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Angri

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Nei pressi della città di “Nuceria Alfaterna“ (nota nel sec. XXI come Nocera Inferiore e Nocera Superiore, Angri e S. Antonio Abate), vi fu combattuta la battaglia dei Monti Lattari “conosciuta anche come battaglia del Vesuvio poiché la prima fase fu combattuta proprio su di esso“; era il 552 durante la guerra gotica e fu decisiva per la sconfitta dei Goti e l'affermazione dell'Impero romano d'Oriente in Italia. La battaglia fu combattuta fra il generale dell'impero romano d'Oriente “Narsete” e l'ultimo re degli Ostrogoti “Teia“ il quale perse la battaglia e anche la vita.
Il suo primo nome fu “Angra“ che significava “acqua appantanata“. Nel Medioevo alla città venne cambiato nome “Ancharia“ che nella lingua volgare dell'epoca significava “fertilità delle campagne“; questo nome compare per la prima volta nel “Codex Diplomaticus Cavensis“ dell'856 e custodito nell'Abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava dè Tirreni.
Nel 1421 fu teatro di lotta tra gli Angioini e gli Aragonesi dove la cittadina subì un violento assedio da parte del cavaliere di ventura “Andrea Forte Braccio da Montone“. Nel 1425 l'intervento della regina Giovanna d'Angiò-Durazzo fu ripristinato il feudo a favore del conte “Giovanni Zurolo“.
Il suo maggiore fasto è riconducibile al XVII e XVIII sec. quando regnarono i principi Doria, i quali elevarono il feudo al rango di principato. Dal 1806 al 1860 è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al distretto di Salerno del Regno delle due Sicilie. Con la creazione del comune di Pompei perse la frazione di “Bagni“ in favore del comune di Scafati poiché quest'ultimo dovette cedere alcuni territori al nascente comune di Pompei.
Fa parte dell'Agro Nocerino sarnese ed insieme a Scafati costituisce l'estremo settentrionale della Provincia di Salerno; il territorio va dalla base dei Monti Lattari al cuore della Valle del Sarno.

