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Collina

Volterra

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Il colle su cui sorge Volterra era già abitato nell'età del ferro come testimoniano le grandi necropoli villanoviane. Intorno all'VIII sec. a. C. si tennero mercati realizzando aree di culto originando il primo nucleo urbano. Le mura che in gran parte ammiriamo, furono costruite nel IV sec. a. C. per un'estensione di oltre 7000 metri proteggendo anche campi e pascoli necessari per far sopravvivere le greggi dai saccheggi dei Galli e Liguri.
Riconoscendo la supremazia di Roma nel III sec. a. C. entrò nella confederazione italica con il nome di “Volaterrae“. Mantenne buoni rapporti con Roma e nel corso della seconda guerra punica fornì a Scipione grano e navi, ottenendo nel 90 a. C. la cittadinanza romana.
Nel I sec. d. C. nacquero a Volterra due dei suoi figli più celebri: Aulo Persio Flacco (4 dic. 34 d. C. - Roma 24 nov. 62 d.C. è stato poeta satirico romano di età imperiale) e San Lino che fu eletto nel 67 d. C. secondo papa della storia e fu poi martirizzato nel 76 d. C.
Prima dell'anno 1000 la città fu governata dai Longobardi e dai Franchi fino al sec. X quando iniziò il potere temporale dei vescovi. Nel 1208 fu costruito il palazzo dei Priori simbolo del potere comunale. Nel XIII sec. furono costruite numerose case-torri per la difesa di nobili famiglie.
Il risorgimento (1849) venne costituita la Guardia Civica; nel 1860 votò “SI“ all'annessione al Regno d'Italia, ma il maggior evento del sec. XIX fu la costruzione dell'asilo per dementi il quale nel sec. XX divenne uno dei più grandi d'Italia.
E' una bellissima cittadina dall'aspetto medievale; celebre per l'estrazione e la lavorazione dell'alabastro (roccia sedimentaria tipo evaporitico di origine gassosa. E' stata una delle principali città-stato della Toscana antica (Etruria) ed oggi conserva un notevole centro storico di origine etrusca.
Il nome etrusco della città era “Velathri“ ed è ben leggibile nelle monete custodite presso il Museo Guarnacci. In latino la città assunse il nome “Volaterrae“.

Monumenti
Duomo: In stile romanico mostra nel transetto una decorazione di gusto classico. L'interno è a croce latina a tre navate con aspetto tardo-rinascimentale. Lo spazio è diviso da 22 colonne rivestite di stucco simulante il granito rosa, i capitelli in stucco bianco risalgono al cinquecento e messi a oro da Leonardo Ricciarelli, mentre il presbiterio e il pavimento risalgono al restauro ottocentesco.
La navata mediana e il transetto sono coperti da un grandioso e ammirevole soffitto a cassettoni con meravigliosi elementi geometrici, decorativi, floreali, figure di Santi e due grandi ovali con l'Assunta e lo Spirito Santo; fu progettato da Francesco Capriani, ad intagliarlo fu Jacopo Paolini e Fulvio Tucci lo mise in oro tra il 1580/84.
Arricchiscono sei cappelle con opere di pittori del cinquecento di: Pieter de witte – Francesco Curradi – Giovan Battista Naldini – Francesco Cungi – Fra Bartolomeo Della Porta e Niccolò Circignani. Il pulpito risale al 1584 con parti di suppellettili del sec. XII. L'elegante ciborio dell'altare maggiore è di Mino da Fiesole 1471 e al cui lato, sopra due colonne tortili del sec. XII due Angeli cerifori sarebbero stati eseguiti dallo stesso Mino.
L'Eterno Padre campeggia al centro della volta eseguito da Nicolò Circignani con storie della vita della Vergine. Nel Duomo vi sono custodite le reliquie di S. Ottaviano, racchiuse in un sarcofago marmoreo ad opera di Raffaello di Andrea Cioli da Settignano. Accanto vi è il gruppo ligneo della deposizione datato 1228; esso consta di cinque figure oltre al Cristo, nell'atto di sorreggere le mani e le braccia del Deposto sono la Madonna e S. Giovanni Evangelista, mentre Giuseppe d'Arimatea e Nicodemo sono raffigurati mentre si affannano con scale e arnesi.
La cappella con le spoglie di S. Ugo vescovo di Volterra nel sec. XII e a fianco vi è la cappella della Madonna del Barbialla, una scultura lignea di Francesco di Valdambrino XV sec.
Leonardo Ricciarelli ha decorato la cappella del Sacrmento mentre le pitture sono di Santi di Tito – Giovanni Balducci e Agostino Veracini; adorna di marmi pregiati è l'adiacente cappella dedicata a S. Paolo alla quale collaborarono Gherardo Silvani – Giovanni Caccini – Giovanni da S. Giovanni – Domenico Zampieri – Matteo Rosselli e Francesco Curradi.
