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Fidenza

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Di origine romana, si sviluppò nel sec. IX e dopo il mille divenne contea: Fu dominio della famiglia Pallavicino, dei Visconti nel 1335, dei Terzi ed infine dei Farnese nel 1545.

Monumenti
Duomo: risale al sec. XII presenta la facciata con numerosi bassorilievi e statue ad opera di Benedetto Antelami, nella torre vi sono due bassorilievi ornati da una greca e rappresentano re Erode in trono ed i re magi in movimento. Il frontone del piccolo protiro che ricopre il portale è sormontato da un acroterio (elemento decorativo) con due suonatori di tromba a cavallo; all'interno del frontone si ammirano le scene: l'imperatore Carlo Magno – papa Adriano II che porge a S. Donnino la mitria e il pastorale – il miracolo dell'ammalato guarito.
Le colonne del protiro sono rette da due telamoni, la lunetta che sovrasta la porta contiene il bassorilievo della Madonna della vita, fiancheggiata da gruppi di donne oranti e riccamente vestite. Una grande semi-colonna regge un capitello riccamente istoriato riportando le figure di Daniele nella fossa dei leoni e del profeta Abacuc e sulla colonna una statua di Simone Apostolo recante in mano un cartiglio che recita: “Simon Apostolus eundi Romam Sanctus demonstrat hanc viam” (L'apostolo S. Simone indica che questa è la via per andare a Roma).
In una nicchia vicina al portale vi è la statua a tutto tondo di Re David con in mano un cartiglio che recita: “David Propheta, Rex. Haec porta Domini. Iusti intrant per eam“ (Davide, Profeta, Re: Questa è la porta del Signore. Per essa entrano i giusti). Più in alto sopra un bassorilievo ornamentale a motivi geometrici, vi sono poste le lastre scolpite con la storia di S. Donnino.
Il portale centrale è sorretto da due leoni stilofori distesi: quello di sinistra è intento ad uccidere un drago serpentiforme, mentre quello di destra sta sbranando una giovenca. Le colonne sostenute dai leoni sono in marmo rosso di Verona con capitelli riccamente istoriati; l'arcone sovrastante mostra diverse figure umane.
Oltre alla facciata ricca di decorazioni e sculture, anche l'interno a tre navate ci propone sculture e decorazioni di scuola antelamica; particolare il bassorilievo del primo pilastro destro il quale raffigura la cacciata degli angeli ribelli dal Paradiso, esso si sviluppa in tre diversi registri: in alto la figura di Dio Padre in trono che regge un cartiglio che recita: “Fecit iudicium et iustitiam” (ho fatto giudizio e giustizia); i pannelli sottostanti mostrano scene della lotta contro gli angeli ribelli che precipitano capovolti.
Nelle vele del catino absidale vi è la statua del Cristo Pantocratore seduto maestosamente in trono vestito di tunica e pallio, mentre ai lati i rilievi dei quattro Evangelisti e una coppia di angeli che reggono un filatterio. Nella cripta sotto l'altare maggiore sono custodite le ossa del martire. La cattedrale dispone di tre campanili due ai lati della facciata e uno a fianco dell'abside; il Duomo contiene il tesoro di S. Donnino.
Chiesa di S. Pietro: risale al 1603 eretto su di una precedente Chiesa del XII sec. Si sviluppa in tre navate al fianco dell'ex convento il quale si articola attorno al chiostro quadrato. La facciata è divisa da un cornicione in aggetto e scandita in tre porzioni da quattro lesene coronate da capitelli corinzi. Il portale d'ingresso è affiancato da lesene che sostengono il timpano al cui interno si stagliano le chiavi di S. Pietro.
Sulla sinistra una lapide commemora la visita di papa Pio VII nel 1814. L'interno le navate sono divise da ampie arcate a tutto sesto, sostenute da pilastri e arricchiti da doppie lesene con capitelli corinzi; le volte a crociera di copertura sono decorate con stucchi barocchi, le navate laterali risalgono al 1786 per volere del duca Ferdinando di Borbone.
Il presbiterio è barocco arricchito da lesene, cornici e decorazioni in stucco, raffigurante festoni, putti e ghirlande; la volta a vela è coperta da affreschi. Custodisce al suo interno: la stampa dell'Apoteosi dell'Ordine Agostiniano del 1616 e una statua il legno della Madonna della Consolazione del 1611.
