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Pienza

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Si sviluppò intorno al castello di Corsignano IX sec. fu sotto il dominio dell'Abbazia di S. Salvatore e nel XIII sec. di Siena, divenendo feudo dei Piccolomini. Fu appunto Enea Silvio Piccolomini, divenuto poi papa Pio II nel 1458, che volle trasformare il paese natale in un gioiello artistico; in omaggio al pontefice la città così abbellita si chiamò Pienza. Al principio del 1500 fu semi distrutta dal Valentino (Cesare Borgia) e altri danni subì durante le lotte tra Firenze e Siena; nel 1559 passò ai Medici.
Storia naturale: nel 2003 nella riserva naturale di Lucciola Bella sono riemersi i resti fossili di un Etruridelphis giulii (mammifero marino simile ad un delfino) vissuto nella zona oltre 4,5 milioni di anni fa, in un periodo in cui gli attuali calanchi erano i fondali del mare Tirrenico. Il fossile è stato considerato dagli studiosi di grande valore scientifico perché si tratta del reperto più completo della specie esistente al mondo.
Il centro storico di Pienza nel 1996 è stato dichiarato: “PATRIMONIO DELL'UMANITA'” dall'UNESCO.

Monumenti
Duomo: fu terminato nel 1462 e dedicato all'Assunta. L'austera facciata a triplice ordine è caratterizzata da tre portali divisi da colonne; il frontone triangolare è ornato dallo stemma di papa Pio II. L'interno a tre navate con cinque cappelle absidali, conserva una Madonna con Bambino e Santi di Giovanni di Paolo nella navata destra; sullo stesso soggetto è la pala di Matteo di Giovanni nella prima cappella.
Pregevoli nella cappella centrale, gli stalli lignei del coro e nella quarta cappella l'Assunzione di Maria del Vecchietta. La Madonna e Santi della quinta cappella è opera di Sano di Pietro, l'altra nella navata sinistra è di Matteo di Giovanni. Nella cripta dove sono visibili i resti dell'antica Pieve di S. Maria, è posto un fonte battesimale del Rossellino.
Museo della Cattedrale: è allestito nella casa dei canonici ed espone arazzi cinquecenteschi, opere di Bartolo di Fredi, del Vecchietta, di Giovanni di Paolo, corali miniati, oggetti sacri, il ricco piviale di Pio II, il piviale dell'arcivescovo Alessandro Piccolomini, suppellettili funerarie etrusche.
Chiesa di S. Francesco: risale al duecento in forme gotiche, conserva un Crocifisso in legno del maestro di S. Polo in rosso e una Madonna della Misericordia di Luca Signorelli.
Pieve di Corsignano: sita nella frazioni omonima, dedicata ai Santi Vito e Modesto e sorge in un luogo pittoresco; risale al mille ed era la Chiesa romanica del paese prima della ristrutturazione del Rossellino. Alle forme lineari del prospetto si accompagna un campanile cilindrico; sono da notare i prtali decorati e il fonte battesimale che fu battezzato papa Pio II.
Chiesa e Monastero di S. Anna in Camprena: siti nella frazione omonima, la Chiesa è sede della Parrocchia di S. Anna in Camprena eretta nel XV sec. La facciata della Chiesa è stretta tra due lesene in laterizio e rivestita d'intonaco chiaro, è a capanna e preceduta da un sagrato rettangolare; sul fianco sinistro si eleva la torre campanaria quattrocentesca a pianta quadrata, sulla parte inferiore presenta finestre e feritoie mentre in quella superiore la cella campanaria che si apre su ciascuna dei quattro lati con una bifora a tutto sesto, sorretta al centro da un pilastrino. La copertura del campanile è in cotto.
L'interno della Chiesa è a croce latina a navata unica e si articola in tre campate rettangolari coperte con volta a crociera, i due bracci del transetto ospitano un altare barocco in stucco, dipinto a finto marmo; l'altare destro è sormontato da un quadro raffigurante S. Scolastica e l'Angelo, quello a sinistra sormontato da un quadro raffigurante: la Madonna in trono col Bambino e S. Anna fra due monaci genuflessi e incassato nella parete il fonte battesimale.
Il presbiterio accoglie l'altare maggiore in stucco dipinto a finto marmo, al di sopra di esso un Crocifissi ligneo barocco; lungo le pareti si trovano gli stalli lignei del XVI sec. Nel catino è raffigurata la Colomba dello Spirito Santo fra una gloria di Angeli. Lungo le pareti della Chiesa vi sono 13 tele seicentesche raffiguranti scene della vita di S. Bernardo Tolomei. L'organo è del 1788.
