso dipinto da Pietro Ruzzolone del 1484 il quale campeggia sull'altare maggiore e un Crocifisso ligneo datato 1520 di Giacomo Di Leo. Alle spalle dell'altare maggiore vi è la scultura di Giuliano Mancino e Bartolomeo Berrettaro raffigurante la Vergine in trono.
La cappella del Beato Agostino Novello si presenta con altare a colonne tortili, timpano ad archi spezzati sovrapposti e sime con Angioletti e la figura intermedia di S. Pietro apostolo. Sotto la mensa vi è collocato il corpo del Beato e le reliquie di S. Calogero, S. Basilia e S. Candida; i dipinti murali con storie del Beato risalgono al sec. XVII.
Chiesa di S. Caterina d'Alessandria: eretta nel quattrocento nella parte alta della città in zona di interesse archeologico e monumentale. Essa reca un portale ogivale archivolto in pietra arenaria intagliata e sormontato da un'icona la quale è sorretta da due Talamoni e raffigurante S. Caterina d'Alessandria tra due Angeli adoranti.
L'interno è costituito da una grande sala rettangolare sormontata da un tetto a capriate lignee e da un pavimento in cotto. Di grande pregio è la decorazione attribuita ai fratelli Nicolò e Giacomo Graffeo, essa raffigura episodi della vita di S. Caterina; la narrazione è disposta su due ordini sovrapposti separati da un fregio con didascalie in lingua siciliana.
Chiesa di S. Maria di Gesù: risale al 1472 insieme al convento dei padri minori osservanti che fu approvato da papa Sisto IV. Dopo la soppressione degli ordini religiosi nel 1866, il convento venne adibito a caserma dei Carabinieri e la Chiesa utilizzata a deposito.
Oggi la Chiesa si presenta a navata unica coperta da volta a botte con altari laterali inquadrati da archi su paraste. Ai lati dell'altare maggiore sono presenti due dipinti su tela uno di Niccolò da Voltri, raffiguranti “S. Giorgio che uccide il drago“ mentre l'altro su tavola raffigura S. Egidio del cinquecento e di autore ignoto.
Di autore ignoto è anche la statua lignea della Vergine Immacolata del seicento, mentre sulla sinistra vi è posta marmorea di Giorgio da Milano raffigurante S. Maria di Gesù. Nella Chiesa oltre alla statua lignea dell'”Ecce Homo“ di scultore siciliano del seicento, ammiriamo: altorilievo marmoreo con la Pietà del 1480 attribuito a Domenico Gagini; un dipinto del quattrocento su ardesia (roccia detta anche pietra lavagna) raffigurante la Vergine con il Cristo morto tra le braccia; statua lignea di S. Francesco d'Assisi; statua lignea dell'ottocento di S. Paolino da Nola; statua lignea del settecento di S. Pasquale Baylon e la seicentesca statua lignea di S. Antonio da Padova, tutte di scultore ignoto siciliano; olio su tela di Vincenzo d'Oria raffigurante S. Francesco che riceve le stimmate del seicento; statua lignea del De Leo di S. Rocco.
Di padre Alberto Farina sono le vetrate del rosone, mentre l'organo a canne è della ditta Tamburini e all'esterno vi è un monumento in bronzo opera di Alessandro Manzo con S. Francesco e il lupo, posto su di una base di Piero Ricotta.
Foro: Nei pressi del Duomo vi sono resti di edifici romani con grande portico, preceduto da una scalinata con un colonnato, pavimentati in signino (usato come il cacciopesto in edilizia) del II – I sec. a. C.
Villa Palmieri: edificio in opera cementizia con paramento a blocchetti e non lontano vi è l'Anfiteatro, realizzato con paramento a blocchetti in opera cementizia; si presenta con doppio ambulacro. La cavea era in parte scavata e in parte costruita probabilmente realizzato in età Augustea.
Chiesa del Monte: risale all'età del barocco ma la facciata fu eseguita nel 1700; al suo interno si trovano due monumenti sepolcrali del rinascimento e varie lapidi.
Biblioteca Liciniana: istituita nel 1800 possiede un patrimonio di 102.000 volumi e un archivio di atti che risalgono al sec. XVI.
Museo civico: installato nell'ex ospedale Fatebenefratelli; espone numerosi e importanti reperti tra cui otto teste leonine provenienti dalla sima del tempio della Vittoria di Himera; due leoni in tufo del foro; un mosaico con pesci; ritratti imperiali di Giulio-Claudio; Agrippina Maggiore; Domiziano; Dama Traianea e statue togate; nonché la ricchissima collezione epigrafica.
Terme: sfruttano le acque salse-bromoiodiche che superano i 40° e vengono utilizzate nei disturbi artroreumatici e uricemici.

Escursioni
Caccamo: a 10 km la quale è dominata dalla maestosa mole del castello il quale risale al 1100; è dotato di merlatura, torri e perimetro murario di bianco pietrame. Interessanti sono anche le Chiese: il Duomo del sec. XVII riedificato su quello Normanno; la Chiesa di S. Maria degli Angeli e di S. Marco del sec. XIV e quella della SS Annunziata del XVI – XVII sec.
Imera: a 16 km le cui rovine si estendono sul colle a dominare il paese di Buonfornello, sorse per volontà dell'antica Zancle (Messina) intorno al 649 a. C. e fu demolita dopo 240 anni dai Cartaginesi. Nella città arcaica sono state rinvenute parti delle mura e l'area sacra con tre templi con vari edifici. Nella pianura sorge il tempio della Vittoria risalente al sec. V a. C.
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