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Piana degli Albanesi

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E' la principale colonia di albanesi in Italia. La sua fondazione risale al 1488 quando si installò nella zona un nutrito gruppo di Albanesi. Tuttora persistono i costumi, gli usi la lingua della patria di origine e il rito greco-cattolico; di grande interesse sono le feste religiose. E' considerata il luogo d'origine della letteratura “arbereshe” dove nacque la prima opera albanese nella diaspora (1592) e iniziatrice – nei primi anni del seicento – della prima scuola europea nella quale veniva insegnato in lingua albanese.
Da essa provengono i fondatori delle cattedre di lingua e letteratura albanese di Napoli e Palermo; dal 1945 vi ha sede il seminario italo-albanese già sede a Palermo nel 1734. La sua antica tradizione musicale e canora bizantina fa parte del “Registro Eredità immateriale della Sicilia”, istituito dalla Regione Siciliana e riconosciuto “Patrimonio dell'umanità“ dall'UNESCO.
Il centro antico del paese è tardo medievale cinque-seicentesco, le strade sono strette e costituite da scalinate. Il patrimonio artistico e monumentale è in due stili: quella barocca e quella bizantina.

Monumenti
Chiesa rurale SS Madonna Odigitria: fuori del centro abitato eretta in onore della Vergine nel 1488, la cui immagine giunse in Sicilia con i primi esuli albanesi. Ha un'abside rivolta a oriente e un altare centrale del sec. XVIII in marmi mischi; custodisce una tela della Madonna Odigitria di Pietro Antonio Novelli risalente al 1612 (padre del più celebre pittore monrealese). All'ingresso della Chiesa una lapide rammenta le vicende dell'insediamento.
Parrocchia di S. Giorgio Megalomartire: risale al 1493 ed è la più antica del centro urbano ed è preceduta da una scalinata; ha volta a botte e navata unica, troneggia un affresco del settecento di Cristodoro raffigurante S. Giorgio in gloria. Nell'abside un affresco bizantino raffigura Cristo Pantocratore riportante la scritta in albanese “U jam drita e jetes kush vjen prapa meje nge ka te jetsenje ne te erret”.
Pregevole è il gruppo scultoreo di S. Giorgio opera di Jeromus Bagnasco. La Chiesa è arricchita da numerose icone di iconografici contemporanei dei Balcani e locali.
Cattedrale di S. Demetrio Megalomartire: vi si accede tramite una scalinata in stile tardo barocca; la sua facciata è ricca di mosaici, l'interno a tre navate separate da file di otto colonne di marmo ed archi a tutto sesto, contenente un'imponente iconostasi lignea la più grande della Sicilia, con icone del monaco cretese Manusaki.
Le pareti sono arricchite da affreschi dell'iconografo greco Eleuterio Hatsaras e trittici di icone che raffigurano la vita della Vergine, le feste principali e i padri della Chiesa ortodossa. Quella centrale contiene affreschi del Katzaras e raffigura feste Despotiche. Gli affreschi delle absidi sono opera di Pietro Novelli risalenti al 1641/44. L'opera più antica e di maggior rilievo artistico è l'icone della Madre di Dio con il Cristo di scuola senese del 1500, dipinta con tempera all'uovo.
La pala raffigurante S. Demetrio e S. Nestore con il sepolcro del Servo di Dio “P. Giorgio Guzzetta“ il quale fu illustre personalità arbereshe vissuta intorno al sec. XVIII e difese il rito orientale, si trova sulla parete destra dell'entrata principale. Dal 1784 la Chiesa fu sede del vescovo ordinante di rito greco-bizantino in Sicilia ed era la sola parrocchia con un collegio di quattro papas.
Parrocchia Santuario della SS Madonna Odigitria: su progetto di Pietro Novelli fu ricostruita ed ampliata nel sec. XVII; è l'unica a pianta centrale con ampia cupola e custodisce la grandiosa e artistica statua della Vergine Odigitria sorretta da due monaci e realizzata nel seicento in legno stuccato e dorato. Al suo interno si trova la venerata icona dell'Ogitria la quale fu portata dall'albania nel sec. XV. Di molto pregio è anche l'icona bizantina raffigurante la dormizione di Maria Vergine del sec. XVI.
Nelle navate laterali si ammirano due piccole iconostasi e quattro altari in marmo rosso kumeta recante gli antichi stemmi delle famiglie albanesi Schirò – Matranga – Schiadà.