Infine lungo i fianchi della Cattedrale una cappella custodisce la tela di Jacopo Chimenti detto l'Empoli la quale raffigura S. Carlo in preghiera davanti alla Vergine. Del complesso della Cattedrale fa parte anche la Cappella dell'Addolorata con due gruppi statuari in terracotta attribuiti ad Andrea della Robbia; il presepio con l'affresco della cavalcata dei Magi opera di Benozzo Gozzoli e l'adorazione dei Magi.
Nella cappella dedicata al Santissimo nome di Gesù vi è un ricco reliquiario d'argento, una tavoletta con il monogramma di Cristo che si ritiene sia stato dipinto da S. Bernardino da Siena. Tra la Cattedrale e la Cappella dell'Addolorata si erge il campanile rettangolare con 12 bifore e 4 occhi eretto nel 1493.
Battistero di S. Giovanni: Si trova di fronte al Duomo e risale al duecento, è caratterizzato da un rivestimento a fasce marmoree bianche e verdi ornato da un portale romanico. L'interno contiene sei nicchie ed è coperto da una cupola. Sopra l'altare la tavola dell'Ascensione di Niccolò Cercignani mentre le decorazioni che racchiudono la scarsella sono state eseguite da Balsimelli da Settignano su disegno di Mino da Fiesole.
Custodisce l'antico fonte battesimale eseguito da Andrea Sansovino nel 1502 mentre la grande vasca battesimale al centro è opera di Giovanni Vaccà (1759) la quale è sormontata da una statua di S. Giovanni Battista ad opera di Antonio Cybel 1771. Funge da acquasantiera un cippo sepolcrale etrusco di marmo rovesciato e scavato.
Convento di S. Girolamo al Velloso: risale al 1447; la facciata è coronata da un frontone preceduta da un portico dove si aprono due cappelle che conservano terrecotte smaltate di Giovanni della Robbia del 1501; in una S. Francesco consegna la regola ai Santi Ludovico ed Elisabetta, nell'altra: il giudizio finale.
L'interno a navata unica coperta da volte a crociera impostate su capitelli pensili; custodisce una tavola attribuita a Santi di Tito e un Crocifisso ligneo del XV sec.
Badia dei Santi Giusto e Clemente: già nel 1034 i Benedettini la dedicarono ai due Santi Africani Giusto e Clemente. A causa del terremoto del 1846 e dall'abbandono poi, restano solo alcune porzioni della Chiesa e alcuni ambienti conventuali.
Chiesa dei Santi Giusto e Clemente: risale al 28 ottobre 1628 e consacrata nel 1775 in sostituzione da quella eretta dai Longobardi sulle grotte sepolcrali dei Santi. L'edificio è inquadrato da quattro colonne lapidee del sec. X e sormontate da statue in terracotta.
L'interno a navata unica conserva un antico altare oggi è murata nel coro e vi sono incisi i nomi di Cuniperto re Longobardo del VII sec., del vescovo Gaudenziano e del gastaldo Alchis. In un urna sono custodite le reliquie degli Evangelizzatori e martiri “Carissimo – Dolcissimo e Crescenzio“ inoltre è conservato un affresco raffigurante Elia dormiente risalente al 1631 e una visitazione di Cosimo Daddi.
Chiesa di S. Dalmazio: risale al 1511 con facciata in pietra Volterrana attribuita a Bartolomeo Ammannati. L'interno a navata unica con una cappella per lato, presbiterio rialzato e coro delle monache. E' rivestita da stucchi con putti che giocano sulle cornici o volano sui timpani; vi è custodita una deposizione dalla Croce del Volterrano Giovan Paolo Rossetti. Una decorazione in stucco e oro circonda l'affresco della cupola con l'Apoteosi di S. Dalmazio vescovo di Pedona opera del 1709 di Ranieri del Pace.
Chiesa di S. Francesco: risale al XIII sec. L'interno conserva quattro fastosi monumenti marmorei appartenenti alla nobile famiglia dei conti Guidi e il monumento sepolcrale del vescovo Jacopo Guidi del 1588 realizzato da Felice Palma.
Lungo la navata, sugli altari, sono collocate opere di Giovanni Battista Naldini raffigurante la Concezione del 1585; Giovanni Balducci raffigurante la natività e un Crocifisso di Cosimo Daddi del 1602.
A lato della Chiesa collegata tramite una porta laterale sorge la cappella della Croce di giorno, affrescata da Cenni di Francesco nel 1410 e da Jacopo da Firenze con scene della Santa Croce.
