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Cortona

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Tra VIII – VII sec. a. C. fu una città etrusca racchiusa nelle mura ancora in parte visibili le quali circondano la città per circa tre km. Vi sono anche tombe nobiliari “a melone” nei d'intorni della cittadina e il monumentale altare funerario adornato da sfingi (esempio unico in Italia).
A Cortona è stata rinvenuta una “Tabula Cortonensis” (una lamina bronzea con una delle più lunghe iscrizioni in lingua etrusca). Divenne centro romano nel 310 a. C. Nel V sec. fu conquistata dai Goti e nel XIII sec. ebbe l'autonomia comunale che durò fino al 1325, anno in cui passò sotto la signoria dei Ranieri Casali. Nel 1409 fu conquistata da Ladislao di Napoli e data a Firenze.

Monumenti
Villa Tommasi Aliotti: risale al XVI sec. arricchita di un giardino formale. Nel XVIII sec. fu trasformata nelle forme attuali da Luigi Tommasi. L'accesso avviene attraverso un portone tripartito, centrato sul viale alberato e termina con una grande vasca ovale d'acqua; sul fianco della villa una bellissima limonaia in stile neo-gotico.
Sul retro una cerchiata di lecci è in asse con il viale alberato d'accesso continuando fino al muro di cinta. Il parco che circonda la costruzione è un insieme di rare piante d'alto fusto come abeti, ippocastani, bagolari, pini, lecci, sequoie, tassi e olmi, all'interno vi sono statue e manufatti rustici.
Villa Passerini: risale al sec. XVII con facciata in tre ordini di aperture. Il nome deriva dalla famiglia Cortonese dei Passerini che ebbe il potente Cardinale Silvio Passerini (1469 – 1529).
Attorno alla villa racchiusa da un muro di cinta si estende un grande giardino. La villa è dotata di giardino all'Italiana con al centro un ninfeo e elementi decorativi in particolare il tempietto neoclassico chiamato “poledraia” che serve a ricoverare le piante in inverno; esso è decorato da mosaici e affreschi con scene militari dell'esercito Napoleonico.
Sul retro della villa, davanti alla cappellina vi è una parte nascosta da un muro di camelie, affreschi in trompe-l'oeil sulle pareti, mentre davanti alla villa campeggia una vasca d'acqua decorata da un isolotto, un ponticello e archi in pietra, risalente al 1733.
Tra le essenze arboree sono presenti: pini, cedri, aceri, sofore, carpini, pioppi, nespoli e mimose.
Villa Farina: nel XVIII sec. passò all'archeologo Galeotto Ridolfini che nel farne la sede di riunioni accademiche, fece realizzare decorazioni ispirate all'antichità come obelischi, piramidi e sculture ancora oggi sparse nel verde.
Palazzo del popolo: o Capitano del popolo cinquecentesco sito nella piazza della Repubblica unitamente al Palazzo comunale del XIII sec. rinnovato nel sec XVI, con scalinata e torre merlata.
Chiesa di S. Maria Nuova: risale al XVI sec. ad opera di Giorgio Vasari. Internamente s'innalzano quattro poderosi pilastri sui quali si imposta il tamburo della cupola. Ai lati i quattro bracci coperti da una volta a botte e quattro cupolini si elevano sugli spazi d'angolo.
Tra le opere d'arte che custodisce: una natività di Alessandro Allori; S. Carlo Borromeo che porta la comunione agli appestati di Baccio Ciarpi, l'Annunciazione dell'Empoli.
Concattedrale di S. Maria Assunta: risale XI sec. sui resti di un tempio pagano. I resti più antichi della facciata risalgono all'età medievale romanica, con un pilastro con capitello e colonnette agli angoli e una parte di un grande arco, nonché la lunga e stretta finestra e una lastra marmorea con lo stella trecentesco. Tutto il resto della facciata risale al quattrocento che subì restauri, mentre il robusto campanile risale al cinquecento.
Il suo interno appare in stile rinascimentale. La volta a botte è del settecento e dipinta nel XIX sec. poco dopo fu costruito l'arcone trionfale e più tardi il pavimento. La pianta è scandita in tre navate con colonne e capitello di ispirazione brunelleschiana.
