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Certaldo

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I numerosi reperti archeologici sparsi in tutto il territorio, ci portano alle origini Etrusco – romane, ma la cittadina appare nella storia nel 1164, quando il castello viene citato in un documento dell'imperatore Federico Barbarossa come feudo dato in concessione ai conti Alberti. Senza dubbio i primi insediamenti fortificati risalgono all'alto medioevo con l'edificazione del mastio, di origine Longobarda o Franca, che oggi è incorporato nel palazzo del Vicario, prendendo la sua forma nel X sec.
Certaldo fu coinvolta nelle guerre tra Firenze e i conti Alberti, in special modo dopo l'investitura da parte dell'imperatore del Sacro romano impero: Federico I Hoenstanfen, noto come Federico Barbarossa e il conte Alberto IV cominciò la costruzione di Semifonte nel 1117. (una città fortificata che nel XII sec. divenne fiera avversaria di Firenze).
Certaldo nel 1313 diede i natali a Giovanni Boccaccio che visse qui gli ultimi anni della sua vita e vi morì, certamente, nel 1375. Nel 1415 la cittadina divenne sede di uno dei vicariati in cui si suddivideva amministrativamente: la Repubblica Fiorentina prima e il Granducato di Toscana poi.
Certaldo è formata da due nuclei: la parte medievale detta Certaldo alto raggiungibile in macchina (zona a traffico limitato ai soli residenti) e con una funicolare su rotaia dotata di cremagliera; e la parte bassa successiva agli insediamenti medievali, conoscendo il suo sviluppo alla fine del settecento.

Monumenti
Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo: risale al sec. XIII in stile romanico, costruita in laterizio su una base di pietra arenaria con unica ampia navata, che si conclude con un'abside semicircolare. L'esterno mostra decorazioni in cotto e il coronamento dell'abside a mattoni disposti a denti di sega. Al di sopra della copertura dell'abside, vi è una finestrella cruciforme affiancata da due rombi gradonati di derivazione pisana; la parte di accesso risale al 1633.
Il campanile è in linea con la facciata e si presenta con una copertura piramidale, dovuto ad un intervento eseguito dalla Sopraintendenza di Firenze negli anni 60 del novecento, demolendo la copertura dell'ottocento per rialzare la cella campanaria.
L'interno si presenta spoglio con la cortina di mattoni a vista. Il soffitto è sorretto da una teoria di enormi capriate di legno. Sotto l'altare in un'urna del 1689 riposano le spoglie mortali della Beata Giulia Della Rena e sulla mensa dell'altare vi è una predella della seconda metà del sec. XV, nella quale sono raccontati i miracoli della Beata Giulia.
Qui riposa anche Giovanni Boccaccio, il cui sepolcro è segnalato da una grande lastra marmorea pavimentale al centro della navata. Nell'abside della Chiesa vi è collocato il Crocifisso di Petrognano o di S. Donnino datato 1240/45, esso è del tipo “triumphans “con gli occhi aperti, nell'indicare il suo trionfo sulla morte.
Ai lati dell'abside ammiriamo due cibori in terracotta invetriata, quello a sinistra è opera di Benedetto Buglioni e fu dono del vicario Ludovico Pucci nel 1499; mentre quello a destra fu realizzato dalla bottega di Andrea della Robbia e fu donato dal vicario: Ristoro d'Antonio Serristori nel 1502. Del 1520 è la pala d'altare anch'essa di terracotta invetriata della bottega di Giovanni della Robbia con la Madonna della neve e i Santi Antonio e Bartolomeo. Alla sinistra di chi entra vi è un affresco trecentesco raffigurante una Madonna col Bambino e i Santi Jacopo e Pietro con donatrice; opera di Memmo di Filippuccio.
Sullo stesso lato troviamo il “cenotafio“ (monumento sepolcrale che ricorda una persona o un gruppo di persone sepolte in altro luogo; la parola deriva dal greco e significa: “tomba vuota “) di Boccaccio con un busto di marmo scolpito da Giovan Francesco Rustici nel 1503, corredato di epitaffio che Boccaccio stesso dettò per la sua tomba e Coluccio Salutati operò: “Sotto questa lastra giacciono le ceneri e le ossa di Giovanni: La mente si pone davanti a Dio, ornata dai meriti delle fatiche della vita mortale. Boccaccio gli fu genitore, Certaldo la patria, amore l'alma poesia”.