Il convento parzialmente distrutto nella seconda guerra mondiale fu ricostruito e soppresso divenendo sede di uffici tributari.
Santuario della Gran Madre di Dio: eretto tra il 1720/22 a navata unica con quattro cappelle laterali; la facciata in stile barocco si eleva su di un'ampia scalinata suddivisa orizzontalmente da un elaborato cornicione, nella parte inferiore vi sono sei doppie lesene con capitelli compositi che scandiscono il prospetto in cinque porzioni.
Sul retro nella parte absidale si eleva lo slanciato campanile in laterizio a pianta quadrata e suddiviso in tre ordini sovrapposti di aperture, è coronata da un'alta struttura ottagonale e ricchissima di bucature coperta da cupola, la quale la rende la più alta della città.
L'interno della Chiesa è chiusa da ampie arcate a tutto sesto e intervallate da massicce strutture al cui centro si aprono piccoli matronei a balconcini a mezza altezza. Superiormente il cornicione in aggetto è sostenuto dall'ordine gigante delle lesene con capitelli ionici che danno luce all'interno due ampi finestroni aperti in corrispondenza delle sottostanti arcate.
Il presbiterio è coperto dal tiburio a pianta circolare, ricco di aperture e coronato esternamente da un'alta lanterna; ai lati vi sono collegate due grandi cantorie lignee, le quali sono dipinte con figure di angeli ad opera di Antonio Formaiaroli il quale ha operato anche altre decorazioni nel tempio. L'abside conserva una tela del sec. XVIII e realizzata dal gesuita Giuseppe Barbieri, la quale costituisce uno dei pochi dipinti custoditi nell'edificio in seguito alla sconsacrazione del tempio nell'ottocento.
Chiesa di S. Michele Arcangelo: risale al 1533 eretta su di una precedente Chiesa del 1181; la facciata è tripartita da alte lesene coronate da capitelli dorici i quali sostengono la trabeazione con triglifi, l'ampio portale d'ingresso è affiancato da due lesene scanalate che sostengono la trabeazione e a sua volta è sormontata dal timpano triangolare.
Sulla destra s'innalza il campanile in laterizio con la cella campanaria aperta sui quattro lati con eleganti bifore. L'interno della Chiesa è sviluppato più in larghezza che in lunghezza. La navata è coperta da una cupola ottagonale sostenuta da quattro pilastri; l'intonaco è interrotto dalle cornici in cotto e dal fregio nella sommità, in corrispondenza del piano di imposta delle volte a botte cassettonate.
L'abside conserva il coro ligneo del 1844 e custodisce un pregevole affresco raffigurante la Madonna in trono col Bambino del sec. XIV ad opera del pittore Tommaso da Modena.
Oratorio di S. Giorgio: eretto nel 1314 in stile gotico e facciata a capanna è preceduta da un piccolo sagrato con portale d'ingresso a tutto sesto, nella parte superiore si apre una finestra a forma di Croce ed coronato da un motivo a denti di sega in laterizio.
Sulla parete adiacente all'accesso della torre campanaria, all'interno di un arco ogivale è visibile la sinopia dell'affresco medievale il quale riporta S. Giorgio e il drago che fu dipinto nel 1371, fu rimosso nel 1969 e oggi è conservato nel museo del Duomo di Fidenza. Il campanile è in mattoni e mancante della porzione sommitale, decorato con paraste sugli spigoli e fasce orizzontali ad archetti intrecciati, mentre la cella campanaria si apre su quattro lati con semplici monofore ad arco a tutto sesto.
Al suo interno la navata è coperta da volta a botte interamente intonacata e decorata con una cornice la quale corre lungo le pareti continuando anche nella zona presbiteriale; dal 1985 vi è collegato l'antico sarcofago in pietra di S. Donnino.
Chiesa di S. Maria Annunziata: del sec. XII si sviluppa a navata unica allungandosi accanto allo stretto chiostro adiacente; la facciata è in stile barocco e orizzontalmente è suddivisa da un'elaborata fascia marcapiano, la parte inferiore è scandita da quattro lesene coronate da capitelli tuscanici con il portale d'ingresso inquadrato da cornice.
