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Bari Sardo

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L'uomo è presente nel territorio fin dal periodo prenuragico epoca in cui furono innalzati i 'menhir' (dal bretone 'men' e 'hir' pietra lunga, una specie di obelisco) e scavate le prime domus de janas. Nel periodo nuragico vennero edificati i nuraghi e alcune tombe dei giganti. In seguito vi fu attiva una colonia romana, passapa poi ai bizantini.
L'origine del borgo, risle al medioevo, quando per sfuggire alle incursioni di vandali e saracene, le popolazioni, si rifugiarono nell'entroterra. Fece parte del Giudicato di Cagliari fino al 1258, poi ammessa al Giudicato di Gallura e dopo alla Repubblica marinara di Pisa.
Dal 1324 fece parte del Regno di Sardegna e dal 1861 del Regno d'Italia.
Il nome Bari Sardo risale al 1862 quando Vittorio Emanuele II, affianca 'sardo' a 'Bari' per non confonderlo con il capoluogo pugliese.

Monumenti
Beata Vergine del Monserrato: Chiesa parrocchiale ubicata nel centro storico la cui mole ci viene segnalata dall'alto campanile di metri 35 in stile 'barocchetto piemontese' e un'ampia cupola, si distingue per le notevoli dimensioni rispetto al piccolo centro abitato e per la ricchezza dei marmi pregiati, da essere una delle Chiese più belle della Sardegna. I lavori iniziarono nel sec. XVII sostituendo un edificio più antico e in rovina.
L'interno a croce latina a navata unica con tre cappelle per lato; il presbiterio è rialzato per ospitarela cripta, esso è cinto da balaustra marmorea e sorretta da quattro leoni in marmo, mentre l'altare è in stile barocco in marmi policromi. Di pregio è anche il monumentale altare della Madonna del Rosario, con le parti che lo compongono vennero acquistate a Napoli in due momenti differenti tra il 1760 e il 1777.
San Leonardo: piccola Chiesa del XVI sec.;
Santa Cecilia: piccola Chiesa campestre, utilizzata per occasioni particolari;
San Giovanni: Chiesa sita nella frazione costiera in località Sa Marina, eretta negli anni 90 del novecento e si celebrano messe nel periodo estivo.
Torre del periodo Aragonese del 1572 essa si erge su di un promontorio dividendo due spiagge; secondo quando si legge sulla Carta: 'sulla descricion de la Isla Y Reynoi de Sardena' di Francesco Vico, la sua funzione era di avvistamento con km. 15 di visuale da Capo Bella vista a Capo Sferracavallo, è di forma tronco-conica, un'altezza di metri 12,75, un diametro di metri 11,4 e alla base otto metri di coronamento.
Altopiano Teccu: è un luogo di interesse naturalistico e archeologico.
Il territorio, si estende tra spiagge e colline dove si trovano importanti monumenti storici come i nuraghi e le tombe dei giganti. Tra le attività artigianali più rinomate e tipiche vi è quella tessile, la quale si distingue per la produzione di tappeti, cuscini e coperte di lino e vengono lavorate con la tradizionale tecnica cosiddetta a 'pibionis'. (è una tecnica di tessitura a grani tipica sarda).
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