Museo di arte sacra: inaugurato nel 2001, sito nella parte medievale e nei locali dell'ex convento degli Agostiniani; con il museo civico di Palazzo Pretorio e la casa di Giovanni Boccaccio forma il polo museale della cittadina. La visita si articola in sette sale nelle quali sono raccolte opere delle Chiese nel territorio.
Dove anticamente vi era il refettorio del convento, oggi si ammira una pinacoteca con opere su tavola dal XIII al XVI sec, più due affreschi staccati del quattrocento. La II – III e IV sala espone vetrine contenenti oreficerie, con veri e propri capolavori di arte orafa. La V sala ci presenta i paramenti sacri dal XVI al XVIII sec. La VI sala è quella che anticamente era la cappella della compagnia della SS. Annunziata, la quale aveva tra i suoi compiti: l'assistenza dei condannati a morte.
L'ultima sala era dedicata esclusivamente al Crocifisso di Petrognano, ora collocato nell'abside dell'attigua Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo; oggi espone opere d'arte (dipinti, sculture, stampe).
Chiesa di S. Tommaso: risale al 1840 con inizio dei lavori, in stile neo-romanico e pianta a croce latina con tre navate separate da due file di archi a tutto sesto, poggianti su pilastri a pianta quadrangolare; la crociera è coperta da una cupola priva di tamburo e lanterna. Qui si conserva il Crocifisso del sec. XIV, che fu oggetto di preghiera e di venerazione dalla Beata Giulia Dalle Rena. Degne di ammirazione sono le vetrate policrome.
Chiesa dei Santi Tommaso e Prospero: non è più officiata e fa parte del complesso museale del Palazzo Pretorio. Al suo interno si conservano gli affreschi staccati del grande Tabernacolo dei Giustiziati (piccolo edificio in muratura) dipinto da Benozzo Gozzoli nel sec. XV. E' la Chiesa più antica di Certaldo alto; due iscrizioni sono murate nell'edificio stesso recante le date: 1215 e 1366.
Pieve di S. Lazzaro a Lucardo: è ricordata in documenti del sec. X; in un documento conservato nell'Abbazia di Passignano e risalente al 987, risulta che essa era intitolata a S. Leonardo. Si presenta con impianto a tre navate realizzata con pietra arenaria; coperta con un tetto a falde e sorretto da capriate in legno nella navata centrale, mentre nelle laterali la copertura è a volte a crociera e tutto il complesso risale al sec. XI.
La facciata mantiene la tripartizione romanica costituita da 4 lesene, che ripropongono all'esterno la divisione spaziale dell'interno. Nel serc. XIX è stato costruito un portico-tettoia, sotto il quale vi è la porta d'ingresso, decorata da un arco a tutto sesto con ghiera decorata a dentelli e architrave scolpito con mensola. Sul lato destro si erge una grossa torre riutilizzata come campanile.
Il suo interno mostra le strutture romaniche: l'impianto basilicale è spartito da 7 pilastri rettangolari, con una cripta emersa nel corso dei restauri eseguiti negli anni sessanta del novecento. Conserva affreschi ad opera di Cenni di Francesco di ser Cenni, databili nel lustro compreso tra il 1385 e il 1390.
Chiesa di S. Gaudenzio a Ruballa: frazione del comune di Certaldo; il primo documento in cui viene citata è l'elenco delle decime del sec. XIII, infatti il 16 agosto 1260 il rettore Cima Rinaldi con otto staia di grano, promise di contribuire all'approvvigionamento dell'esercito fiorentino. La Chiesa si presenta in un semplice edificio di stile romanico; la facciata in bozze di arenaria e ciottoli disposti in maniera irregolare. Il portale è sormontato da un archivolto a tutto sesto composto da conci regolari di arenaria e sopra il portale si apre un oculo. Precedono l'accesso alla Chiesa 12 scalini. L'interno è a navata unica a pianta rettangolare.
Chiesa di S. Martino a Maiano: frazione del comune di Certaldo; fu citata la prima volta in un documento del 12 ottobre 1160 quando papa Alessandro III ne confermò il patronato alla Badia di Passignano. Nel sec. XV vi era già un campanile e Francesco di Girolamo da Cortona fuse due campane nel 1460 e nel 1468. L'unico elemento che dimostra l'originale stile architettonico romanico è visibile in un arco di laterizio nella facciata.