Chiesa di S. Lino: risale al 1480 dove secondo la tradizione sorgeva l'abitazione del Santo ritenuto il secondo Pontefice. L'interno a navata unica con copertura a volte è ornata da affreschi: nelle 12 lunette vi sono storie della vita di Cristo di Cosimo Daddi del quale si scorge un autoritratto che mostra un cartiglio datato 1618.
Inoltre si ammira una nascita di Maria di Cesare Dandini, la visitazione dello stesso Daddi, la Madonna S. Lino e altri Santi di Francesco Curradi del 1597 e il pregevole sepolcro del 1522 del Beato Raffaele Maffei fondatore della Chiesa, opera di Silvio Cosini e adornato di statue ad opera di Stagio Stagi.
Chiesa di S. Michele Arcangelo: E' nominata la prima volta nel 987. L'edificio attuale risale al XIII sec. con facciata a capanna, nel registro inferiore troviamo una serie di archeggiature a strisce bicrome di marmo sorrette da eleganti capitelli; al centro si apre un portale strombato con capitelli a foglie e figure umane riportando lo stesso disegno nel registro superiore.
L'interno si presenta in stile neoclassico; nel presbiterio vi è una Madonna col Bambino in terracotta invetriata del sec. XV di Andrea della Robbia, è racchiusa in un tabernacolo marmoreo scolpito da Bassimelli. Inoltre vi è una Sacra Famiglia del sec. XVII opera di Carlo Maratta e la Madonna del riscatto, un affresco attribuito a Cenni di Francesco di ser Cenni del sec. XV.
Chiesa di S. Pietro in Selci: risalente al XII sec con facciata barocca e statue nelle nicchie di S. Lino e S. Giusto attribuite a Leonardo Ricciarelli del XVI sec. L'interno a navata unica e a croce latina, custodisce una tavola raffigurante la Madonna col Bambino e Santi del XV sec. due tavole raffiguranti l'Annunciazione e Santi – Gloria della Vergine di Niccolò Cercignani; un altare ligneo cinquecentesco; una tela raffigurante l'Immacolata Concezione e uno stucco dipinto raffigurante la Madonna col Bambino entro una mandorla del XIII sec. opera di Francesco Brini.
Chiesa di S. Agostino: del XIII sec. a navata unica. Nella contro-facciata si trova il monumento sepolcrale di Alessandro Riccobaldi Del Bava risalente al 1523. Fra le opere vi è una Croce dipinta su tavola del sec. XIII, un affresco di Madonna col Bambino di Cenni di Francesco XIV sec.; una pietà in terracotta di Zaccaria Zacchi; S. Tommaso di Villanuova e Santa Chiara da Montefalchi di Baldassarre Franceschini.
Chiesa di S. Alessandro: costruita sulle fondamenta di un tempio pagano e consacrata nel 1120 da papa Callisto II. Costruita in cenci di arenaria e facciata a capanna ingentilita da tre ampie arcate; una lunetta nel fianco dell'edificio riporta una scena di caccia risalente al XIII sec.
Al suo interno conserva una Croce dipinta su tavola datata XII sec. e tavole raffiguranti la Sante Attinia e Creciniana. Nella parte destra del presbiterio un tabernacolo del XV sec.
Teatro romano: risale al I sec. a. C. ne restano il proscenio, la cavea, il portico; in epoca medievale le mura cittadine inglobarono il muro di chiusura della parte alta delle gradinate.
Fonte di Docciola: risale al 1250 come lavatoio pubblico e formata da due archi.
Palazzo dei Priori: eretto nel 1246 nel XIX sec. fu aggiunto un coronamento alla sommità della torre. Nella sala del Maggior consiglio si ammirano decorazioni e stemmi ottocenteschi.
Palazzo Minucci-Solaini: del quattrocento ad opera di Antonio da Sangallo il vecchio con un bel cortile e ricchi saloni; oggi vi ha sede la pinacoteca cittadina e l'eco-museo dell'alabastro.
Palazzo Incontri-Viti: del XVI sec. con facciata dell'Ammannati; oggi ospita il museo mentre al piano terra si trova il teatro Persio Flacco.
Palazzo Pretorio: sorge nella piazza dei Priori era sede del podestà e dei capitani del popolo.
Cinta muraria: di origine etrusca fu modificata in epoca medievale. Si trova la porta all'Arco che un tempo faceva parte dell'antica cerchia muraria del IV sec. a. C.
Fortezza Medicea: formata da due fortificazioni unite da una cortina muraria con una torre e da un possente mastio, fu costruita per volontà di Lorenzo dè Medici.
Oltre a porta all'Arco vi sono: Porta Diana – Porta Menseri – Porta Docciola – Porta a Selci che faceva parte del circuito murario etrusco – Porta Marcoli – Porta Fiorentina – Porta S Francesco una delle più imponenti della città risalente al medio evo – Porta S Felice.
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