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Montevergine

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Il Santuario di Monte Vergine venne eretto da S. Guglielmo da Vercelli nel 1126, un monaco Benedettino eremita sul Monte Partenio. La facciata del Santuario si apre con tre scomparti e tre ingressi, rivestita di pietra bianca, al centro un rosone decorato con vetri policromi; al suo interno, stile romanico a tre navate divise da cinque archi su entrambi i lati.
Sul fondo delle due navate laterali, due matronei sui quali è posto l'organo; l'altare principale è racchiuso da un coro ligneo in noce e radica di olivo, sul fondo è posto il trono in marmo dov'era collocato il dipinto della Vergine. La cornice che ospitava il quadro, è contornata da due Angeli in marmo che sembrano sorreggerla, si completa con marmi policromi, bassorilievi in bronzo e un mosaico opera di Hainal.
Il soffitto a cassettoni con rifiniture in oro zecchino; la pavimentazione è in granito semi lucido, tramite un portale stile gotico si accede alla:
Basilica Vecchia: risalente al XIII sec., nel cui timpano è affrescata la discesa dello Spirito Santo sugli Apostoli e Maria SS. Durante la prima Pentecoste Cristiana. Vicino alla nuova Basilica, il campanile inaugurato nel 1925; alto 80 metri rivestito di granito bianco e grigio, la parte inferiore in stile ionico con tre arcate decorato da colonne; nella parte superiore ospita anche la loggia papale, protetta da un parapetto in marmo stile corinzio.
Internamente diviso in cinque piani e sulle pareti esterne, decorazioni con Angeli trombettieri e una raffigurazione in marmo del Sacro Cuore di Gesù alto sei metri.
All'interno della Basilica dal 1939 al 1946, fu segretamente custodita la Sindone di Torino, per un accordo tra Vittorio Emanuele III e Pio XII per proteggere la Sacra reliquia dai bombardamenti e da Adolf Hitler che era ossessionato e la voleva a tutti i costi.
Basilica antica: del 1126, prima in stile romanico poi rimaneggiata in gotico, crollata nel 1629 fu ricostruita nel 1645. L'ingresso è preceduto da un'ampia scalinata sormontato da un portale in ferro del 1885 in stile gotico. La Chiesa a navata unica, pavimentata in marmo, delimitata da tre grosse arcate, vi sono poste sei lapidi in marmo, con un ringraziamento a Leone XIII; le visite di Umberto di Savoia; pellegrinaggio di Vittorio Emanuele III il 28 agosto 1936; al ripristino della diocesi di Monte Vergine e a Francesco I.
L'altare maggiore adornato con tarsi di scuola napoletana e arte Araba. Nella parte centrale, la statua in marmo della Madonna delle Grazie, ai lati S. Guglielmo e S. Benedetto, i candelabri simili ad Angeli del 1888, a sostituzione degli originali in legno. Alle spalle dell'altare, il coro di legno in noce, realizzato da Benvenuto Tortelli nel 1573 con colonnine, putti intarsiati sui braccioli e l'Angelo con l'aspersorio; chiude la Chiesa un organo di Vincenzo Benvenuti del 1896.
Sul lato destro la cappella del SS. Sacramento con un baldacchino del XIII sec., in stile romanico e intarsi in cosmatesco, dono di Maria d'Ungheria o del figlio Carlo Martello: quattro leoni in marmo sorreggono le quattro colonne decorate con alternanza di bianco e rosso, che raffigura, simbolicamente, i quattro affluenti del Danubio.
Sull'architrave, due statue che reggono il turibolo e l'aspersorio, altre piccole otto colonne reggono la cupola. Sotto il baldacchino la custodia decorata con Angeli che sostengono il ciborio del XV sec. Un'altra cappella del XIII sec., voluta da Filippo I d'Angiò che dal 25 giugno 2012 torna ad ospitare il dipinto della Vergine, che nel 1960 fu spostato nella Basilica centrale, dove oggi campeggia il Crocifisso schiodato.
L'altare della cappella, risale al 1628, sormontato da due colonne, ai lati Matteo e Luca gli Evangelisti; la volta decorata con dipinti di Vincenzo Volpe, di pregevole fattura è il monumento funebre di Filippo d'Angiò e sua moglie Caterina II di Valois, nonché una nicchia in marmo, custodisce le spoglie dell'Abate Guglielmo De Cesare.
Sul piazzale esterno, la cappella del torrione, poiché somiglia a una torre, la cui facciata del XIX sec., vi si accede tramite una scalinata, che se fatta in ginocchio, permette di ottenere una parziale indulgenza; al suo interno un mezzo busto del Redentore del 1899.
Cripta S. Guglielmo: e sala ex voto, del 1963 a tre navate, sotto l'altare maggiore, il sarcofago con le spoglie del Santo; nelle navate laterali si aprono otto cappelle dedicate a: S. Eleuterio e S. Antia; S. Giuliana e S. Faustina; S. Costanzo e S. Deodato; Barbato di Benevento e S. Massimo; S. Giasone e S. Mauro; S. Mercurio e S. Potito; S. Ermolao e S. Modesto; S. Vittore e S. Prisco; sempre nella cripta, raccolte in alcune urne, collocate sui muri, le reliquie raccolte negli anni nel Santuario di Monte Vergine.
Sala ex voto: piena di ex voto di ringraziamenti portati dai pellegrini, è posto il corpo del Beato Giulio (non ancora riconosciuto Santo dalla Chiesa) monaco di Monte Vergine, la particolarità della sua salma, custodita in un urna di bronzo, è quella di essere ancora in buono stato di conservazione, senza alcun trattamento dalla sua morte, avvenuta nel 1601 e a cui si attribuiscono numerosi miracoli.