Al suo interno la navata è coperta da volte e da una serie di paraste, decorata con una cornice lungo lo sviluppo delle pareti; l'altare laterale è arricchito dalla pala raffigurante la Madonna delle Grazie, la quale fu dipinta nel 1835 dal pittore Francesco Scaramuzza. Il presbiterio è circoscritto da quattro pilastri i quali sostengono delle arcate a tutto sesto ed è coperto da una piccola cupola interamente decorata con affreschi realizzati dal pittore Antonio Formaiaroli nel sec. XVII.
Chiostro: in stile rinascimentale conserva solo due lati della struttura del cinquecento; il lato occidentale è caratterizzato da un elegante portico coperto da volte a botte e sostenuto da colonne in pietra con capitelli sui quali si impostano le arcate a tutto sesto, mentre al primo piano si apre una loggia dai tratti analoghi.
Chiesa di S. Antonio Abate: del sec. XII priva di facciata a navata unica e sul margine occidentale sorge in continuità l'antica precettoria. L'edificio medievale è suddiviso in due parti da una stretta lesena centrale, ai lati vi sono due grandi monofore chiuse da archi ogivali con cornici decorate a motivi geometrici e arricchite internamente da eleganti archi lobati in cotto.
Lungo la copertura a capanna si sviluppa un pregevole motivo ad archetti incrociati con bordo dentellato, il quale prosegue anche in continuità sugli angoli e sulle fonti laterali. La zona più antica è scandita da una serie di lesene e ornata alla sommità con motivo a mattoni a denti di sega; la porzione ottocentesca è priva di decorazioni ed è caratterizzata da un'ampia nicchia rettangolare chiusa da inferriata nascondendo tracce di un'antica apertura.
Il fianco orientale è affiancato dalla sacrestia posta alla base del piccolo campanile a vela, mentre l'ingresso alla Chiesa è sito all'interno di un piccolo portici a tre arcate. Al suo interno la navata in mattoni è coperta da un soffitto ligneo a capriate e degli affreschi medievali del 1358 ne restano solo alcune tracce; un ampio arco ogivale da accesso al presbiterio rettangolare coperto da una volta a costoloni.
Chiesa del Sacro Cuore: risale al 1876 con semplice facciata a salienti, il portale principale è sormontato da una lunetta e preceduto da un piccolo protiro ad arco a tutto sesto e retto da due colonne in pietra con capitelli lobati; ai lati i due portali di accesso secondari con arco a tutto sesto, più in alto un rosone e sulla sommità corre lungo il cornicione un sottile motivo ad archetti pensili.
All'interno a navata unica affiancata da cappelle intercomunicanti coperta da volta a botte lunettata è affiancata da ampie arcate a tutto sesto delle cappelle laterali.
Custodisce opere come: pregevole mausoleo di Enrichetta d'Este consorte del duca di Parma Antonio Farnese e del suo secondo marito Leopoldo d'Assia-Darmstadt, il sepolcro fu realizzato nel 1765 dallo scultore Jean-Baptiste Boudard ed è arricchito dal tabernacolo ligneo con intarsi in avorio e madreperla risalente al 1756; l'immagine in marmo della Beata Vergine del Carmine; dipinto raffigurante la Vergine in trono col Bambino e Santi del 1718 ad opera di Giovanni Battista Tagliasacchi e altre opere recuperate dall'antico convento il quale fu soppresso nel 1866.
Convento: si sviluppa attorno ad un piccolo chiostro rettangolare; le due facciate principali si affacciano ad angolo sul sagrato e sono rivestite in laterizio, a livello del terreno sono precedute da un porticato con arcate ribassate e rette da pilastri quadrangolari.
Chiesa di S. Tommaso Becket: nota anche come pieve di Cabriolo del XII sec. E' posizionata su di un piccolo colle naturale con facciata a capanna e caratterizzata dalla semplicità delle linee, accanto si erge il campanile edificato in più epoche; la torre è ornata con cornici e lesene in laterizio e suddivisa in tre porzioni sovrapposte con la cella campanaria in ultimo.
L'interno a navata unica e coperta da un soffitto a capriate lignee; al suo interno custodisce opere: un affresco raffigurante la SS. Trinità, S. Michele Arcangelo, la crocifissione, S. Giovanni Battista, S. Antonio Abate, S. Martino, S. Francesco d'Assisi e due committenti inginocchiati ai loro piedi. L'affresco in stile gotico è particolarmente raro in quando la SS. Trinità è rappresentata attraverso tre angeli che consumano un pasto, molto più comuni alle Chiese ortodosse.