Il suo interno è ricco di opere di Pietro Berrettini detto Pietro da Cortona databile 1663; Andrea Commodi; Andrea Sellari; Lorenzo Berrettini; Salvi Castellucci e tele seicentesche di Raffaele Vanni; datate 1528/29 la tavola “discesa dello Spirito Santo” di Tommaso Bernabei detto il papacello.
La sacrestia conserva oggetti di culto alcuni di notevole qualità: del 1749 il calice del vescovo Gherardi in oro zecchino decorato a sbalzo e bulino di manifattura romana; tre busti reliquario che vengono esposti solo in rare ed importanti cerimonie; importanti “pianete” risalenti al sei-settecento fra le quali una seicentesca ricamata e un parato sempre del seicento decorato con motivo della “melagrana”.
Nell'ultima campata della navata sopra una cantoria in cornu Epistulae si trova l'organo a canne storico del 1839 ad opera del fiorentino Antonio Ducci.
Basilica di S. Margherita: risale al 1304 in onore di S. Margherita morta il 22 febbraio 1297, eretto a fianco dell'antica Chiesetta di S. Basilio che la Santa aveva restaurata e scelta come luogo di penitenza e di preghiera. Per tutto il trecento fu abbellito con affreschi che purtroppo a noi ne sono giunti pochi frammenti conservati nel Museo Diocesano.
Nella cappella vi è il monumento sepolcrale di S. Margherita in marmo scolpito da Angelo e Francesco di Pietro del 1362. La cassa poggia su tre mensoloni che spartiscono due scene con miracoli “post mortem”; il corpo della Santa è affiancato da due Angeli-telamoni, i quali sorreggono il coperchio dell'arca e un drappo, sovrastati da una scultura cuspidata e sorretta da colonnine tortili.
La cassa è spartita nella fronte in quattro riquadri: S. Margherita in atto di ricevere l'abito di penitente francescana; la S. assolta da Cristo per i meriti di S. Francesco; S. Margherita che dona la veste ai poveri; la morte della S. con l'animula accolta da Cristo. In realtà il corpo della Santa è custodito in un'urna sopra l'altare maggiore, bordata da una cornice in lamina d'argento sbalzata e cesellata e pasta vitrea.
Chiesa dello Spirito Santo: risale al 1637 ampliando un tabernacolo effigiato con un'immagine della Vergine. La facciata risale al 1751 dove il portale con timpano centinato è affiancato da lesene. Ai lati dell'altare maggiore, cornici per l'antico simulacro, ci sono le due statue lignee della Carità e della Fede opera di Francesco Fabbrucci; dello stesso autore è la statua processionale lignea del Cristo Morto.
Chiesa di S. Benedetto: risale al XV sec. con la facciata che presenta tre finestroni strombati senza cornice, a questi si aggiunge un quarto posto come cimasa sopra il portone d'ingresso, il cui architrave è sorretto da mensole.
Al suo interno quattro lesene in stucco dipinto a finto marmo spartiscono la superficie muraria e interrotte da un'alta trabeazione, si trasformano nelle costolature della copertura a padiglione. La seicentesca statua del Cristo flagellato è collocata nell'altare centrale.
Chiesa di S. Maria delle Grazie: al Calcinaio; secondo i credenti cattolici nella domenica di Pasqua del 1484, un dipinto raffigurante la Madonna col Bambino sulla parete di una vasca ad uso per la concia del cuoio e detta calcinaia per la calce viva usata allo scopo, iniziò ad operare miracoli. Oggi campeggia sull'altare maggiore sul luogo dove si ergeva l'antico tabernacolo che la custodiva.
Ai primi del 1500 furono terminati i lavori.
L'interno è a navata unica con due cappelle laterali con transetto e una cupola all'intersezione dei bracci uguali del presbiterio. I dipinti nelle cappelle sono ispirati dall'iconografia mariana. Si segnala una pala datata 1528/30 del fiorentino Jacone la quale riporta la Madonna in trono e il Bambino con S. Giovanni Evangelista, S. Tommaso di Canterbury, S. Rocco e S. Giovanni Battista. Decora l'oculo della contro-facciata una vetrata di Guillaume de Marcillat, basata sull'iconografia Madonna delle Grazie che raccoglie numerosi fedeli sotto il mantello.
