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Massa Lubrense

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Dalla preistoria al mito Omerico; Ulisse e le sirene, diffondono il fascino nella cittadina e nella baia. I Greci, innalzarono il tempio di Atena; i romani vi sovrapposero quello dedicato a Minerva; ne danno testimonianza una scritta osca, incisa nella roccia dell'approdo di levante, numerosi reperti murari e fittili; vicende legate alla pirateria, legano la storia dei luoghi alla presenza delle torri costiere.

Monumenti
Baia di Jeranto: è una meravigliosa insenatura ai confini del golfo di Salerno, inserita nell'area protetta di Punta Campanella. La baia occupa una superficie di 63 ettari di cui 49, di proprietà del “FAI” (Fondo Ambiente Italiano); nella baia è vietato l'accesso alle imbarcazioni a motore; a piedi si accede tramite un sentiero che parte dalla vicina Nerano;
Marina della Lobra: è il piccolo porticciolo, peschereccio, di Massa Lubrense, prende il nome dall'antica Chiesa; il luogo si caratterizza anche per le abitazioni in stile Mediterraneo;
Scoglio del Vervece : situato davanti al porto dove in settembre vi si celebra la Messa con deposizione di corone di fiori sulla statua della Madonna collocata sul fondale a 11 metri di profondità;
Chiesa della Lobra: del 1528, l'immagine della Madonna, dipinta a fresco sulla parete centrale dell'antico tempio, fu segata insieme alla parete e solennemente trasferita nella Chiesa nuova che, presenta un portale in marmo scolpito e abbellito da semplici ed eleganti motivi ornamentali. L'interno a tre navate con transetto, cupola e abside. Antistante la navata centrale è il pronao; tre archi a tutto sesto poggianti su due colonne dell'antica Cattedrale, sostengono il palco dell'organo. Il soffitto a cassettoni settecentesco presenta tre bellissimi quadri in cornice dorata; l'altare maggiore con pregiati marmi policromi; la volta della tribuna è affrescata;
Convento della Lobra: del 1583, unito alla Chiesa. Fu costruito dai Frati di S. Francesco d'Assisi, dopo che i Frati minimi di S. Francesco da Paola ne rifiutarono la costruzione del convento per le continue incursioni dei pirati e saraceni che infestavano il territorio;
Chiesa di S. Maria delle Grazie: fu riedificata nel XVIII sec., nell'abside, si conserva l'effige di S. Maria delle Grazie, opera di Andrea da Salerno XVI sec., caratteristico è il pavimento in maiolica del XVIII sec., che ricopre il transetto e l'abside;

Escursioni
S. Agata sui due golfi: frazione di Massa Lubrense, si trova tra i golfi di Napoli e Salerno, divisi da Punta Campanella. I due golfi possono essere osservati dal monastero delle monache Benedettine sito sulla collina dal cui punto, si domina anche la città di Sorrento;
. Chiesa di S. Maria delle Grazie: al suo interno, un altare del 1600 opera dello scultore e architetto di scuola Fiorentina: Dionisio Lazzari; fatto di madreperla e lapislazzuli ( pietre preziose la storia di questa gemma risale al V millennio a. C., fu molto usata per fabbricare gioielli trovati nelle tombe Faraoniche in Egitto) provenienti dall'antica Chiesa dei Girolamini di Napoli, unico nella sua bellezza che lo storico Napoletano: D.A. Parrino 1700, sosteneva: “ che forse simile non si può trovare al mondo”;
Termini: a 6 km., è un bel borgo, all'estremità della penisola Sorrentina, situato a 325 metri di altezza; da qui parte una strada che raggiunge punta campanella dove sembra toccare con mano l'Isola di Capri;

Aree Neturali
Punta campanella: l'area naturale marina protetta, fu istituita nel 1997 è di 1500 ettari; Punta campanella è l'estrema propaggine della penisola Sorrentina. I romani lo chiamavano: promontorium Minervae e da Minerva, prende il nome la torre trecentesca fatta costruire da Roberto d'Angiò nel 1335 e rifatta nel 1566; veniva usata per avvistamento e in caso di attacco, veniva fatta suonare una campana posta su di essa di cui è l'origine del nome :punta campanella.
Secondo una leggenda, quando i pirati razziarono Sorrento trafugando tutto dalla Chiesa di S. Antonio Abate, anche le campane, scappando furono colti da tempesta a punta campanella che affondò la nave; poiché era il 14 febbraio, si narra che ogni anno, il giorno di S. Valentino, la campana rubata, rintocchi dal fondo del mare;
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