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Cava de Tirreni

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In epoca romana, fu un rinomato luogo di villeggiatura della nobiltà di Roma; resti di templi, ville di epoca romana e antichi villaggi furono rinvenuti in diverse zone del territorio. La cittadina fu abitata dai Longobardi, la cui civiltà è ancora testimoniata da una serie di antiche torri risalenti ai tre secoli di dominazione (IX-XI sec.) quando divenne proprietà dell'Abbazia della Trinità, che ne fece il centro commerciale più importante della regione.
Fu fedele agli Aragonesi e saccheggiata dai Francesi.
E' la porta nord della Costiera Amalfitana.

Monumenti
Abbazia della Trinità: è una badia benedettina del 1011, poi riedificata nel 1700, che si erge in posizione suggestiva su uno sperone roccioso; è composta dal monastero e dalla chiesa con facciata barocca;quest'ultima custodisce, al suo interno, affreschi ottocenteschi. Il monastero ospita un collegio, di cui è visitabile la Sala del Capitolo con stalli lignei del XVI sec. e pavimento maiolicato del XVIII sec., il piccolo chiostro di forme romaniche; la Cappella del Cricifisso conserva un bassorilievo di Tino di Camaino e un dossale a rilievo, un bel paliotto in marmo dell'anno mille. Poco oltre si raggiunge il cosiddetto cimitero longobardo, una cripta del XII sec., su colonne più antiche dove sono ospitate le salme di importanti personaggi. Anche la Cappella di S. Germano conteneva affreschi di Andrea da Salerno e altri artisti, conservati nella vecchia sala capitolare.
Dal chiostro un passaggio conduce al Museo che raccoglie, in tre sale, sculture, tra cui alcune di Tito di Camaino e dei suoi seguaci, oggetti preziosi con un cofanetto in avorio del mille, un polittico di Andrea da Salerno, dipinti sei-settecenteschi, ceramiche, sarcofagi romani e altro;
Santuario di S. Francesco d'Assisi e S. Antonio da Padova: eretto nel 1450, ha subito nel tempo diversi danni dovuti agli eventi bellici e sismici del 1980; ciò nonostante restarono in piedi la facciata, il Campanile del 1571 che sfiora i 36 metri di altezza, la zona del transetto e la Sagrestia con gli affreschi cinquecenteschi di Belisario Corenzio, un coro ligneo del 1534; nella navata si conserva il monumento funebre datato 1668 del generale Pietro Carola; nella facciata principale sono visibili il portale e i battenti lignei del 1528; l'antico convento cinquecentesco fu requisito nel 1866 mentre quello attuale ospita un celebre presepe con molti pastori ottocenteschi e una Biblioteca con antichi volumi e preziose opere d'arte. Il 15 marzo 2010 è stato inaugurato l'incensiere più grande del mondo, del peso di 70 kg, fuso in rame, cesellato e bagnato in argento; è ancorato al soffitto della navata centrale del santuario e azionato da circa 12 persone; muovendosi come un'altalena profuma d'incenso l'intera chiesa. Una webcam installata all'interno del santuario permette la visita all'interno h 24;
Cripta: custodisce le reliquie di S. Francesco e S. Antonio; ha un pavimento in cotto realizzato a mosaico; scendendo ancora, vi è la chiesa inferiore inaugurata il 7 dicembre 2004, dove al centro della navata è stata rinvenuta una sorgente d'acqua e vi è stato costruito un pozzo; sui portali della chiesa inferiore si trovano le lettere greche alfa e omega, presenti anche nei mosaici del pavimento della cripta; l'immagine della Vergine, al centro dell'altare, risale al 1500 e fu portata in pellegrinaggio a Roma per essere incoronata da papa Giovanni Paolo II;
Chiesa di S. Pietro: risalente all'XI sec., è tra le più importanti e meglio conservate chiese della città; fu rifatta nel Settecento e sulla facciata presenta un portale del 1710 con affreschi laterali; al suo interno si possono vedere un Crocifisso del 1689, alcune sculture e vari stemmi gentilizi; nella sagrestia si conservano bassorilievi in marmo di pregevole fattura, opere del XVI sec.;
Chiesa di S. Maria del Quadruviale: è così chiamata perché si trova nei pressi di un quadrivio; la cinquecentesca facciata e il campanile a sei ordini, con il cupolino coperto di maioliche e arricchito di elementi scultorei, rappresentano un valido esempio di architettura rinascimentale; nel 1383 fu edificato l'attiguo oratorio, che presenta stalli lignei e un soffitto finemente dipinto;