Chiesa del Gesù: risale al 1498 il complesso consta di una Chiesa superiore ad aula caratterizzata dal cinquecentesco soffitto ligneo policromo, dorato da Michelangelo Leggi detto il mezzanotte, essa è collegata da una lunga scala ad un oratorio inferiore con volta a botte ribassata; nel 1555 fu affrescato da Cristoforo Gherardi detto il Doceno su progetto del Vasari.
Nel XVIII sec. la Chiesa superiore fu adibita a battistero (come testimonia il fonte battesimale quattrocentesco) e nel 1945 fu ampliata la struttura architettonica con un edificio contiguo alla Chiesa che oggi ospita il Museo Diocesano il quale espone dipinti prevalentemente del quattrocento con la celebre “Annunciazione di Beato Angelico” (1430) con altre sue opere; un Crocifisso di Pietro Lorenzetti; la deposizione di Luca Signorelli e la comunione degli apostoli; Madonna col Bambino di Duccio di Buoninsegna; una Madonna e Santi del Sassetta e una cinquecentesca pietà in terracotta.
Abbazia di Farneta: Si hanno notizie in un documento del 1014 ma certamente risale all'età Longobarda. La Chiesa è a navata unica con transetto sporgente in cui si aprono cinque absidi. La cripta è coperta con volte a crociera senza sottarchi, sostenute da colonne e capitelli romani di spoglio.
Convento delle celle: fu fondato nel 1211 da S. Francesco esso è molto suggestivo per l'amenità e la spiritualità del luogo. Le abitazioni dei frati e i locali conventuali sono disposti a gradoni su entrambi i versanti della valle; la Chiesetta duecentesca è esterna a tutto il complesso.
Sulla destra vi è la cappella fatta erigere da Margherita Venuti (detta la papessa) dedicata a S. Felice da Cantalice nel 1651; la Madonna che offre il bambino a S. Felice da Cantalice si trova sull'altare ed è opera di Simone Pignoni.
Una deposizione lignea datata 1632 di Giovanni da Rovezzano si trova nel refettorio.
Chiesa di S. Cristoforo: è un'aula di piccole dimensioni con facciata a capanna e soffitto a capriate fondata nel 1192. Il suo interno è stato oggetto di rimaneggiamenti del settecento e a quest'epoca risale l'altare maggiore sita nel presbiterio. La cappella della natività di Maria fu eretta nel cinquecento sotto il campanile a vela romanico.
Chiesa di S. Domenico: risale al XIV sec. con portale sormontato da un arco a sesto acuto con lunetta affrescata con la Madonna col Bambino tra i Santi Domenico e Pietro martire del Beato Angelico. L'interno a navata unica con copertura a capriate, il presbiterio rialzato e tre cappelle absidali coperte a volta, custodisce una Madonna col Bambino e Santi di Luca Signorelli e l'Incoronazione della Vergine di Lorenzo di Niccolò Gerini sull'altare maggiore.
Chiesa di S. Filippo Neri: risale al 1667 priva di facciata e di abside; l'interno a croce latina con cupola nel centro-croce e copertura a volte nei bracci. Sobrie ed eleganti sono le decorazioni barocche, scenograficamente sottolineate dalla luce che irrompe dalla cupola.
Nel presbiterio rialzato vi è la Presentazione di Gesù al tempio di Ranieri del Pace; la Madonna col Bambino in gloria tra i Santi Andrea, Giovanni Evangelista e Giuseppe sono nel secondo altare, opera di Giovan Battista Piazzetta.
Pieve di S. Michele Arcangelo a Metelliano: frazione del comune di Cortona. Essa fu edificata sui resti di un tempio romano dedicato a Bacco; la lapide che segnava il luogo di sepoltura di un bambino romano, ora conservata nel Museo dell'Accademia Etrusca e della città di Cortona.
Inizialmente era una Chiesa ariana e in epoca Longobarda fu convertita al culto cristiano. Fu ricostruita XI sec. e poggiava su di una precedente torre che fu demolita nel 1439 poiché a rischio di crollo. Nel 1674 l'esterno fu intonacato e dal 1907 è considerata “MONUMENTO NAZIONALE ITALIANO“.