Il monastero sorge alla destra della Chiesa, si presenta con facciata senza decorazioni e si apre il portone d'ingresso con arco a tutto sesto con doppio battente ligneo. Il monastero si articola intorno al chiostro del 1501 e le quattro gallerie sono coperte con volte a botte; le finestre che affacciano sul cortile sono chiuse da elaborate inferriate. In un angolo vi è la vera da pozzo rinascimentale.
Il refettorio è a pianta rettangolare con volta a botte lunettata, le due parti d'ingresso e fondale sono decorate con affreschi di Giovanni Antonio Bazzi detto: il Sodoma; autore anche delle decorazioni a grisaille delle pareti laterali con busti di Santi e storie della vita di S. Anna e grottesche. Gli affreschi del refettorio vennero realizzati nel 1503. Gli affreschi della parete d'ingresso sono separati da lesene corinzie dipinte con capitelli in rilievo con i seguenti soggetti: a sinistra S. Benedetto in trono con abiti pontificali tra monaci Olivetani; al centro il compianto sul Cristo morto; a destra la Madonna in trono col Bambino e S. Anna fra due monaci Olivetani genuflessi.
Il sottarco della porta d'ingresso è affrescato con il volto del Redentore clipeato fra grottesche. La parete di fondo presenta la moltiplicazione del pane e dei pesci tripartito da lesene. Il cimitero del monastero è distaccato e presenta sepolture a terra, circondato da alte mura di pietra con unico ingresso chiuso da cancello in ferro battuto e una cappella in stile neogotico con semplice facciata a capanna.
Nel 1784 il monastero venne soppresso e dopo essere stato residenza estiva del seminario di Pienza, alla fine del XX sec. è divenuto un agriturismo. Nel 1996 al suo interno sono state girate alcune scene del film: “il paziente Inglese” diretto da Antony Minghella.
Chiesa di S. Bernardino: ubicata nella frazione di Castelluccio, nei lavori di ristrutturazione del 1935 furono eseguiti gli altari laterali in travertino, l'altare maggiore con la balaustra, la nicchia absidale a lacunare e il fonte battesimale; a navata unica presenta sopra la porta d'ingresso lo stemma della Scala. Sono stati scoperti e restaurati affreschi nella volta del XV sec., raffigurante gli Evangelisti e Dio Padre benedicente.
Pieve dei Santi Leonardo e Cristoforo: ubicati nella frazione di Monticchiello, fu rinnovata in forme gotiche nel XIII sec., ha un'ampia navata che si apre in un transetto e si conclude con una scarsella. La facciata è spartita in due parti da una cornice orizzontale dentellata. Nella parte inferiore si apre un portale gotico con l'architrave sorretto da mensolette e in alto il rosone.
Al suo interno sono importanti gli affreschi sugli episodi della vita di S. Caterina d'Alessandria, di un pittore senese del trecento autore anche delle storie della vita del Beato Gherardo da Villamagna. Da segnalare inoltre, il piccolo ciborio scolpito a forma di portale gotico con una grata di ferro battuto risalente al 1340 e un Crocifisso del quattrocento.
Pieve di S. Maria dello Spino: sita nella frazione di Monticchiello, fu ricostruita nel 1500 perché cadente, viene officiata una sola volta all'anno in occasione del Corpus Domini, la facciata in pietra arenaria con piccolo campanile a vela. L'interno a navata unica e altare barocco.
Cappella di S. Regolo: presso il Palazzo Massaini, il quale è un antico castello del XV sec. ben conservato e situato su un pendio collinare, fu costruito nel luogo di una preesistente struttura castellana, di origine medievale originariamente appartenuta ai Cacciaconti poi passò ai Piccolomini, attualmente è sede di “Bottega verde” importante player Italiano nel settore cosmetico ospitando un'azienda agricola. Il complesso architettonico è costituito da una serie di corpi di fabbrica addossati tra loro che delimitano un cortile interno; da segnalare è il torrione che si eleva ad un'altezza superiore ai restanti fabbricati.
Lungo il viale che porta all'ingresso del palazzo, sorge la cappella di S. Regolo che conservava la statua del Santo, attribuita a Domenico di Niccolò dei Cori risalente al 1430 e oggi si trova al Museo diocesano di Pienza.