Basilica S. Maria dell'Olmo: il culto risale all'XI sec., quando alcuni pastori trovarono il quadro impigliato tra i rami di un frondoso olmo. Portato alla Chiesa di S. Cesario, il quadro miracolosamente sarebbe tornato sull'olmo. Questo è ciò che racconta la leggenda, ma è stata accertata la presenza di un'edicola della Madonna già in tempi più antichi. La prima data storica del Santuario risale al Quattrocento, quando S. Francesco di Paola pose la prima pietra dell'attuale Santuario (1482); al suo interno è conservato il corpo del servo di Dio, Padre Giulio Castelli, che nel 1896 fondò la congregazione dell'oratorio S. Filippo Neri. Adiacente alla Basilica, sorge il convento dei minimi con il chiostro cinquecentesco dove si tengono concerti;
Borgo Scacciaventi: è la parte più antica del centro storico, caratterizzato da residenze storiche quattrocentesche e settecentesche, da architetture barocche durazzesche e tardo catalane. Nel porticato si aprono negozi, laboratori artigianali, ristoranti e locali per lo svago;
Palazzo di città: (ex teatro Giuseppe Verdi) fu iniziato nel 1860, purtroppo a causa di stime sbagliate sul costo dell'opera, i lavori furono bloccati e solo nel 1878 fu portato a termine. Con l'avvento del fascismo, mancò poco che l'edificio divenisse un bivacco degli squadristi e dopo alcuni anni fu trasformato nella nuova sede del Comune;
Monte Castello: con il castrum S. Adjutoris, il castello eretto intorno al mille, è un bel esemplare di architettura militare posto a cavallo delle due strade che conducevano a Salerno; fu bombardato nella II guerra mondiale dagli anglo-americani, ritenuto caposaldo dell'artiglieria tedesca;
Santuario di Maria SS. Avvocata: è ubicato ad un'altezza di 830 metri s.l.m. e sovrasta la cittadina di Maiori in Costiera Amalfitana; il Santuario è raggiungibile solo tramite sentieri che partono da Cava dè Tirreni, Cetara, Maiori percorrendo parte dell'alta via dei Monti Lattari; fu eretto nel 1485, quando un giovane pastore, Gabriele Cinnamo, pascolando le pecore, scoprì una grotta e a seguito di un sogno, la Vergine gli chiedeva di edificarvi un altare, poi la chiesa e il campanile. Negli anni a seguire, molti eremiti si presero cura della chiesa e il 21 aprile del 1590 una piccola statua della Vergine fu portata sul monte. La tradizione popolare narra di eventi straordinari quali: lacrimazioni della statua; liberazioni di indemoniati e guarigioni di ammalati ritenuti incurabili. Nel 1687 la chiesa fu ampliata e venne aperta ai fedeli ogni terza domenica del mese con le funzioni religiose; la festa si svolge il lunedì di Pentecoste;
Santuario della Madonna Avvocatella: o “Piccola Fatima” si racconta che nel 1654 don Federico Davide, sacerdote della Parrocchia S. Cesario, incaricato “dalli magnifici gabellieri della farina” ad esigere le tasse dello sfarinato nel molino di Bonea, ogni giorno passava davanti ad una grotta che chiamavano “ dei pipistrelli”, nota da tempo per apparizioni di spettri che atterrivano i passanti. Un giorno all'imbrunire, un giovane ciabattino, seduto su di una pietra gli disse: “mi pare che abbiate le scarpe rotte; se volete, ve le accomodo in un batter d'occhio!”. Don Federico accettò l'offerta ma, a lavoro ultimato, il giovane chiese un alto compenso, molto più se le avesse comprate nuove; il povero sacerdote esclamò: “Gesù e Maria” segnandosi a quei nomi mentre il ragazzo scomparve e nella grotta s'udirono rumori come se stesse per crollare., Il povero prete fuggì scalzo e giunto dinanzi all'abitazione dei Campanile, crollò tramortito. Riabilitatisi con l'aiuto di coloro che lo avevano soccorso, volle rendere sacra la grotta, onde evitare altre diaboliche sorprese nella sua andata quotidiana al mulino. Vi portò l'immagine della Madonna incollata su di una tavoletta, che portava il titolo di Avvocata. Nel 1700 frate Angelo Maria vi sospese una lampada ad olio, pregando i contadini di accenderla ogni sera; quando frate Angelo fu trasferito, nel salutare la S. Vergine disse: “vorrei servirti ancora, ma devo obbedire. Ora te lo troverai tu stessa l'olio per la lampada, Madonnina mia!”