L'interno è a tre navate separate da pilastri alternati a colonnine a sezione poligonale e concluse da absidi semi-circolari. La copertura è a capriate, si affianca un sistema di volte a botte che precede le absidi. Conserva sculture del IX sec. come lastre di ciborio, pilastrini e plutei.
A doppio saliente è la facciata con protiro pensile affiancato da due monofore. Le tre absidi sono spartite da lesene per le quali sono stati impiegati materiali romani di spoglio. I due ingressi tamponati sostengono lunette cuspidate con decorazioni d'epoca alto-medievale.
Chiesa di S. Francesco: risale al 1245 consiste in un'ampia aula conclusa da scarsella voltata a crociera, l'affiancano due cappelle minori anch'esse a crociera. La facciata ha il portale a sesto acuto strombato con tre colonnette.
Al suo interno custodisce opere di Raffaello Vanni; Pietro da Cortona; Cigoli e Ciro Ferri. Inoltre vi è un frammento della S. Croce che frate Elia portò a Cortona da Costantinopoli; questi fu nominato dal Santo “madre” per lui e “padre” per gli altri fratelli e fu successore nella guida dei Frati Francescani Conventuali.
Nel convento dei frati francescani sono conservate le reliquie di S. Francesco d'Assisi “un saio – un cuscino ricamato (donato al Santo da Giacoma de Settesoli una nobile patrizia signora di Marino che S Francesco osava chiamare ' Iacopa' dove il Santo poverello morente posò il capo e un Evangelario”
Chiesa di San Niccolò: legata a S. Bernardino da Siena che istituì la Compagnia di San Niccolò nel 1440. E' sita su di un sagrato chiuso a sinistra dal monte e a destra da un muro e vi si gode un magnifico panorama; è preceduta da un porticato.
Il suo interno è stato rimaneggiato tre il seicento e settecento. Gli altari di gusto barocco e il soffitto a lacunari sono del 1768. Il gonfalone della Compagnia di S. Niccolò dipinto da Luca Signorelli su ambedue le facce nel 1510 è posto sull'altare maggiore: il Compianto del Cristo morto è nella fronte; la Madonna col Bambino e Santi Pietro e Paolo sono sul retro.
Museo archeologico: Nel museo archeologico: un percorso espositivo dove in oltre 2000 mq sono esposti alcuni tra i più straordinari capolavori della civiltà etrusca; al piano terra del Palazzo Casali che ospita il museo, è illustrata la storia degli insediamenti etruschi e romani; capolavori in bronzo; corredi e grandi tumuli arcaici, mentre ai piani superiori sono visibili antiche collezioni che ripercorrono la fortuna dell'etruscologia e del collezionismo del sette-ottocento, con lo straordinario lampadario etrusco; la collezione dei bronzetti, la sezione egizia e la biblioteca settecentesca.
E' anche punto di accoglienza e informazione per visitare il nascente Parco Archeologico con i suoi 11 siti si ammira: tra questi unico al mondo è il secondo Tumulo del Sodo, un'imponente tomba arcaica (VI sec. a. C.) con una monumentale gradinata decorata da grandi gruppi scultorei. la tomba di Mezzavia – Melone II del Sodo – Melone I del Sodo – Tanella Angori – Tanella di Pitagora – Tumulo di Camucia – Villa di Ossaia – Strada romana del Torreone - Strada romana del Monte Maestrino - Strada romana di Teverina bassa – Cisterna bagni di Bacco – Tratto murario presso palazzo Cerulli-Diligenti – Tratto murario presso Palazzo Casali – Mura etrusche – Porta bifora – Volta a botte presso via Guelfa – Museo paleotologico.
Sono molti i film girati a Cortona come: Margherita da Cortona 1950 – I racconti di Padre Brown 1970 (serie tv) – Canterbury proibito 1972 – Le due vite di Mattia Pascal 1985 – Le memorie di Ali 1993 – Ritorno a casa Gori 1996 – La vita è bella 1997 – Sotto il sole della Toscana 2003 – Gino Bartali l'intramontabile 2006 (serie tv) – Copia conforme girato anche ad Arezzo e Lucignano 2010 – citata nell'episodio “il male nella rete” di Buffy e nell'ammazzavampiri vi sono riprese della cittadina.
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