Chiesa della Misericordia: sita nel centro storico, già esistente nel XVII sec. fu ampliata nel XIX; la facciata di gusto neoclassico con porta architravata e timpano con tetto a capanna. Nel 1879 è stato ricostruito il piccolo campanile a vela, L'interno si presenta a navata unica con tre altari barocchi, negli altari laterali due dipinti del XVIII sec.: a destra S. Pasquale Baylon e a sinistra S. Luigi Gonzaga.
Chiesa di S. Giovanni: è ubicata sotto l'abside del Duomo e conserva un fonte battesimale con motivi decorativi tipici rinascimentali, si evidenzia l'architrave del XII sec. e del portale con scene a bassorilievo tratte dall'antico Testamento.
Chiesa di Santa Caterina: risale al XVII sec. La facciata è in laterizio con il portale affiancato da due piccole finestre, mentre una finestra circolare chiude in alto la facciata. L'interno a navata unica con due altari laterali in stucco e dipinti del XVII sec.; l'altare maggiore di forme barocche ospita un affresco di scuola senese del XIV sec. di cui è visibile solo la Madonna col Bambino.
Romitorio: del 1344, è la più antica memoria della caverna scavata nella scarpata tufacea; vi si accede tramite una scala dove a metà, una cappella reca sulla parete un rilievo del XV sec. raffigurante la Madonna del latte. E' composta da una serie di finestre che guardano la Val d'Orcia; al suo interno vi sono tracce di sculture rupestri del XIV sec.
Abbazia di S. Pietro: ubicata nella frazione Campo; le prime memorie risalgono al 1031 attualmente rimangono alcuni resti, oltre alla facciata della struttura originale rimane: l'abside semicircolare con archetti pensili spartiti da semi colonne del XII sec., alcune formelle decorate e la porta del morto posta lateralmente e oggi tamponata.
Chiesa di S. Niccolò: ubicata nella frazione Spedaletto; fu consacrata nel 1462. La facciata con rosone, lunetta e portale risale al XIV sec., nella lunetta si trovava il bassorilievo del XV sec. raffigurante la Madonna col Bambino e Angeli musicanti, ora al Museo Diocesano. L'interno a navata unica, sulla parete sinistra vi sono due affreschi del XV sec.: il primo raffigura il battesimo di Cristo e inquadra la nicchia del fonte battesimale; il secondo del XVI sec. rappresenta la Madonna in trono col Bambino e Santi; nella parete destra è raffigurato S. Benedetto del XV sec. e sul fronte dell'altare maggiore Cristo in Pietà del XV sec.
Palazzo Piccolomini: venne commissionato da Enea Piccolomini (papa Pio II) a Bernardo Rossellino nel XV sec. (è stato utilizzato come set cinematografico per diverse scene del film: “L'arcidiavolo” con Vittorio Gasman) si sviluppa su tre piani realizzato in pietra viva e bugnato; le finestre di notevole ampiezza con lesene e profilature con i conci sporgenti, ciascuna finestra è divisa da una sottile colonna, al di sotto della finestra una cornice corre lungo il palazzo; agli angoli e tra alcune finestre fanno bella mostra gli stemmi di famiglia in pietra e con le insegne apostoliche in oro e argento. Sulla facciata un grande portale per l'entrata al palazzo, che al suo interno racchiude una corte rettangolare con loggiato sostenuto da colonne in pietra.
Giardino: è piccolo ma rappresenta una parte integrante del progetto, domina l'intera Valle d'Orcia mantiene le caratteristiche dei giardini rinascimentale. E' circondato da alte mura di pietra ricoperti d'edera, mentre sul lato prospiciente al palazzo è delimitato da una loggia a tre ordini di arcate, che un elaborato sistema di condotti di scalo impedisce all'acqua piovana che penetri negli ambienti sottostanti, coperti da volta al cui interno erano ricavate le stalle.
Le aiuole sono circondate da doppie siepi di bosso potate che delimitano i viottoli ricoperti di ghiaia e vanno ad incrociarsi da una fontana, mentre nei quattro angoli di ogni aiuola sono piantati alberi di alloro a forma di ombrello. Un grande pozzo ottagonale decorato con la mezza luna, le chiavi e la tiara dello stemma Piccolomini, nonché una fontana ornata con ghirlande di frutti, sono i due elementi scultorei presenti nel giardino risalenti al quattrocento. Il panorama della Val d'Orcia che si può ammirare dalle tre arcate che si aprono sul muro di fondo, diventa un luogo di incontro tra architettura e natura.