Porta di S. Donnino: eretta nel 1364 sulla prima campata dell'antico ponte romano per volere di Bernabò Visconti unitamente alla cinta muraria cittadina e la porta medievale costituisce l'unica traccia superstite delle antiche fortificazioni di Fidenza, la torre è comunicante con Casa Cremonini sede di uffici e associazioni comunali e del piccolo “Antiquarium“; la porta ripercorre l'originario tracciato del ponte, presenta una merlatura sulla sommità guelfa sul lato interno e una merlatura ghibellina sugli altri tre lati.
Palazzo comunale: eretto nel 1273 in stile gotico lombardo, distrutto dalle truppe spagnole nel 1527 e riedificato nel 1570 con facciata neogotica. La facciata è caratterizzata dall'alto porticato e sostenuto da massicci pilastri sui quali si impostano cinque ampie arcate ogivali, al di sopra oltre ad una fascia ad archetti in mattoni s'innalzano quattro grandi bifore con colonnine centrali in pietra, all'interno di archi a tutto sesto i quali incorniciano le ricchissime decorazioni degli archivolti.
Sulla sommità spicca un'alta struttura con un grande orologio e coronata da merli ghibellini, ai lati un'analoga merlatura si allunga fino alle estremità dove sono due piccole torrette con aperture ad arco. A lato s'innalza la sottile e alta torre campanaria risalente al 1570. Il portico sulla facciata è coperto da volte a crociera e decorato ai lati dell'ingresso con piccoli bassorilievi in arenaria risalenti al sec. XIV.
Palazzo delle Orsoline: del 1710 e nel 1731 fu sede del collegio delle suore orsoline missionarie del Sacro Cuore di Gesù, in stile barocco fu espropriato nel 1805 e trasformato in ospizio femminile per mendicanti; nel 1920 venne di nuovo occupato dalle religiose fino al 1957 per divenire abitazioni private sedi scolastiche e sportive. Oggi è palazzo della cultura e delle arti, sede della biblioteca civica, del museo civico del risorgimento, della mediatica, della pinacoteca, del fondo storico librario, del fondo Musini del punto giovane, dell'ufficio di cultura e turismo.
Il grande edificio è caratterizzato dalla simmetrica facciata con ingresso monumentale in marmo e si articola attorno a due cortili in successione, al suo interno vi è l'antica cappella delle suore orsoline la quale viene adibita ad auditorium ed è decorata con affreschi del settecento attribuiti a Giuseppe Barbieri.
Collegio dei gesuiti: eretto nel 1697 in stile barocco con Chiesa annessa, fu chiuso nel 1806 e adibito ad ospizio per mendicanti, poi ad ospedale militare e casa protetta; dagli anni 80 del novecento ospita varie Ausl e varie associazioni in attesa di essere restaurato e convertito ad altri scopi. Si presenta con una lunga facciata e ingresso monumentale in pietra, in parte è decorato con affreschi dipinti dal gesuita Giuseppe Barbieri nel sec. XVIII.
Teatro Girolamo Magnani: risale al 1813 si sviluppa su pianta a ferro di cavallo con tre ordini di palco e loggione sovrastante.
Ponte romano: quello del I secolo in blocchi di tufo venne a crollare in epoca alto medievale e fu interrato poiché l'alveo del torrente Stirone si era spostato; nel 1364 sulla prima campata fu innalzata la porta di S. Donnino che divenne ingresso della città.
Fornio: frazione del comune di Fidenza piccolo borgo dove sulla vetta di un piccolo rilievo si trova la Chiesa barocca di S. Lorenzo, la quale contiene alcune opere di pregio.
Pieve Cusignano: un'altra piccola frazione del comune di Fidenza ospita pa Pieve di S. Giovanni Battista la quale esisteva già nel 1005 e di fronte alla Chiesa si erge un gelso bianco (morus alba) centenario.
Castione Marchesi: paesino a circa sei km dove sorge un'abbazia di epoca romanica dell'XI sec. L'interno a tre navate custodisce una Madonna col Bambino, pittura a fresco del sec. XV e parti dell'antico pavimento musivo.
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