Folklore: I pellegrinaggi a Monte Vergine sono antichissimi, risalgono già all'epoca di Guglielmo da Vercelli per vedere e ascoltare la parola del Santo eremita. I km., che separano Mercogliano dal Santuario, venivano coperti a piedi o a dorso di muli tramite mulattiere, più tardi tramite una piccola strada, era possibile salire con un carretto, Ospedaletto d'Alpinolo è nato per i numerosi centri di accoglienza per i pellegrini. Nel 1956 fu aperta la funicolare, oggi una strada panoramica conduce fino alle porte del Santuario.
Nel 1263 papa Urbano IV affermava che Monte Vergine era un importante centro di preghiera, per il flusso dei pellegrini e pellegrinaggi di fede che vi si recavano. I pellegrinaggi erano caratterizzati dal digiuno e dall'astinenza, la tradizione narra che le ragazze da marito, nella salita intrecciassero rami di ginestra, promettendo alla Vergine di sciogliere quel nodo in compagnia dello sposo l'anno successivo.
Ancora una leggenda narra che nel 1200 durante una bufera di neve una coppia di amanti omosessuali, colti in intimità, furono legati a una lastra di ghiaccio, per intercessione della Vergine, un raggio di sole colpì la lastra sciogliendola e salvare i due innamorati; da allora, ogni anno alla candelora, numerosi Gay; Lesbiche; Transessuali, rendono omaggio alla mamma Schiavona.
Parco avventura Montevergine con percorsi aerei sito ad Ospedaletto d'Alpinolo.

Mercogliano: di epoca romana e fino al medioevo, ha conservato la denominazione “Castrum Mercuriani” da cui deriva il nome attuale. Nel 1137 fu sotto i normanni di Ruggiero II.
Palazzo Abbaziale di Loreto: al suo interno trovano sede una farmacia risalente al 1753 con oltre 300 vasi di maiolica dipinte a mano; una biblioteca che raccoglie circa 200.000 volumi; un archivio con circa 7.000 pergamene; la premiata fabbrica di liquori dei Padre Benedettini di Montevergine; una cantina e tre arazzi fiamminghi del sec. XVIII.

Summonte: Nel suo territorio sono state rinvenute tombe di epoca preromana, ma il primo documento risale al 769 ed è costituito da una donazione di un patrizio longobardo di nome “Leo“ fatta all'Abbazia di Montecassino e nell'atto viene citato con il nome di “Transmonte”. Con i normanni passò a feudo concesso a “Raone Malerba“ (nobile di origine franca al seguito dei Normanni). Dal 14 novembre 2017 è tra i “Borghi più belli d'Italia”.

Monumenti
Torre: nell'attuale centro storico in posizione dominante, sorgeva un fortilizio con il nome “Castrum Submontis“; i longobardi ampliarono il castello rafforzandola con una torre e la costruzione di abitazioni, servizi per soldati e una Chiesetta.
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