Palazzo Comunale: è l'antica residenza dei Priori e si caratterizza con il portico a tre archi che poggiano su colonne di ordine ionico. La facciata in travertino è aperta nella parte superiore da quattro bifore e presenta una torre con orologio costruita in cotto con finestre lunghe e coronata da un doppio ordine di merli.
All'interno del portico la facciata è adornata da graffiti e dagli stemmi in pietra dei vari Podestà che vi dimorarono. Nella sala del Consiglio è presente un affresco di scuola senese del quattrocento che raffigura la Madonna col Bambino e i Patroni di Pienza (S. Vito; S. Modesto e S. Matteo). Sulla sinistra del palazzo sorge una casetta del quattrocento con i fianchi a sporti.
Palazzo Vescovile: è l'antico palazzo gotico che fu donato dal papa Pio II al Cardinale Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI che all'epoca era il suo più stretto collaboratore. La sobria facciata si caratterizza per lo slanciato portale a due ordini di finestre a croce guelfa; sullo spigolo vi è lo stemma della famiglia Borgia.
Il Palazzo ospita il Museo diocesano inaugurato nel 1998; il percorso espositivo si sviluppa in undici sale con opere d'arte e suppellettile ecclesiastica proveniente dal Duomo e dal territorio diocesano. Si inizia con le opere d'arte più antiche databili XII sec. con polittici e affreschi; splendidi arazzi fiamminghi del XV sec. che costituivano l'arredo tessile della Cattedrale; seguono pale, reliquiari, Piviale di Pio II il quale paramento fu donato al papa da Tommaso Paleologo deposta di Morea; i corali miniati, per concludere con busti e statue di Santi e Sante e dipinti.
Castello: sito nella frazione di Spedaletto del XII sec. Complesso architettonico fortificato, su ciascuno dei quattro angoli si eleva un edificio turriforme e si caratterizza per la merlatura sommitale. Sul lato settentrionale una serie di edifici a magazzini precedono la struttura fortificata, lungo il lato occidentale si elevano due torrette merlate, al centro si apre una porta sovrastata da una torre di guardia anch'essa merlata, dalla quale ha origine un tratto di cortina muraria che la unisce alla torretta meridionale. Presso il castello si trova la Chiesa S. Niccolò.
Castello di Cosona: il complesso fortificato risale al quattrocento e costituito da vari corpi di fabbrica addossati tra loro e tra essi spicca la torre a sezione quadrata. Caratteristico è il pozzo cisterna del 1659; il castello di Cosona è al centro dell'omonima azienda agricola e di una struttura ricettiva di agro-turismo Toscana.
Castelluccio: Fin dal 1320 faceva parte della Repubblica di Siena; nel 1390 e fino al 1787 una parte del fortilizio fu donata all'ospedale di S. Maria della Scala (sulla facciata campeggia ancora lo stemma), che lo trasformò in “Grancia” fattoria fortificata. Al suo interno si può ammirare la cappella di S. Bernardino da Siena che vi soggiornò.
Nel XVI sec. nel castello vi dimorò la contessa Giulia Maria di Monte fiore che sposò in prime nozze Vannetti Tolomei morto tragicamente poco dopo; scelse il secondo consorte Ermelindo Grossi di S. Casciano ma per il carattere debole e l'ingerenza materna dovettero lasciarsi. La contessa pensò di cambiar vita e invitò al castelluccio il duca Ranieri dei Pannocchieschi e in seguito anche l'amico Cesare di Sanseverino, ma poco dopo i due uomini si allontanarono e non ne parlavano bene. La contessa pensò di vendicarsi.
Nel frattempo un gruppo di armati chiesero ospitalità alla rocca e poco dopo Giulia Maria si invaghì del capitano don Jacopo del Taja; questi impietositosi delle disavventure della donna accettò di vendicarla: avvelenando il Ranieri e pugnalando Cesare. Dopo un breve periodo di tranquillità il Taja per paura di essere scoperto del duplice omicidio sparì e non se ne seppe più nulla, mentre la contessa fu arrestata e decapitata nel cortile della sua stessa residenza.
Questa fosca e vera vicenda fece nascere leggende e superstizioni la quale si manifesterebbe il 15 di maggio.

Aree Naturali
Riserva naturale lucciola bella che prende il nome dal podere trasformato in agro-turismo il quale dominando le colline argillose è possibile ammirare i caratteristici borghi.
Nel 2003 emersero resti fossili di un mammifero marino simile a un delfino.
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