Monumenti
Collegiata di S. Giovanni Battista: risale al 1181 e rifatta nel 1302 dal conte Romano Orsini di Nola, in stile romanico e pianta a croce latina; con bolla papale del 1475 fu insignita di “Collegiata“ cioè al rango di Abbazia retta da un Abate e otto canonici. La facciata è in stile rinascimentale con i profili spioventi della copertura e rivestita esteriormente in bugnato di piperno liscio tagliato a cuscino ( unico esempio di facciata nel mondo come Chiesa); sempre in facciata troviamo incastonati tre splendidi portali marmorei e un rosone poliombato ( autentico fiore in pietra di arte catalana che ha pochi simili in Europa), le due finestre laterali sostituiscono altri due rosoni andati distrutti dai bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Nel sec. XIII accanto all'altare maggiore è stato aggiunto un Crocifisso ligneo, mentre nel 1501 venne fatto costruire un polittico incassato nella parete della di fondo della tribuna dall'artista “Simone da Firenze”. I tre portali che oggi ammiriamo risalgono al 1540. Lo stile barocco interno è frutto del settecento. Nella navata centrale vi è il soffitto in legno dorato e un cassettone contenente tre tele del settecento.
La statua lignea di S. Giovanni Battista ( Patrono della cittadina) fu costruita secondo la leggenda, da un marinaio di una flotta bizantina in viaggio verso la costa campana e durante la traversata, marinai di un'altra nave la rubarono per invidia tentando poi di bruciarla ma senza successo; così misero la statua su di un carro trainato da buoi i quali si fermarono in aperta campagna e in quel punto venne eretta la Collegiata.
La statua è adornata da un manto rosso e oro, ad essa sono attribuiti molti miracoli come la peste del seicento; l'eruzione del Vesuvio del 1944 quando la pioggia di lapilli cessò non appena S. Giovanni apparve sul sagrato della Collegiata. Il busto d'argento del Santo ha valore più importante della statua in legno, risale al 1719 e raffigura il Battista con l'agnello, la Croce e la mano indicante “Cristo – agnello di Dio“.
Chiesa di S. Benedetto da Norcia: risale al sec. VII nel rione che tutt'ora viene chiamato “Ardinghi“ il quale è il più antico della cittadina. La Chiesa si presenta in stile gotico e l'interno in tre navate con le antiche colonne che reggevano la vecchia Chiesa; custodisce: un prezioso polittico e una pala d'altare attribuite a Cristoforo Scacco ( pittore Italiano di Verona del sec. XV – XVI ) del 1503.
Cappella di S. Nicola di Bari: risale al 1321 ed è una cappella gentilizia del nobile Riso de Risi; nel settecento venne ricostruita interamente in stile barocco.
Cappella di S. Giuda Taddeo: risale al 1040 come cappella gentilizia; al suo interno custodisce una pala d'altare raffigurante la SS. Vergine tra S. Giuda Taddeo e S. Gaetano Thiene, opera del pittore Italiano “Carlo Rosa“ e una statua lignea assemblata con la tecnica dell'incastro raffigurante S. Giuda Taddeo.
Chiesa e congrega di S. Caterina di Alessandria Vergine e Martire: le prime notizie risalgono al sec. XV. Nel seicento venne costituito un monte di pietà dai confratelli della congrega senza alcuno interesse e grazie a tutti gli utili generati dalla sottoscrizione dei richiedenti , nel 1685 venne fondato il “Pio Monte dei Morti” per suffragare con celebrazioni di Sante Messe le anime dei morti.
Il 30 novembre 2017 a causa del maltempo e forte vento venne a staccarsi una campana sita all'interno del campanile che fortunatamente non provocò vittime né danni.
Chiesa di S. Maria del Carmine: risale al 1611 e in essa dalla costruzione vi è custodita una pala d'altare raffigurante “La Madonna Bruna“. Nel settecento venne ristrutturata in stile barocco e aggiunti due campanili in stile dorico; venne arricchita di un dipinto a forma ovale incastonato nella volta e le statue di S. Lucia e la Vergine del Carmelo.
Chiesa della Madonna della Pace: eretta nel 1924 per ringraziamento per la fine della prima guerra mondiale, sulla facciata si legge “Regina Pacis Dicatum“ ( l'autentica Regina della Pace). La Chiesa è dotata di un piccolo campanile con orologio. Al suo interno custodisce la statua della Madonna col Bambino; un Crocifisso ligneo di piccole dimensioni; la statua di S. Isidoro agricoltore e una tela raffigurante S. Alfonso Maria Fusco. E' arricchita da affreschi, dipinti e quadri.
Castello: venne acquistato dal comune nel 1908 e attualmente è la sede del municipio, si presenta con facciata a portico e logge attorniate da due torri. La torre “Oppidium Angarium“ di Angri nel 1421 durante la guerra tra re Luigi III d'Angiò e i re Alfonso d'Aragona fu data alle fiamme da “Braccio da Montone“; la torre maggiore del castello “Il Mastio“ è la parte più antica dell'intero edificio. Nel sec. XVII il principe “Marcantonio Doria“ trasformò il castello con la costruzione del corpo avanzato frontale su cui spazia l'ampia terrazza.
Il chiostro fu adattato a grandioso atrio con un artistico cancello di ferro dove troneggia l'aquila bicipite dei Doria, abolendo e trasformando molte strutture medievali; ancora oggi dai muri penzolano gli anelli di ferro i quali servivano a legare i cavalli e si possono ancora notare i poggetti in arenaria i quali facilitavano la salita e la discesa delle dame dai cavalli. Dall'atrio tramite una monumentale scala che si apre ad ali di falco si accede alla torre maggiore e al piano nobile del castello.
Parco: fu costruito dal principe Marcantonio Doria nel 1796 per accogliere gli ospiti e rilassarsi; del giardino antico oggi restano i secolari pini, lecci e la collinetta artificiale ( la montagnella) e dal 1908 è divenuto “Villa comunale“.
Museo: dedicato alla vita e alle opere di S. Alfonso Maria Fusco.

Tra le persone legate ad Angri troviamo:
Frank Nitti – braccio destro di “Al Capone“.
Al Capone i cui genitori erano di Angri.
James Vincenzo Capone – militare e sceriffo fratello maggiore di Al Capone.

Cinema: nel 1979 a Napoli e Angri vennero girate scene del film “il mammasantissima“ e nel 2016 le riprese del film “Made in China Napoletano“.
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