Chiesa di S. Margherita a Sciano: frazione del comune di Certaldo; della fase romanica conserva solo la facciata a capanna a conci di pietra arenaria, disposti a corsi paralleli. Fu citata la prima volta nel 998 (donazione del conte Ugo di Toscana); nel sec. XII fece parte del distretto di Semifonte, la vicina cittadina che fu distrutta dai Fiorentini nel 1202. Dal 1986 è annessa a quella di Certaldo.
Chiesa di S. Maria a Marcialla: frazione del comune di Certaldo: il castello di Marcialla esisteva già nel sec. XIII e Firenze nel 1383 autorizzò la costruzione di un convento di Agostiniani cn Chiesa annessa. Si presenta a navata unica con transetto ed è stata rimodernata all'interno nel sec. XVIII. Conserva numerosi affreschi di scuola fiorentina tra cui: l'Ascensione di Filippo di Antonio Filippelli e dello stesso autore è l'affresco dell'Annunziata datato 1502, sotto il quale vi sono tracce di affreschi datati 1388.
Un Crocifisso in legno scolpito risalente al sec. XVII è collocato all'altare maggiore, mentre alla parete destra campeggia una natività del sec. XVI attribuita a Tommaso di Stefano Linetti; nel transetto sinistro una tela raffigura la Crocifissione e risale al sec. XVII, mentre nel transetto di destra un affresco raffigura la “Pietà” che una tradizione locale vuole, sia stata realizzata da Michelangelo Buonarroti in età giovanile che frequentava il territorio.
Dopo l'ultimo restauro rimane incerto l'autore e sono stati fatti i nomi di: Ridolfo del Ghirlandaio o di Giovanni Antonio Sogliani.
Palazzo Pretorio: nasce come castello dei conti Alberti, risale al sec. XII ed oggi rimane il mastio uno dei simboli di Certaldo. Si presenta con la facciata ornata di stemmi in terracotta invetriata, di marmo, di pietra serena fatti apporre dai vicari che vi hanno dimorato dal XV al sec. XVIII; la facciata a mattoni è sormontata da merli e sulla destra vi è la torre con orologio del 1484.
La loggetta già esistente nel 1455 serviva per le cerimonie pubbliche del vicario; al suo interno sul muro frontale ci sono affreschi e qualche stemma, alcuni raffigurano una donna con una bilancia e con un leone risalenti al 1506, sono dipinti allegorici o simbolici della vita politica.
Con l'attigua Chiesa dei Santi Tommaso e Prospero forma un unico percorso museale, è uno dei tre musei più importanti del paese, insieme al museo di arte sacra e alla casa di Boccaccio. La sala denominata “Camera del cavaliere” o “del tribunale” ha forma irregolare e soffitto a volta; essa serviva per i processi e sopra la porta d'ingresso campeggia la scritta: “odi l'altra parte e credi pochissimo“.

Qui si ammira:
- ciò che resta di una Madonna in trono col Bambino di Pier Francesco Fiorentino (1489), il cui volto della Vergine è andato perduto per la collocazione in epoca successiva, di una stemma in maiolica posto proprio su di esso.
- Cristo morto sorretto da due Angeli del sec. XV.
- La verità che strappa la lingua alla menzogna del 1510 e oggi appena visibile.

Nella sala delle udienze vi è l'opera più antica del palazzo, di Pier Francesco Fiorentino “pietà fra S. Giovanni Evangelista e la Maddalena“ risalente al 1484 e dello stesso autore: “l'incredulità di S. Tommaso e S. Girolamo penitente” del1490.
Attigua a questa sala si trova il carcere civile, dove venivano rinchiusi gli imputati per colpe civili. Sulle pareti si trovano incisi dai prigionieri numerosi giochi, nonché immancabili calendari formati da una serie di linee parallele. Quello che più colpisce è la scritta, realizzata col nero-fumo della candela, che corre in alto sul soffitto: “o come mal la discorresti amico quando mettesti il piè drento alla soglia poiché l'uscita non sarà a tua voglia Giambadia il sa e per questo te lo dico”, al centro la firma: Castelfiorentino, Giambadia Neri, Giambadia Perazini 1655.