. Dopo qualche tempo, alcune famiglie del villaggio di S. Adiutore, (ora detto dell'Annunziata) vedevano la notte luci scendere verso la grotta, pensando che gli Angeli sostituissero il frate, tanto che il vescovo fece chiudere il sacro speco con tavole; le luci non si fermarono, così i contadini lo costrinsero a riaprire la grotta. Il 19 maggio 1703, giorno di sabato, caro alla Madonna, un fanciullo di 6 anni, Romualdo Casaburi di Nicolò, tornava dal mulino con il suo asino carico di grano e lui a cavalcioni sul sacco; lo accompagnava suo cugino di 8 anni. Giunti dinanzi alla grotta, l'asino adocchiò un ciuffo di gramigna, spingendosi alla cieca per brucarlo, precipitò nell'abisso sottostante; il cugino inorridito si volse verso la grotta gridando: “Madonna aiutalo!”, poi sporgendosi sul ciglio vide il cuginetto e l'asino salvi, ma il grano era sparso per la scarpata. Corse a chiamare il mugnaio Matteo Punzo, che portò in via l'asino e il fanciullo, poi si mise a raccogliere il grano disperso, riuscendo a riempire di nuovo il sacco. La cosa sapeva di miracolo, tanto che i contadini convinsero il vescovo ad erigere una Cappella; spianarono l'ingresso, con grosse pietre, riempirono il fossato all'interno dello speco, lasciando la nuda roccia a far da volta. Su quell'arco naturale, fu eretto l'altare su cui tutt'ora si venera la gloriosa immagine. Fu eretto anche un modesto campanile. Il 21 gennaio 1981, il quadro settecentesco su rame, raffigurante la Madonna Avvocata fu portato a Roma, dove papa Giovanni Paolo II la incoronò Vergine SS. Regina di S. Cesario. Con il tempo la grotta è diventata un santuario e luogo di pellegrinaggio. Ogni 13 del mese, nel pomeriggio, vi è la processione penitenziale e la fiaccolata in onore della Madonna di Fatima che tutti chiamano “Avvocatella” o “della piccola Fatima”.

Aree Naturali
Parco naturale Diecimare: gestito dai comuni e dal WWF, si estende per 444 ettari.

Escursioni
Pagani: è la cittadina confinante con Cava dei Tirreni, in cui è possibile visitare interessanti strutture religiose, tra cui si ricordano: la Basilica di S. Alfonso Maria dè Liguori, (1756) con facciata in stile neoclassico, decorazioni in stucco e colonne; al suo interno ci sono quattro cappelle, di cui una dedicata alla Madonna del Rosario, rivestita con l'abito da sposa di Maria Cristina di Savoia, regina del Regno delle due Sicilie che ella stessa donò. La Basilica è interamente rivestita di marmi pregiati, ha la cupola affrescata, vetrate artistiche, l'altare centrale del 1883 con marmi della Reggia di Caserta; l'altare laterale in marmo, dedicato al Cuore Eucaristico di Gesù e alla Madonna del Perpetuo Soccorso, è quello su cui S. Alfonso vi celebrava la Messa; il Santuario della Madonna delle Galline, così chiamato perché, secondo la tradizione popolare, nel XVI sec., nell'ottava della Pasqua, alcune galline, razzolando, portarono alla luce una piccola tavola lignea su cui era raffigurata la Madonna del Carmine. La facciata seicentesca si presenta in stile barocco, alta e culminante con un frontone abbellito da colonne, decorazioni in stucco e due statue allegoriche la “Pudica” a sinistra e la “Speranza” a destra; sul portale un bassorilievo raffigura l'Incoronazione della Madonna dagli Angeli; al suo interno si vede un organo con coretto ligneo decorato del 1790; la Chiesa del SS. Corpo di Cristo, con un'austera facciata e due nicchie dove trovano collocazione le statue dei martiri S. Felice e S. Costanza. Al suo interno, si ammira una statua lignea di Cristo; una pala della circoncisione, opera di Francesco Giordano e le reliquie dei martiri; la Chiesa della Purità, (1681) con scenografica facciata barocca; al suo interno si vedono tele di scuola napoletana, la volta affrescata, un coro in legno intarsiato e dorato, un pavimento maiolicato; la Chiesa e Conservatorio di Carminello, ad arco del 1683 con, al suo interno, un pavimento maiolicato, arredi lignei e altari marmorei; la Chiesa della SS. Addolorata (1632), con, al suo interno, una tela settecentesca, una statua lignea del Seicento e un organo del Cinquecento; la Chiesa di Maria SS. del Carmine (1491), con facciata barocca e, all'interno, una tela settecentesca di Alessio D'Elia, allievo del Solimena; la Chiesa di S. Maria delle Grazie, con la facciata in stile rococò, era la chiesa privata del governatore spagnolo che risiedeva in città; la Chiesa di S. Francesco da Paola, con all'interno, tele e statue lignee del Settecento e una del Cinquecento raffigurante la Madonna.
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