Parrocchia di S. Vito: è un esempio dell'arte tardo-barocca, è ricca di fregi, altari intarsiati in marmi policromi. Una grande scalinata barocca risalta il portale del settecento il quale è composto dalle statue marmoree di S. Pietro e S. Paolo, da due putti e un medaglione. La Chiesa è a tre navate con abside e unica cappella laterale; conserva importanti opere d'arte tra cui la statua dell'Immacolata e la statua di S. Vito martire.
Chiesa di S. Nicola di Mira: ha particolare rilievo artistico per le pregevoli icone del seicento e settecento. Essa è a navata unica e le pareti sono ricche di icone di scuola cretese e siculo-albanese del settecento. Annesso alla Chiesa vi è il Seminario greco-albanese e la sede dell'Eparchia di Piana degli albanesi.
Chiesa Madonna del Rosario: nel 1741 il sacerdote Papas Antonino Costantino ne fece dono alla Confraternita del Rosario; fornita di iconostasi, è abbellita da mosaici e icone neo-bizantine. Nel mese di ottobre che è dedicato alla Vergine del Rosario, vi si svolgono interessanti funzioni religiose in albanese.
Parrocchia di S. Antonio il Grande: risale al 1562 ha la forma di Croce greca mancante di un braccio, nasconde l'altare con una semplice iconostasi da cui emerge la Vima antico affresco del sec. XVI, il quale raffigura la Madonna con S. Giovanni Battista e l'Arcangelo Gabriele. Due mosaici raffiguranti S. Caterina e l'altro S. Antonio il Grande, nonché icone bizantine con scene bibliche varie abbelliscono le pareti laterali.
Parrocchia della SS Annunziata: nota anche come Patret per l'attiguo convento, dotato di navata centrale e navata destra; altare quadrato in marmo bizantino sorretto da quattro colonne che simboleggiano gli Evangelisti, è preceduta da iconostasi con icone di Josif Droboniku. Di rilievo sono le opere del Novelli, una tela raffigurante S. Pietro liberato e l'affresco del 1646 dell'Annunciazione. La parrocchia risale al sec. XVII.
Chiesa conventuale del SS Salvatore alla Sclizza: risale agli anni 50 del sec. XX sita su di una collinetta in una invidiabile posizione panoramica. L'esterno si presenta con marmi locali, maioliche con i quattro Evangelisti e un mosaico che raffigura la Vergine con il Bambino. L'interno a navata unica arricchisce il mosaico del Cristo Pantocratore benedicente di scuola di Michele Dixitdomino, da un iconostasi in marmi mischi dell'artista locale Spiridione Marino e da icone.
Un gran numero ci cappelle e Chiese rurali nonché edicole sacre di difficile datazione le quali prendono il nome della contrada, sono sparse in tutto il territorio della cittadina.
Sono numerosi i palazzi di interesse architettonico nel contesto urbano. Le tipiche fontane in pietra locale, distribuite nei quartieri del centro storico, arricchiscono il patrimonio artistico costituendo un'importante testimonianza storica.
A pochi km in località S. Agata vi è il sito archeologico denominato “Pirama” una necropoli paleo-cristiana di età tardo-romana.
Biblioteca comunale: intitolata a Giuseppe Schirò – poeta e letterato itali-albanese – ha sede nel centro storico presso l'ex sede municipale. Dispone di oltre 30.000 titoli a cui vanno aggiunti 1.500 unità di materiale audiovisivo.
Presso la sede dell'Episcopio interno al seminario vi è la biblioteca “Eparchia di Piana degli Albanesi” con antichi libri, manoscritti e materiale di stampa che vanno dal sec. XVI al XX.
Cinema: sono numerosi i film e documentari girati a Piana degli Albanesi tra cui:
- 1860 i mille di Garibaldi (1934); I fuorilegge (1949); Salvatore Giuliano (1962); Il Gattopardo 1963; e altri.

Aree Naturali
Lago di Piana degli Albanesi: realizzato con lo sbarramento del fiume Belice ed è uno dei più antichi laghi artificiali d'Italia, il suo uso è prevalentemente idroelettrico; occupa una superficie totale di 45,10 kmq. Ed è affidato al WWF Italia.
Riserva naturale orientata Serre della Pizzuta: è un'area protetta del dipartimento regionale di Sicilia affidata all'azienda foreste demaniali della Regione Siciliana e gestita dall'Ispettorato Ripartimentale delle foreste.
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