Egli era un discreto artista e un habituè delle prigioni, poiché aveva la brutta abitudine di percepire l'anticipo per la commissione dell'opera e non consegnarla, né tanto meno restituire l'anticipo. Qui vi sono collocate alcune vetrine con reperti di origine Etrusca e romana, nonché ceramiche medievali della distrutta città di Semifonte.
Nel cortile del palazzo vi è la cappella privata del vicario e in essa, i condannati a morte vi trascorrevano la loro ultima notte, assistiti dai confratelli della SS. Annunziata; oggi è una sala del museo di arte sacra. Alle pareti vi sono gli affreschi con gli stemmi delle 24 podesterie che erano soggette al governo del vicario di Certaldo.
La sala dei dieci di Balia è dove si riunivano i Magistrati di Balia, che Firenze mandava in aiuto del vicario quando questi era in difficoltà nel prendere qualche decisione importante. In una vetrina fa mostra di sé il vecchio meccanismo dell'orologio della torre del palazzo.
Stanza dei tormenti: il nome dice tutto, qui i prigionieri delle attigue carceri criminali, venivano torturati per farli confessare. Oggi non resta niente ad evocare quei sinistri momenti, mentre in alto sulle pareti corre una greca pittorica di scudi, molti sono senza stemmi. Le prigioni criminali si trovano in fondo al cortile del palazzo, per accedervi si è costretti a percorrere uno stretto e basso corridoio che conduce a tre vani, il più suggestivo è ricavato nella base del torrione del circuito murario del paese su cui il palazzo insiste.
La latrina che ancora si conserva da un'immagine delle spaventose condizioni igieniche dei prigionieri. Alle pareti si notano i consueti calendari realizzati dai prigionieri, con la sequenza di ogni linea per ogni giorno di detenzione; linee che venivano disegnate intorno ad un cerchio che rappresentava il sole, con occhi, naso e bocca triste poiché la luce è così poca che i prigionieri avevano nostalgia dello stesso sole.
Sotto la loggia del cortile e dietro il pozzo vi è una stanza, quella delle prigioni femminili; ma le prigioni vere e proprie erano ricavate nel seminterrato (una scaletta conduce in una cantina interrata). Dal cortile attraverso una scala esterna, coperta da una loggia e sorretta da eleganti colonnine con capitelli ionici, si accede al primo piano e alla sala del vicario dove si tenevano le cerimonie più importanti e le parate solenni.
Qui di Pier Francesco Fiorentino troviamo, tra altri, gli affreschi: Madonna in trono tra S. Girolamo e S. Francesco, primi anni 90 del quattrocento; elemosina di S. Martino: primi anno 90 del quattrocento; S. Giovanni Battista e Crocifissione. Gli affreschi si trovano tutti nella parete superiore delle pareti e si interrompono alla stessa altezza, poiché essendo la sala alta in età vicariale, vennero realizzati due solai pertanto gli affreschi furono tutti tagliati alla stessa altezza.
Nel quartiere privato del vicario, nell'anticamera vi è un caminetto con lo stemma del vicario Giovan Battista Ridolfi, reca la data 1488 e un affresco raffigurante una Maddalena penitente (1522) fatta eseguire dal vicario Francesco Pitti.
Casa Boccaccio: è la residenza del noto scrittore ed è la sede di un importante biblioteca con documenti del 500 – 600 – 700 e del centro studi sul Boccaccio.
Palazzo Macchiavelli: è citato nei testamenti di Giovanni Boccaccio del 1347, del fratello Jacopo 1384 e del figlio Jacopo Giovanni nel 1427 come appartenente a Guido Johannes de Machiavellis, risale al sec. XIII e conserva l'abitazione signorile medievale, è dotato di una imponente torre.
Porta del sole: così chiamata per la sua posizione a sud, è la porta principale del castello ed è decorata con lo stemma mediceo.
Porta Alberti: risalente al sec. XIV.
Porta del Rivellino: domina la sottostante via Francigena; oggi si possono ammirare i resti di una fortificazione del sec. XVI dotata di cannoni.
Bastioni del Palazzo Pretorio: sito sul camminamento di ronda, risale al cinquecento e domina le colline posteriori del castello.
Castello di Pogni o Pogna: sito nel comune di Certaldo, si possono ammirare i resti imponenti di una torre, unica testimonianza del castello risalente all'anno 1059. Qui furono rinvenute urne Etrusche a testimonianza che l'area era abitata in epoca Etrusca.
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