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Nonantola

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La zona abitata in epoca romana fu successivamente evacuata per le continue lotte tra le popolazioni barbariche, fino a quando nel 752 Anselmo duca del Friuli vi eresse un'Abbazia affidandola ai Benedettini. Nei secoli attorno ad essa sorse un fiorente borgo agricolo il quale costituisce l'odierna cittadina. Il complesso abbaziale ebbe un periodo di grande splendore e potenza tra il sec. XI e XIV, divenendo uno dei centri monastici più rilevanti dell'Italia settentrionale.

Monumenti
Abbazia di Nonantola: fu fondata nel 752 dall'Abate Anselmo sul territorio che ebbe in dono dal cognato il re Astolfo. Anselmo prima di diventare monaco benedettino, da laico era stato duca del Friuli. La Chiesa venne dedicata a Maria Vergine e a S. Benedetto poi ai Santi Apostoli e successivamente a S. Silvestro, nel tempo in cui venne traslato il corpo del papa da Roma a Nonantola e ancora oggi l'Abbazia custodisce alcune reliquie del papa S. Silvestro. L'Abbazia fu sede di incontro fra papa Marino e l'imperatore Carlo il Grosso nonché il luogo di sepoltura di papa Adriano III (fu papa dal 17 maggio 884 a settembre 885).
La costruzione dell'attuale Chiesa in stile romanico è iniziata dal sec. VIII e dal coevo monastero benedettino, del quale si sono conservate le sale del refettorio; le decorazioni del portico in particolare i due leoni stilofori e alcune formelle di marmo sono state attribuite agli allievi di Wiligelmo. La cripta presenta 64 colonne che secondo l'uso del tempo hanno capitelli di stili diversi.
Sacro tesoro dell'Abbazia: custodisce uno dei più importanti tesori delle cattedrali Italiane formato da stauroteche della S. Croce del Signore; lipsanoteca (detta anche capsella ed è un termine che deriva dal latino medievale “lispanotheca” il quale significa: custodia di reliquie e si tratta di un astuccio o di una cassetta) e rarissime reliquie tessili del IX sec.
Il pezzo più importante ritrovato in Abbazia è la stauroteca della S. Croce di Gesù, la quale contiene uno dei maggiori frammenti conosciuti al mondo della S. Croce del Signore, che furono portati a Nonantola da Costantinopoli al tempo dei primi abati, i quali fungevano da ambasciatori per Carlo Magno presso l'impero d'Oriente. Da menzionare è il braccio di S. Silvestro, la cassetta reliquiario in argento contenente le calotte craniche dei martiri: Senesio e Teopompo, i quali vennero martirizzati a Nicomedia nel 303 e la cassettina in avorio.
Dal 2011 vi sono esposti anche due straordinari sacri tessuti risalenti al IX – X sec. è un tessuto rosso di chiara e sicura fattura degli opifici di Costantinopoli, riportando aquile all'interno di orbicoli e un tessuto bianco riportando ricamati leprotti, leonesse e cervi (di fattura dell'Egitto o dell'Italia meridionale). I tessuti facevano parte del corredo funebre di S. Silvestro I papa e sono in ottime condizioni di conservazione nonostante siano trascorsi molti secoli. Il tesoro dell'Abbazia è visitabile presso il museo benedettino e diocesano ubicato a pochi metri dalla Chiesa.
Biblioteca: la scriptoria di Nonantola fu uno dei principali centri di formazione della scrittura pre-carolingia; l'archivio abbaziale vanta più di 4500 pergamene, di cui 131 risalgono al precedente anno 1000, tra esse vanno ricordate quelle di Carlo Magno con il celeberrimo monogramma; quella di Matilde di Canossa con la sua firma e quella di Federico I Barbarossa. Le pergamene più importanti sono esposte presso il museo benedettino.
Chiesa di S. Maria: fuori le mura detta di S. Filomena, risale al 1325 per poter accogliere poveri, infermi e pellegrini, fu rimaneggiata nel 1600 e ampliata; nel 1835 sull'altare dell'Annunziata la signora Veratti pose un quadro con l'immagine di S. Filomena il cui sepolcro era stato da poco scoperto nelle catacombe di Roma e da allora la Chiesa assunse il suo nome.
Durante la prima guerra mondiale fu ricovero per i militari e poi utilizzata come magazzino di una cooperativa edile e in seguito abbandonata. Fu restaurata e riconsacrata nel 2004 e viene utilizzata come sala conferenze. L'edificio si presenta con un portico a tre arcate in stile rinascimentale e abside a forma pentagonale sormontata da un campanile a torre che rievoca lo stile romanico dell'abbazia; l'interno è costituito da un'ampia aula rettangolare che termina in un presbiterio con altare e affreschi del settecento.
Casa Previdi: la facciata presenta una serie di finestre inquadrate entro cornici; quelle del primo piano sono ornate da timpani triangolari sorretti da mensole e volute, nella finestra centrale vi è posta una lunetta a bassorilievo in cotto e raffigura Dante che incontra il suo avo Cacciaguida in Paradiso alla presenza di Beatrice. La scena reca la scritta: “e quindi il soprannome tuo si feo“ rendendo così omaggio all'origine nonantolana della famiglia di Dante Alighieri. Il palazzo non è visitabile al suo interno.
Palazzo Sertorio: risale al 1500 come residenza estiva della nobile famiglia Sertorio a cui appartenevano quattro abati commendatari dell'Abbazia di Nonantola. La facciata ha una serie di portici archi-voltati; le sale del piano nobile conservano soffitti decorati a pennacchi. Il palazzo ha inglobato parti delle antiche mura castellane e la struttura di una delle torri del castello; sotto il portico vi è un affresco del sec. XVIII raffigurante la Madonna del Rosario di pittore anonimo. Il palazzo non è visitabile.
Palazzo Salimbeni: risale all'ottocento ed è la sede del comune; lo scalone con ringhiera in ferro battuto conduce al primo piano, il soffitto è dipinto con scene di frutta e cacciagione. Attualmente del palazzo sono visitabili la sala delle colonne e degli affreschi il quale era l'ex refettorio dell'Abbazia affrescato in età romanica e l'archivio storico comunale il quale custodisce la documentazione prodotta dalla comunità nonantolana dal 1419 in poi.
Giardino comunale: Nonantola è da sempre stata una terra di confine anche in età romana per cui all'interno del giardino comunale “perla verde“ è stato allestito un percorso con quattro termini di confine del territorio di forma cubica e culminanti in una punta di diamante a cinque cippi segnavia a forma di stele rettangolare. Essi sono stati collocati lungo i vialetti seguendo lo stesso punto cardinale in cui si trovavano in origine, mentre i cippi indicano la direzione della località incisa sul cippo. All'interno del giardino vi sono collocate tre interessanti sculture.
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