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Soriano nel Cimino

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Fu un borgo etrusco o forse fenicio; la prima testimonianza scritta la troviamo con Tito Livio il quale nella sua ab Urbe condita historia narra che nel 443 a. C. Soriano fu invaso dalle milizie romane comandate dal console Quinto Fabio Massimo Rulliano nella guerra contro gli etruschi e probabilmente è da identificare con Surrina vetus cittadina distrutta dai romani.
Alla fine del III sec. d. C. le popolazioni locali furono evangelizzate da S. Eutizio di Ferento e dopo il martirio ad opera di Diocleziano 303 – 305 il Santo fu sepolto in una catacomba nei pressi di Soriano. Nel medioevo prese il nome di Surianum e fu feudo dei Guastapane poi degli Orsini.
Nel XIV sec. il paese fu a lungo occupato da mercenari Bretoni venuti in Italia al seguito del papa Gregorio XI; acquistato da Martino V fu da questi ceduto in feudo ai Colonna; passò poi ai Prefetti di Vico e infine nel XVI sec. ai Chigi.

Monumenti
Chiesa S. Giorgio: (eremo del X sec.) è una piccola Chiesa romanica, sulla facciata in massi di peperino locale sono conservati pregevoli bassorilievi raffigurante: chimere ed ornati in stile etrusco; particolare è una placca rettangolare sulla facciata che presenta alcuni uccelli che si dissetano alla fonte, ai lati del portale d'ingresso sono scolpite due statue raffiguranti S. Pietro e Gesù Redentore.
Nella parte superiore è presente una bifora, affiancata da due Angeli e dai simboli dei quattro Evangelisti; alla base in quattro angoli trovano posto fabbri, falegnami e muratori. L'arco della porta e le fasce scolpite sull'abside sono del XI sec. Il campanile è addossato alla parete e interessante è la volta a crociera su ogiva quadrata.
Duomo: dedicato a S. Nicola di Bari in stile neoclassico eretto nel 1782; la facciata con due campanili laterali è interamente in laterizio a vista e si articola in due ordini separati da un cornicione: quello inferiore in stile dorico; quello superiore: in stile ionico.
L'interno a croce greca con tre navate e cupola decorata. Vi si conserva la statua raffigurante S. Antonio da Padova in stile gotico, un fonte battesimale epoca rinascimentale.
Chiesa S. Eutizio: di origini antiche; le primitive strutture sono del medioevo, subirono modifiche nel XVI sec. mentre l'attuale configurazione è del XVIII sec. Nella facciata sopra una finestra a balaustra è conservato lo stemma della famiglia Albani che ristrutturò la Chiesa. Il campanile è del XV sec.
L'interno a navata unica, di notevole valore artistico sono l'altare marmoreo di epoca barocca, un oliario marmoreo attribuito ad Andrea Bregno del XV sec. e un dipinto della Madonna attribuito a Stefano Conca. Tra i miracoli attribuiti a S. Eutizio vi è anche la manna e il grano: la manna si dice sgorgasse dalla pietra che subì la decapitazione in giovanissima età, è come un liquido biancastro e vermiglio il cui uso avrebbe operato guarigioni miracolose; la pietra si trova presso il sepolcro del Santo nella Chiesa.
Si narra poi del miracolo del grano che il Santo passeggiando nei dintorni del paese, avrebbe notato un contadino intento ad arare un campo con i buoi per poi seminarvi il grano; i buoi stanchi del lavoro e fiacchi per la fame, si rifiutarono di tirare innanzi l'aratro, facendo incavolare il contadino. S. Eutizio si fermò e recitate alcune preghiere, prese dei semi e li gettò in terra; questi germogliarono e crebbero all'istante cosicché i buoi poterono sfamarsi e portare a termine il lavoro. A seguito di ciò nell'antico sigillo e nello stemma di Carbognano (paese natio del Santo) il Santo è dipinto con un mazzo di spighe in mano.
La Chiesa è stata inquadrata nel film: “Don Franco e Don Ciccio nell'anno della contestazione” del 1970.
Porta del Ponte: eretta nel medioevo come principale accesso al borgo, in origine contornata da un fossato e munita di ponte levatoio, ampliata e abbellita nel XVIII sec. sulla porta appare la seguente iscrizione:” Questa antica porta cittadina già ampliata ed abbellita nel 1732 per iniziativa della comunità sorianese distrutta poi nell'incursione aerea del 5.6.1944 fu ricostruita dallo Stato nel 1949”.
Palazzo Chigi – Albani: poderosa costruzione cinquecentesca realizzata su progetto del Vignola e compiuta nel XVIII sec. è composta da una terrazza di accesso e da due edifici addossati al monte con portale bugnato.
Fontata Papacqua: o regina delle acque, del cinquecento con figure mitiche scolpite nella pietra sono sormontate da un pregevole fregio architettonico.
Castello Orsini: situato sulla sommità del paese è uno dei meglio conservati della regione e si erge poderoso con alti muri a scarpa su di una pianta trapezoidale, su uno dei cortili s'innalza una torre. Incerta è la data di edificazione ma per certo si sa la data di ampliamento, nel XIII sec. da Niccolò III. Non è visitabile perché è sede di un penitenziario.

Aree Naturali
Monte Cimino alto 1050 metri s.l.m. Sulla sommità un faggeto secolare di 57 ettari. Circondato di colli è uno dei luoghi più suggestivi del Viterbese; una strada asfaltata consente di salire in macchina fin quasi alla vetta.
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